Tasso di positività, l’Umbria sopra la media nazionale: 2,5 punti in più. Cresce Omicron 2

L’alta trasmissibilità di Omicron, ormai prevalente al 99,9%, con la sua sotto-variante Omicron 2 in crescita (in Umbria siamo sopra il 65%), sta creando una certa preoccupazione. L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità restituisce però un buon grado di chiarezza. La premessa è che l’efficacia del vaccino scende parzialmente contro il rischio di contagio ma mantiene una elevata copertura contro le forme gravi della malattia e i decessi, al pari della protezione contro le varianti precedenti. Resta comunque una certezza: il rischio di morire per chi ha oltre 80 anni è superiore di 15,4 volte tra chi non è vaccinato rispetto a chi ha completato il ciclo con la dose booster. Anche nella fascia tra i 60 e i 79 anni il rapporto di rischio tra le due categorie è alto: 14,7 volte.  Ma la grande preoccupazione  riguarda chi non ha ancora effettuato il richiamo e ha già superato i quattro mesi dalla seconda dose. Perché Omicron riduce la differenza di rischio tra chi è vaccinato con due dosi e chi non lo è affatto. Solo per fare un esempio: tra i 60 e i 79 anni chi ha avuto due dosi da oltre 120 giorni presenta un indice di rischio di morire  più basso solo di 2,9 volte rispetto a chi è senza copertura. Per questo resta ingiustificato il comportamento di chi si rifiuta di immunizzarsi. Ma anche a concludere il ciclo vaccinale con la dose booster. Soprattutto se si è over 50. La protezione dal contagio con Omicron è, invece, inferiore rispetto alle precedenti varianti. Con l’arrivo dell’ultimo ceppo la protezione è scesa sotto il 50% per chi ha avuto due dosi di vaccino ma ha ricevuto l’ultimo richiamo oltre tre mesi prima. Nell’intervallo tra 91 e 120 giorni dalla seconda dose la copertura contro Omicron  è pari al 42%. Soltanto con la terza dose la protezione risale al 72%. Si spiega così l’alta incidenza di casi di Covid in questa nuova fase endemica, in cui tra i contagiati si registrano anche vaccinati. Una lettura che può aiutare sicuramente a capire cosa sta succedendo in Umbria in questi giorni, dove si registra un tasso di positività superiore alla media nazionale. Oggi – domenica 20 marzo – il tasso di positività in Italia è del 16,3% mentre quello umbro è del 18,87%, due punti e mezzo in più. Per quanto riguarda i decessi, il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità conferma le analisi fatte dai vertici della sanità regionale dell’Umbria: si continua a morire di Covid soprattutto tra i non vaccinati. Insomma, i vaccini si confermano l’unica arma per sconfiggere il Covid e garantiscono una elevata copertura contro le forme severe della malattia e i decessi.