Referendum giustizia, la Regione dell’Umbria approva le sei proposte: centrodestra compatto con Salvini. Pd non partecipa, Fora vota con la maggioranza

Da anni la giustizia è terreno di scontro tra i partiti ma mai l’Assemblea legislativa dell’Umbria aveva imboccato questa strada. Per la prima volta il “Parlamentino” della nostra Regione entra a gamba tesa su un tema molto delicato per la vita democratica del Paese. Lo ha fatto oggi, approvando l’iter per la richiesta dei referendum proposti da Lega e Radicali. La legge infatti prescrive che i referendum possono essere promossi o da 500 mila cittadini elettori o da cinque consigli regionali.  Salvini e la Lega vogliono andare avanti su entrambi i fronti. L’Umbria segue la Lombardia e le altre regioni governate dal centrodestra e chiede il referendum sui sei quesiti della giustizia: limiti della custodia cautelare, separazione delle carriere dei magistrati, abolizione della legge Severino, responsabilità civile dei magistrati, riforma del Csm e revisione dei meccanismi di valutazione dei magistrati. Tra l’altro,  negli ultimi fine settimana in quasi tutti i comuni dell’Umbria simpatizzanti, dirigenti e amministratori leghisti e del centrodestra sono impegnati a raccogliere le firme. Quello che sconcerta del voto di oggi a Palazzo Cesaroni è soprattutto l’improvvisazione e l’ indifferenza sui temi referendari. Una trascuratezza istituzionale che rivela le ragioni vere del voto: piegare le istituzioni locali a ragioni politiche nazionali. E questo è un vero vulnus per le istituzioni umbre, soprattutto mentre il Parlamento ha avviato il percorso riformatore. Quattro cose lasciano desolati del voto di oggi: tre soli interventi in aula (De Luca, Fora e Bianconi) e tutti della ” minoranza “; l’assoluta assenza di motivazioni da parte del relatore di maggioranza ( Daniele Nicchi, presidente della prima commissione); l’uscita e il non voto dei consiglieri del Pd e l’adesione del consigliere Andrea Fora alla proposta del centrodestra. Un voto senza dibattito, senza un confronto fra maggioranza e opposizione e nessuna riflessione sulle ragioni che hanno spinto così avanti l’Assemblea legislativa dell’Umbria. Nessuno della giunta che si è alzato, nessuna parola spesa dalla presidente Tesei. Quatti quatti hanno votato. Fora ( Patto civico) ha ricordato che ” la magistratura italiana è divisa in correnti e non ha mai smesso di influenzare la politica italiana. La riforma della giustizia riguarda le libertà individuali ma è anche un fattore di sviluppo per l’Italia. La durata ordinaria dei processi di primo grado nella giustizia civile è eccessiva e porta ad una perdita di Pil stimata nel 2020 in 40 miliardi di euro”. Motivazioni deboli e dai contenuti fragili per giustificare un voto politico con il centrodestra.  Sulla separazione delle carriere fra i magistrati e la separazione tra funzione requirente e giudicante si sono registrati 14 voti favorevoli ( Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche, Nicchi della Lega, Morroni di Fi, Pace Fdi, Bianconi misto, Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei della lista Tesei per l’Umbria).Presente ma non votante Bori (PD). Assenti gli altri consiglieri Pd-M5S.  Sull’equa valutazione dei magistrati si sono registrati 13 voti favorevoli ( Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi della Lega, Morroni Fi, Pace Fdi, Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei. Un no (Bianconi) e 3 presenti ma non votanti (Bori, Bettarelli, Meloni PD). Sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura si sono registrati 14 voti favorevoli (Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi della Lega, Morroni Fi, Pace Fdi, Bianconi Misto, Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei ). Sull’abolizione della legge Severino 12 voti favorevoli ( Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi della Lega, Morroni Fi,  Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei. Un no (Bianconi Misto).  Riguardo alla responsabilità diretta dei magistrati con possibilità di azione civile  contro un magistrato da parte di chi ha subito un danno ingiusto 13 voti favorevoli ( Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi della Lega, Morroni Fi, Pace Fdi, Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei). Un no (Bianconi-Misto) e 2 presenti non votanti (Bettarelli e Meloni Pd). Sulla carcerazione preventiva che con l’approvazione del quesito referendario resterebbe in vigore solo per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile reiterazione del medesimo reato, i voti favorevoli sono stati 12 ( Pastorelli, Mancini, Fioroni, Peppucci, Carissimi, Rondini, Melasecche e Nicchi della Lega, Morroni Fi, Fora Patto civico, Paola Agabiti e Donatella Tesei). Un no (Bianconi-Misto).