Terze dosi, rischio ingorgo nelle somministrazioni a Natale. Più hub e ritarare sistema delle prenotazioni

La curva sta risalendo anche in Umbria con una inevitabile crescita dei casi. In questa situazione è chiaro che vanno accelerati i richiami, perché a distanza di 6 mesi l’efficacia vaccinale  per prevenire il contagio si dimezza in quasi tutte le fasce d’età. C’è poi un rischio in più: molti dei vaccinati hanno una copertura che scenderà proprio nel periodo delle festività natalizie. Circostanza questa che manderà in fibrillazione intere famiglie, rischiando di provocare un ingorgo proprio sotto Natale quando la mobilità tra regioni è al massimo livello e non tutti saranno disposti a sottoporsi al richiamo e a qualche possibile effetto collaterale nei giorni di vacanza. E’ stato proprio Silvio Brusaferro, capo dell’Istituto Superiore di sanità, a dare il senso di quanto sta avvenendo: tra i 40 e i 79 anni la possibilità di prevenire il contagio dopo sei mesi dalla seconda dose scende in media dal 70 al 36-39%. Vuol dire che il rischio raddoppia rispetto a chi ha avuto il richiamo meno di sei mesi fa. Se poi l’Ema, come è probabile, dovesse sdoganare a breve i vaccini a Rna messaggero per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, allora tutto il sistema degli hub vaccinali e delle prenotazioni va sicuramente ritarato. Anche in Umbria, dove gli hub sono diminuiti. La complessità più significativa sta nelle possibilità di estensione generalizzata della terza dose a tutti gli over 18 perché l’efficacia vaccinale in questa fascia a distanza di 6 mesi dalla seconda dose scende dal 79 a 55%: cioè la probabilità di prevenire il contagio si riduce di un quarto. Tra fine dicembre e gennaio saremo, quindi, di fronte ad un’impennata di somministrazioni che richiederà uno sforzo maggiore rispetto a quello di oggi. Basta pensare che fino ad oggi soltanto 77.968 persone in Umbria hanno fatto la terza dose, cioè il 9,67% degli aventi diritto, ai quali dovremmo aggiungere chi ancora è fermo a zero dosi. A tutto questo va aggiunto che l’ Aifa si pronuncerà a breve  sull’opportunità di accorciare i tempi fra le dosi con la somministrazione della terza dose a 5 mesi dal completamento del ciclo iniziale. Il vantaggio sarebbe quello di intercettare molte più persone e prevenire le infezioni da Covid-19 nel prossimo inverno, quando ci sarà la maggiore diffusione di tutti i virus a trasmissione aerea come il Sars-CoV-2. E’ un modo sicuro per innalzare ed allargare fin da subito le difese individuali e collettive.