Misure correttive ai conti del Comune di Perugia, si entra nel vivo: lotta all’evasione, vendite e tagli della spesa

PERUGIA – La vendita degli immobili dovrà, ancora una volta, salvare i conti del Comune di Perugia. Le misure correttive, dopo la bacchettata della Corte dei Conti, arrivano in Commissione Bilancio a Palazzo dei Priori e si avvia l’iter che porterà, entro breve, ad una delibera di consiglio comunale e all’invio del dossier alla magistratura contabile che dovrà validare o meno l’operazione. Un pacchetto di misure che passa anche per una maggiore lotta agli evasori fiscali, con un diverso modello organizzativo.

 

Le misure correttive dunque sono state spiegate oggi, per la prima volta, ai consiglieri comunali da giunta e uffici. Operazioni che serviranno per sanare lo squilibrio di cassa del bilancio comunale, evidenziato dal ricorso all’anticipazione di tesoreria non restituita al termine degli esercizi 2014, 2015 e 2016 e dall’utilizzo di fondi vincolati non ricostituiti al termine dei medesimi esercizi. Accanto ad esso, criticità relative alla capacità di riscossione, utilizzo di entrate straordinarie per la realizzazione degli equilibri di parte corrente, criticità relative ai contratti derivati e perdite inerenti la Società partecipata S.A.S.E. S.p.A..

Per questo la stessa Corte dei Conti aveva chiesto al Comune di individuare le dovute misure di correzione entro sessanta giorni dalla ricezione della delibera stessa.

Gli uffici hanno quindi individuato sei tipologie di misure correttive, che saranno inserite ed attuate nella prossima programmazione economico finanziaria 2018/2020, lavorando su due direttrici: da un lato, verso l’attivazione di misure straordinarie in grado di generare flussi di cassa idonei ad azzerare l’anticipazione di tesoreria e ridurre gli interessi passivi, contribuendo così alla riduzione anche del disavanzo tecnico accertato nel 2014, pari a 35 milioni di euro circa. Dall’altro, nell’attivazione di misure di bilancio strutturali in grado di normalizzare le esigenze di liquidità e migliorare gli equilibri di parte corrente.

Le misure riguardano, innanzitutto, la dismissione di immobili (fabbricati e terreni) non funzionali alle attività istituzionali, tra cui Palazzo Rossi Scotti (1,5 milioni di euro il valore stimato) e altri immobili restituiti al patrimonio comunale, ma non più strumentali per l’ente. A questi si aggiungeranno nuovi cespiti, potenzialmente di maggiore appetibilità, attualmente locati, quali immobili commerciali e terreni di pertinenza di varie attività.

Il valore stimato della prima annualità del P.A.V.I. 2018/2020 sarà, dunque, di circa 12 milioni di euro, mentre complessivamente, la misura in questione ha un valore compreso tra 15 e 16 milioni di euro. La sua realizzazione, stimata prudenzialmente intorno al 50%, determinerà un introito che andrà a beneficio del saldo di cassa, con minori interessi passivi sull’anticipazione di tesoreria ed inoltre contribuirà a migliorare il risultato di amministrazione quale copertura del c.d. “disavanzo tecnico” da ripianare in 28 anni, con beneficio anche nei futuri bilanci di previsione.

Altra misura individuata –che si svilupperà nel corso del 2018- riguarda la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà sui terreni nei quali sono stati realizzati immobili di edilizia residenziale pubblica. In questo modo ci si propone di ottenere benefici di carattere finanziario per l’ente, incrementando le entrate attraverso la cessione definitiva degli immobili, allo stesso tempo consentendo agli assegnatari degli alloggi in aree PEEP di diventarne pieni proprietari, a condizioni economiche agevolate. Tale misura permetterà all’ente anche di migliorare la conoscenza del proprio patrimonio immobiliare e gli obblighi convenzionali in essere con gli assegnatari delle aree concesse, nonché di sanare le incongruenze eventualmente verificatesi nel tempo a seguito delle modifiche normative succedutesi e dei trasferimenti immobiliari.

Il valore stimato di tale misura è di circa 2 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 2,1 milioni di euro derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica, che andranno anch’essi a beneficio del saldo di cassa.

Prevista anche la definizione agevolata delle morosità della Tassa sui rifiuti (TARI) per gli anni 2014-2016 (tale definizione temporale è dovuta al fatto che per le annualità precedenti i contribuenti possono comunque avvalersi della possibilità analoga prevista dal D.L. n. 148/2017).

L’attuazione di tale misura sarà realizzata nel 2018 e per metà 2019 e sarà svolta dal gestore del servizio integrato di igiene urbana in collaborazione con gli uffici comunali. Si prevede, prudenzialmente, un incasso tra i 10 e i 12 milioni di euro che andranno a migliorare la liquidità dell’Ente, in funzione del rientro dall’anticipazione di tesoreria con minori interessi passivi, e a ridurre la consistenza dei residui attivi.

Ulteriore misura riguarda l’alienazione delle quote detenute nella società Minimetrò Spa, di cui il Comune è titolare al 70%. La misura in questione ha un duplice obiettivo: acquisire un introito –stimato in circa 4 milioni di euro- che andrà a beneficio del saldo di cassa, quindi, generare –a decorrere dall’esercizio 2019– risparmi sulla spesa corrente a titolo di corrispettivo del servizio di gestione dell’infrastruttura.

