Umbria, chi rischia la poltrona fra due anni: l’era Meloni cambia la geografia di Palazzo Cesaroni. Porte chiuse ai fuoriusciti

Il faccia a faccia tra la Meloni e Berlusconi nella sede di Fdi rappresenta l’esatta fotografia della coalizione vincente appena venti giorni fa alle elezioni. Il fondatore del centrodestra ha preso atto dei nuovi rapporti di forza e del cambio epocale. Del resto, davanti alla disfatta di Forza Italia e alla reazione veemente della Meloni all’ex premier non restava altro da fare. Oggi Berlusconi appare sempre più solo e con il peso dell’età che si fa sentire. In realtà sono due i leader usciti male dalle urne: oltre al Cavaliere c’è anche Matteo Salvini. La Meloni ha sottomesso con le buone Salvini e umiliato con le cattive Berlusconi. L’intera vicenda rischia di avere delle ricadute anche in Umbria dove fra due anni si voterà per il rinnovo della Regione con rapporti di forza completamente nuovi rispetto al 2019. Tre anni fa ci fu il boom della Lega che con il 37% dei consensi ottenne otto seggi dei dodici riservati alla maggioranza di centrodestra; Fratelli d’Italia raggiunse il 10,4% (2 seggi), Forza Italia il 5,5% (1 seggio), Lista Tesei 3,9% (1 seggio).  Le ultime elezioni politiche hanno completamente ribaltato i rapporti di forza con Fdi al 30,82%, la Lega 7,75%, Forza Italia 6,83%. A dirla tutta, il centrodestra in tre anni ha perso dodici punti, scendendo dal 57,55% delle regionali del 2019 al 45,82% delle politiche di venti giorni fa. Con questi nuovi dati, in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni regionali, ci troveremmo di fronte ad un altro cambio epocale, con Fdi  in grado di portare a Palazzo Cesaroni 7/8 consiglieri regionali (+5-6), la Lega 2 (-6) e Forza Italia 1, come tre anni fa. Il dodicesimo potrebbe andare a qualche lista civica, magari quella del candidato presidente. In caso di sconfitta, invece, scenderebbero notevolmente i posti riservati al centrodestra: 5 a Fratelli d’Italia, 1 Lega, 1 Forza Italia. L’ottavo al candidato presidente. Due ipotesi che si possono tradurre così: degli attuali consiglieri regionali saranno pochissimi a sopravvivere. Se si votasse oggi e le alleanze non cambiassero resterebbero fuori la maggior parte del consiglieri della Lega, molti dei quali, peraltro, alla loro prima esperienza. Si tratta ovviamente di un dato soggetto a variabili in quanto al voto mancano ancora due anni. Naturalmente a farla da padrona sarebbe Fratelli d’Italia che porterebbe in Consiglio regionale molti volti nuovi, essendo attualmente rappresentata da due soli consiglieri (Squarta e Pace).  C’è però un’altra variabile: in questi due anni potrebbero esserci alcuni “cambi di casacca”. Uno c’è già stato: la consigliera Francesca Peppucci, tuderte, è già uscita dal gruppo della Lega per entrare nel gruppo Misto. Altri passaggi potrebbero però avvenire nel corso dei prossimi mesi con alcuni consiglieri pronti a cambiare gruppo. Ma – da quello che si dice – i vertici di Fdi non sarebbero disposti ad aprire le porte a tutti: preferiscono chiudere le porte ai fuoriusciti di altri gruppi. E non a caso un consigliere leghista, pronto da mesi ad uscire dal proprio gruppo, non si è più mosso.  Chi glielo avrà consigliato?