Umbria caos caccia, lo zig zag della giunta Tesei e il parere dell’Ispra sottovalutato: il Tar fissa l’udienza per il 20 settembre

ULTIM’ORA – Il Tar dell’Umbria ha respinto l’istanza di revoca  della sospensiva presentata dalla Regione e Federcaccia. Quindi il Tar non cambia idea rispetto alla decisione precedente. C’è però una novità: l’udienza in cui si entrerà nel merito della decisione, se rimuovere l’ordinanza con la quale è stato disposto lo stop della caccia per 19 specie o no, è stata anticipata al 20 settembre prossimo.

Caos caccia in Umbria dopo la decisione del Tar dell’Umbria che ha sospeso, per 19 specie, l’avvio della stagione venatoria fissato per il 18 settembre. Poco meno di 30 mila cacciatori umbri sono imbestialiti, l’opposizione parla di giunta regionale inadeguata e il presidente della seconda commissione di palazzo Cesaroni, il leghista Valerio Mancini, chiede al vicepresidente della Regione Roberto Morroni di “intervenire immediatamente”.  Nelle ultime ore palazzo Donini ha annunciato la decisione di costituirsi in giudizio e chiede la revoca del decreto del Tar presentando una istanza di anticipazione dell’udienza in camera di consiglio, fissata per il 4 ottobre. L’obiettivo è chiaro: provare a recuperare tempo. “Dopo il disastro combinato sulla preapertura della caccia alla tortora selvatica, concessa, di fatto, solo nelle aree servite da segnale telefonico, la giunta Tesei si rende protagonista di un altro fatto assai grave, risultando la principale responsabile del rinvio dell’apertura della stagione venatoria al 4 ottobre”, sostiene il consigliere regionale del Pd Michele Bettarelli. La sensazione, indipendentemente dalla decisione del Tar, è di essere di fronte ad un grande disordine che sta creando un forte disorientamento tra i cacciatori umbri. Uno zig zag che ha creato incertezze, vuoti e una giravolta di decisioni che ora si stanno scaricando tutte sulla stagione venatoria. Il decreto cautelare del Tar dell’Umbria è soltanto l’ultimo atto di un percorso pieno di giravolte. Così come è stato sottovalutato il parere dell’Ispra di fine giugno, un parere che si portava dietro una insidia pesante. Tra l’altro, non è la prima volta che l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale invia pareri di questo tipo, così come non è la prima volta che le associazioni ambientaliste (Wwwf, Lac, Lav, Lipu,Enpa e Legambiente) si rivolgono al Tar contro il calendario venatorio. Negli anni passati però, anche di fronte a passaggi molto più impegnativi, la giunta regionale è riuscita a far valere le proprie ragioni con decisioni ben motivate e interlocuzioni autorevoli. Uno stop così pesante rappresenta una vera mazzata per il mondo venatorio, un’apertura senza poter cacciare fagiano, starna, quaglia e altre 16 specie non può essere considerata tale. Un ginepraio così non si ricorda, un pasticcio di questo tipo genera confusione ingiustificata e un malessere diffuso.