Il corrispettivo a carico del Comune per il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario della concessione ammonta, infatti, a quasi 9 milioni di euro (IVA compresa), di cui il 65% è imputabile all’infrastruttura e il 35% all’esercizio. Si stima che, a regime, l’operazione di dismissione, grazie ad economie di scala gestionali e ad ottimizzazioni nella gestione, potrà determinare risparmi sul corrispettivo del contratto di servizio quantificabili in circa 1 milione di euro/anno.

L’attuazione della misura richiederà preventivamente la definizione/modifica dello Statuto sociale, della Convenzione-quadro e del Contratto di servizio, al fine di rendere la dismissione efficace ed economicamente vantaggiosa, nonché di tutelare giuridicamente ed economicamente la posizione del Comune di Perugia che rimane proprietario dell’infrastruttura e concedente del servizio di gestione.

Ed ancora si propone il miglioramento della capacità di riscossione delle entrate proprie, attraverso l’adozione di un diverso modello organizzativo, nel quale le competenze specifiche in materia vengono accentrate in una nuova struttura che svolgerà, nei confronti delle unità operative dell’Ente una continua azione di monitoraggio, coordinamento, impulso ed indirizzo per quanto riguarda la riscossione delle entrate. Saranno, inoltre, implementate sia la piattaforma informatica per il monitoraggio dell’attività interna di riscossione delle entrate proprie sia il canale di pagamento telematico delle entrate comunali c.d. “PagoPA”. Si prevede anche  una velocizzazione delle rendicontazioni e degli incassi da Stato, Regione ed altri soggetti pubblici e privati.

Infine, sono stati definiti nuovi indirizzi in materia di entrate e spese correnti per il Bilancio di previsione 2018-2020 e il miglioramento degli equilibri di parte corrente, al fine di superare, per il futuro, le criticità stesse evidenziate dalla Corte dei Conti.

Gli indirizzi sulla parte di entrata riguardano: a) Istituzione del canone concessorio non ricognitorio (entrata patrimoniale) da applicare ai soggetti titolari di concessione per l’utilizzo del suolo e del sottosuolo delle pubbliche strade. Applicazione dal 2019 previa elaborazione ed approvazione di apposito Regolamento e censimento delle occupazioni esistenti; b) – Riduzione delle entrate straordinarie derivanti da recupero evasione e da contravvenzioni al codice della strada utilizzate per il raggiungimento dell’equilibrio di parte corrente; c) – Acquisizione di maggiori trasferimenti regionali per il Trasporto Pubblico Locale (mobilità alternativa): trattativa con la Regione per l’assegnazione di ulteriori risorse a valere sul Fondo regionale per il trasporto pubblico locale o in alternativa attivazione del contenzioso. d) Revisione delle tariffe dei proventi dei servizi a domanda individuale: Servizi cimiteriali per il nuovo forno crematorio.

Gli indirizzi per la parte di spesa sono: a) Spesa di personale: rimodulazione del piano triennale delle assunzioni e riorganizzazione della spesa per il personale a tempo determinato; b)  Spesa corrente per acquisto di beni e servizi: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti a fronte dei quali non sussistono obbligazioni già perfezionate; c) Spesa corrente per trasferimenti esterni: rimodulazione delle previsioni riducendo selettivamente gli stanziamenti non obbligatori; d) Adeguamento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità iscritto nel bilancio preventivo; e) Revisione, d’intesa con i fornitori e nei limiti della normativa, dei tempi di pagamento delle forniture di beni e servizi.

Per quanto riguarda poi il finanziamento degli investimenti l’Amministrazione continuerà ad applicare l’articolo 191 del D.Lgs. n. 50/2016 che prevede la cessione di immobili in cambio di opere.

La giunta, illustrando l’atto, ha comunque tenuto a precisare che molte delle misure proposte rappresentano la continuazione di un processo già avviato dall’inizio della legislatura che ha consentito di raggiungere importanti risultati soprattutto in termini di riduzione della spesa.

Il dibattito che è seguito all’illustrazione dell’atto si è concentrato principalmente sulla proposizione di alcuni quesiti in relazione alla manovra esposta. Le opposizione hanno, in generale, espresso perplessità sulle misure esposte da uffici e giunta, ritenendole scarsamente concrete. Il riferimento è principalmente alla vendita degli immobili, le cui aste sono andate più volte deserte in passato. Secondo le opposizioni, dunque, servirebbero ben altri provvedimenti al fine di centrare due obiettivi: una effettiva riduzione dell’anticipazione di tesoreria ed una modalità differente di raggiungimento degli equilibri di bilancio senza l’ausilio delle entrare straordinarie e, per questo, incerte.

Durante il dibattito è stata avanzata anche l’ipotesi di valutare la vendita delle farmacie Afas. Sotto quest’ultimo profilo sia la giunta che gli uffici hanno espresso una netta contrarietà, sia per ragioni di carattere economico, garantendo le Afas introiti importanti per il Comune, sia per motivi di carattere giuridico.

Gli uffici hanno, in senso generale, riferito che le misure correttive contenute nella preconsiliare, dopo la votazione da parte del Consiglio, verranno inviate alla Corte dei Conti che, entro 30 giorni, dovrà esprimersi sulla congruità delle stesse. Successivamente si aprirà la fase attuativa delle misure come descritte.

In merito alla situazione dell’anticipazione di tesoreria si riferisce che la stessa nel corso del 2017 è nettamente migliorata, con una riduzione di oltre il 40% (anche per ciò che riguarda le somme non restituite che scendono da 23 a 13 milioni).

In merito alla soluzione relativa alla vendita delle quote del Minimetrò, gli uffici segnalano che il Comune rimarrebbe comunque proprietario dell’infrastruttura e “concedente” del servizio.

Il dibattito sulla preconsiliare riprenderà lunedì in II commissione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.