Perugia, a rischio la Scuola di specializzazione in Oncologia per mancato accreditamento

PERUGIA – “La struttura di Oncologia Medica di Perugia è un centro di riferimento riconosciuto a livello nazionale ed internazionale sia per la ricerca che per la cura del cancro – dichiarano Tommaso Bori e Sarah Bistocchi, Consiglieri Comunali del Partito Democratico – Da sempre è presente la scuola di specializzazione in Oncologia afferente all’Università degli Studi di Perugia ad eccezione dello scorso anno, in cui non è stata accreditata. Ad oggi rischia addirittura la chiusura se non verrà riammessa in questo nuovo anno accademico prima del concorso nazionale per le specializzazioni mediche”.

“Oncologia Medica – proseguono Bori e Bistocchi – fa parte della struttura della rete formativa attivata presso l’Università degli Studi di Perugia a cui si è scelto di dare, però, come sede la struttura di Oncoematologia dell’Ospedale di Terni, Struttura Complessa Universitaria composta da 5 ambulatori e che esegue ricoveri in regime programmato su 6 posti di degenza nel reparto di Medicina Interna. Si occupa di neoplasie ematologiche, inquadramento e terapia dei linfomi clinicamente aggressivi dei linfomi clinicamente indolenti: non è una struttura di Oncologia Medica quindi non può essere considerata una struttura di sede per una Scuola di questa classe. Al contrario, quella del capoluogo è una Struttura Complessa a direzione ospedaliera composta da una degenza di 22 posti, un D.H. con 11 ambulatori e dai laboratori di biologia molecolare situati presso il Centro di Ricerca Europea Oncologica, con, però, un unico docente di ruolo, in evidente sotto numero. Inoltre gli Specializzandi sono suddivisi tra le due sedi ad inizio specializzazione e vi permangono per tutto il completamento della scuola di specializzazione stessa, in contrasto con la normativa europea, con i decreti del MIUR sui criteri minimi per l’accreditamento delle Scuole di specializzazione, con il Regolamento delle Scuole di Specializzazione in generale ma anche con quello della scuola in Oncologia Medica dell’Università di Perugia, con quanto previsto dal Contratto di Formazione Specialistica”.

“Per questo abbiamo attivato la commissione che si occupa sia di università che di sanità – concludono i due firmatari – in cui chiediamo un’audizione nella commissione competente dei vari soggetti interessati dalla vicenda, sollecitiamo l’Ateneo affinché intervenga ed attivi un percorso volto alla ri-apertura della Scuola di Specializzazione in Oncologia, che non solo rispetti i criteri minimi di accreditamento, ma che diventi un punto di riferimento su scala nazionale, chiediamo di attivarsi nei confronti dell’Università degli Studi Perugia e delle altre Istituzioni competenti, per risolvere le evidenti criticità, per la tutela delle condizioni lavorative e formative di tutti gli specializzandi della scuola di Oncologia Medica attivata presso l’Ateneo perugino”.

“Nello specifico vogliamo sollecitare enti ed Istituzioni interessati per l’attivazione di una visit-on-site da parte delle autorità competenti ministeriali, come previsto dai decreti ministeriali sopracitati, ed eventualmente per una convocazione diretta dell’Osservatorio Nazionale a carico del Direttore di Scuola e/o del Magnifico Rettore della Università degli Studi di Perugia, in quanto garanti della formazione degli Specializzandi coinvolti; per la ratifica del piano generale di formazione, con la stesura precisa di un calendario formativo valido per ogni medico in formazione specialistica, offrendo agli specializzandi in servizio presso l’Oncoematologia di Terni l’opportunità di frequentare presso l’Oncologia Medica di Perugia; affinché valutino la possibilità di avere una Scuola aggregata mantenendo una sede a Perugia nella S.C. di Oncologia Medica di Perugia, favorendo al tempo stesso una mobilità nazionale ed internazionale, al fine di ottenere una preparazione di tipo Universitario nel rispetto del contratto di formazione”.

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