Sanità, grido d’allarme dall’Umbria: ” Troppo tempo per diagnosticare i tumori”. Le associazioni: “La sanità regionale arranca”, sotto accusa i tempi di attesa

Nel corso della giornata mondiale contro il cancro dall’Umbria si è alzato un grido d’allarme circa i tempi e la qualità delle diagnosi tumorali. La rete delle associazioni “Insieme Umbria” contro il cancro ha raccolto i segnali “preoccupanti” che sono arrivati negli ultimi mesi dal fronte ospedaliero e ha organizzato una tavola rotonda a Foligno. “Nel percorso diagnostico di un tumore – ha detto il prof. Angelo Sidoni, direttore del reparto di Anatomia e Istologia patologica di Perugia – noi rappresentiamo un elemento insostituibile. Abbiamo chiesto una vera e propria mano alle associazioni: aiutateci a trovare risorse, perché è necessario garantire un turnover rispetto ai colleghi che stanno andando in pensione e acquisire nuove figure professionali, che la complessità della lotta ai tumori ha reso indispensabili”. Infine le tecnologie: “Si parla molto di medicina di precisione ma nel nostro caso rischia di essere vana senza il necessario supporto ad un’anatomia patologica di precisione”. ” Reputiamo – ha precisato Cristina Gugnoni, referente per la rete delle associazioni – che quello dell’anatomia patologica sia un ambito assolutamente silente e invisibile, quando invece è uno degli aspetti più importanti per conoscere il nome e cognome del proprio tumore e le cure a cui si dovrà essere sottoposti. Nel post pandemia la nostra sanità regionale sta arrancando circa i tempi di attesa dell’anatomia patologica”. ” La conoscenza del tumore di cui si è affetti – ha aggiunto Federico Cenci, presidente della Fondazione Avanti Tutta – merita una grande attenzione. Ora è necessario impostare il dialogo tra tutte le componenti”. Giuseppe Caforio, presidente di Aucc, che ha invitato tutti a concentrare le risorse materiali e professionali, prima che sia troppo tardi. ” Non c’è la voglia di mettersi in contrasto con il sistema sanitario regionale – ha spiegato la dottoressa Maria Gigliola Rosignoli, che a lungo ha ricoperto ruoli dirigenziali nel sistema sanitario regionale umbro – ma c’è la necessità di alzare un grido di dolore rispetto ad una situazione, che dopo il Covid, vede dei percorsi sanitari in forte sofferenza”.