Alternanza scuola – lavoro, il Governo vuole “più qualità”

PERUGIA – “Per abbattere il rancore generazionale nei luoghi di lavoro, oggi molto forte nelle realtà produttive, la formula è dare un valore formale ed economico alle competenze certificate. Istruzione e formazione, assieme alle realtà produttive del territorio. Addio allo scatto di anzianità. Confsal e Cifa nei loro contratti hanno già inserito uno scatto di competenza. Oggi il valore della busta paga è determinato anche dalla somma delle competenze che si acquisiscono durante il ciclo di vita professionale. Una opportunità di crescita professionale per il lavoratore e di sviluppo economico per le aziende”. È la soluzione fortemente sostenuta dal vice presidente della commissione Educ del Cesi (Confederazione europea dei sindacati indipendenti) Rino Piroscia, organizzatore del convegno messo in piedi da FonArcom (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua) in partenariato con la Regione dell’Umbria, tenutosi ieri, 28 settembre, al “Capitini” di Perugia. Coinvolta una folta e variegata platea: studenti, dirigenti scolastici, lavoratori, aziende, istituzioni locali e nazionali. Presente anche il sottosegretario del Miur, Salvatore Giuliano, che nel suo intervento ha “svelato”, a poche ore dall’accordo sulla Manovra, come il Governo stia “cercando di ridisegnare l’alternanza scuola lavoro, soprattutto strutturando percorsi più di qualità che di quantità. Nel bilancio interverremo disciplinandola diversamente, ma dando ulteriori opportunità. Credo, almeno per quello che è nelle nostre intenzioni, che i percorsi saranno più qualificanti”. Piroscia, che ha coordinato tutto l’evento e le procedure di certificazione delle competenze, ha dato così il via all’appuntamento sul tema “Alternanza lavoro & apprendistato – Nuove generazioni e nuovi lavori”, che ha visto la partecipazione, tra i rappresentanti istituzionali, Michele Fioroni, assessore allo sviluppo economico del Comune di Perugia – che ha patrocinato l’iniziativa – (“L’alternanza scuola lavoro consente ai giovani di acquisire più competenze, ma anche fare scelte più consapevoli sul loro futuro lavoro e di alfabetizzarsi su tematiche come il digitale che consentono di potenziare la teoria con la pratica, di cui ce n’è fortemente bisogno”), Antonio Bartolini, assessore all’Istruzione della Regione Umbria (“I dati in Umbria sono al passo con le migliori classifiche, c’è ancora da fare ma i risultati, soprattutto in alcuni istituti scolastici, sono di altissima collocabilità”), Antonella Iunti, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria (“La nostra regione ha fatto subito rete, sono stati stilati tanti protocolli d’intesa perché è un percorso fortemente sostenuto”). Tanti gli interventi che si sono susseguiti durante il convegno, che ha cavalcato due temi importanti come appunto il valore dell’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato di primo livello. Tutto gestito attraverso una formula vicina agli studenti, curata da Nico Perrone e Marta martinelli dell’Agenzia Dire, resa ancora più efficace dal linguaggio utilizzato dai co-conduttori in collegamento radiofonico, Stefano Venarucci e Agostino Maranò. Quale è, in sintesi, il valore della giornata? “Il successo è essersi incontrati insieme a studenti, parti sociali, imprenditori, professionisti e operatori della scuola – ha detto soddisfatto Andrea Cafà presidente Fonarcom – Il futuro ci sta ponendo sfide difficili e molte incertezze, per cui fare rete, fare squadra, fa sì che si possa superare queste sfide cercando di raggiungere i nostri obiettivi: raggiungere un modello economico e sociale più adeguato alle esigenze della società”. Mentre Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confasl, ha tracciato il quadro dal punto di vista del mondo del lavoro. “Sotto il profilo economico – ha detto – va riconosciuta una indennità di professionalizzazione ecco perché consigliamo ai giovani di acquisire competenze certificate così da incontrare la domanda delle aziende, che è sempre più specializzata perché da una parte abbiamo milioni di giovani in attesa di lavoro, dall’altra abbiamo almeno trecento mila posti in cerca di una persona specializzata”.

La certificazione delle competenze rappresenta una strada reale per livellare giovani e adulti nei luoghi di lavoro. Competenze, che oggi si possono acquisire ovunque, sia nei percorsi scolastici che nella formazione continua durante i percorsi professionali. Una opportunità tutta made in Umbria: nascono infatti qui i primi progetti formativi con competenze certificate riconosciute – attraverso la diretta esperienza di quattro giovani lavoratori – spendibili in Italia, e in previsione anche in Europa, ma anche nei contratti di lavoro così da avere un valore economico, ovvero remunerato, a seconda del contratto sindacale. Per avere più soldi in busta paga non occorre perciò arrivare agli “anta”. Basta fare più formazione: più competenze si hanno, più si può guadagnare. Uno “scatto” che in sostanza rappresenta un’opportunità di crescita professionale per il lavoratore e di sviluppo economico per le aziende.

Una grande opportunità firmata appunto da FonARCom, l’organismo che sviluppa piani formativi su misura per le esigenze dei lavoratori e delle imprese – riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca (Miur) – mettendo a disposizione dei “voucher” per le aziende che vogliono finanziare la propria formazione e certificare le competenze dei propri lavoratori con le attuali procedure messe in atto dalla Regione Umbria. In questa prospettiva emerge appunto la funzione sociale dei Fondi interprofessionali amministrati dalle Parti Sociali che finanziano piani formativi aziendali, settoriali e territoriali per dipendenti e dirigenti che godono del “bollino” del Miur, grazie ad un protocollo sottoscritto, e l’istituzione di “voucher”. In particolar modo, infatti, il fondo interprofessionale FonARCom ha avuto il coraggio di sostenere una trasformazione: da tradizionale fonte di risorse finanziarie per una formazione continua utile solo alle imprese, è diventata strumento cardine su cui fondare l’innovazione delle aziende e la crescita individuale dei lavoratori, valorizzandone le competenze sia dal punto di vista professionale che da quello economico.

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