Perugia, Pd: “Continua il libro dei sogni di Romizi”

PERUGIA – Continua il libro dei sogni di Romizi. E’ l’accusa del Pd di Palazzo dei Priori a Romizi: “Dopo cinque anni di immobilismo e di regressione sui temi del trasporto pubblico e della mobilità alternativa il Sindaco Romizi, con un eccellente tempismo, all’approssimarsi delle elezioni amministrative, vagheggia improbabili rivoluzioni della mobilità cittadina”.

“All’indomani dell’inaugurazione della “faraonica” pista ciclopedonale di Sant’Andrea delle Fratte (1,8 km) che parte dal nulla e arriva nel niente Romizi vagheggia una “ZTL” intorno al nosocomio di Santa Maria della Misericordia quando, in cinque anni la sua Giunta ha lavorato contro tutto e contro tutti per ridurre anche quella del Centro Storico. Oltre a ciò Romizi lancia un progetto inadatto per la conformazione orografica della città di Perugia e della zona sud in particolare. Il Sistema Bus Rapid Transit oltre ad essere difficilmente attuabile per motivi prettamente economici (65/70 milioni di euro per un servizio che coprirà 12 km) visto che, come sua abitudine, la Giunta spera in improbabili finanziamenti ministeriali senza prevedere un euro di investimenti da parte del Comune, è inattuabile in una città delle dimensioni di Perugia. Questo sistema, diffuso in alcune città del mondo, prevede utenze ben superiori a quelle prevedibili nella zona Castel del Piano, San Sisto, Ospedale”.

“Il Sistema BRT è il classico fumo negli occhi che una Giunta in affanno vuole gettare ai propri amministrati: all’atto pratico si tratterebbe di enormi autobus che girerebbero all’interno della città condividendo la sede stradale con tutti gli altri veicoli e trovandosi quindi soggetti agli inconvenienti legati al traffico e alla congestione delle vie con l’evidente impossibilità di garantire la frequenza dei passaggi promessa. Altro neo, gravissimo per chi si candida a governare una città, è quello di lasciare scoperta dalla “rivoluzione” dei trasporti tutta la zona nord, dove non si prevedono miglioramenti dei collegamenti da e per il resto della città, come se Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, Ponte Valleceppi e tutte le altre frazioni non facessero parte della città. La nostra è una delle poche città di medie dimensioni ad avere tre stazioni ferroviarie principali, la vera rivoluzione dei trasporti può avvenire solo attraverso lo sviluppo di una metropolitana di superficie che possa mettere in collegamento, in tempi accettabili, tutta la città da Palazzaccia a San Martino in Campo passando per la stazione passante di Ponte San Giovanni e da lì salire a Sant’Anna o arrivare a Fontivegge e alle fermate di Ingegneria, Stadio, Capitini, Ospedale fino a Ellera Scalo. Questa è la vera rivoluzione del trasporto non pachidermici autobus ingolfati nel traffico. La mobilità perugina dovrebbe fare della cura del ferro la sua chiave di volta. Invece di improbabili collegamenti con autobus molto pesanti (che andrebbero a incidere anche sulla qualità del già disastrato manto stradale) dovrebbe prevedere una implementazione del trasporto ferroviario anche grazie all’integrazione RFI ed ex FCU, mentre, sulla stessa tratta prevista per il BRT, così come nelle altre zone della Città non servite dal ferro, basterebbe sperimentare agili navette ecosostenibili con passaggi ad alta frequenza: avrebbero costi decine di volte minori, con un servizio di qualità rapido, ecologico e proporzionato alla potenziale utenza”.