Omicron virus bizzarro ma può essere l’inizio della fine: cosa insegna l’esperienza della Spagnola

A due anni dalla sua comparsa, siamo nel mezzo della quarta ondata di Covid-19. Per l’Umbria tutto questo sta a significare, per ora, quasi 25.000 positivi (dato di ieri) e 172 pazienti Covid ricoverati negli ospedali di Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno. Ciò che sorprende, è soprattutto la capacità dimostrata dal virus di mutare, dando vita a varianti sempre più trasmissibili rispetto a quelle precedenti. Stamattina, il direttore della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, l’epidemiologo Giovanni Rezza, si sofferma sul “Corriere della Sera” proprio su questo aspetto. Ricorda lo stimato professionista, che è stato così per la variante Alfa e poi per Delta, di cui Omicron è risultata perfino più contagiosa. ” Sia Delta che, in misura maggiore, Omicron – ha scritto Rezza – si sono dimostrate in grado di evadere la risposta immune e di ridurre quindi, seppur parzialmente, l’efficacia dei vaccini, motivo per cui è stato necessario ricorrere alla somministrazione di una provvidenziale dose di richiamo per aumentare la protezione nei confronti delle forme gravi di malattia”. Omicron ha dimostrato sicuramente una capacità di generare un gran numero di infezioni nel giro di pochissimi giorni anche se il rischio di ospedalizzazione sembra essere circa un terzo di quello di Delta. Oggi proprio Rezza spiega però – sempre sul Corriere della Sera –  che Omicron (forse) può essere l’inizio della fine dell’epidemia. Omicron, secondo il politologo Yascha Mounk, segna sicuramente l’inizio della fine “sociale” dell’epidemia. Se possa anche preludere alla fine “biologica” della crisi pandemica è però presto per dirlo, sostiene Giovanni Rezza. Gli esperti per spiegare ciò che sta accadendo  fanno spesso riferimento alla pandemia di “Spagnola”, che – ricorda sempre Rezza – fu però causata da un virus influenzale , ” ben diverso la coronavirus, e si manifestò comunque con un susseguirsi di ondate epidemiche aventi ciascuna caratteristiche diverse dall’altra”. Se la storia si ripetesse sempre con le stesse modalità, “pur coscienti della attuale minaccia alla sanità pubblica portata da Omicron, guarderemmo comunque al futuro con un cauto ottimismo”, scrive oggi Rezza.  Anche perché riesce difficile pensare a una nuova variante che possa diffondersi in maniera più rapida ed efficiente rispetto ad Omicron. Le incertezze non mancano perché ” i virus, si sa, sono bizzarri”, ricorda il direttore della prevenzione sanitaria del ministero della Salute.