Perugia, Rsa Seppilli, sindacati: nostre domande rimaste senza risposta

Perugia – Stavolta il sindaco Andrea Romizi c’era e c’erano anche i vertici regionali della Sanità, l’assessore Luca Coletto e direttore Claudio Dario, ma le risposte chieste dai sindacati rispetto alla scelta pericolosa di trasformare una Rsa come la Seppilli di Perugia in struttura Covid non sono arrivate.

“Le nostre domande sono state sostanzialmente eluse – affermano in una nota i sindacati che hanno partecipato all’incontro in Comune, Cgil, Cisl e Uil di Perugia insieme alle categorie dei pensionati, Spi Cgil ,Fnp Cisl e Uilp Uil – in particolare non ci è stato chiarito perché la scelta è ricaduta su una struttura così delicata, come l’ex Grocco, dove insistono moltissimi servizi rivolti anche ai bambini e dove sono presenti persone anziane con ovvie fragilità.

Noi continuiamo a pensare che sarebbero state possibili altre soluzioni, evitando compresenze così delicate, ma ci sembra di capire che, nonostante le preoccupazioni del personale, degli utenti e delle famiglie, non si voglia tornare sulla decisione. Noi restiamo contrari a questa scelta, che abbiamo avversato dal primo momento – concludono Cgil, Cisl e Uil – ma a questo punto è fondamentale almeno avere un monitoraggio costante della situazione, non solo al Seppilli, ma in tutte le strutture per anziani della nostra provincia e della nostra regione”.

 

La IV Commissione consiliare Cultura, infatti, aveva ripreso in esame lordine del giorno dei gruppi di centro-sinistra, IPP, PD e Rete Civica Giubilei, con cui gli stessi esprimono contrarietà alla conversione della RSA Casa dellAmicizia A. Seppilliin struttura Covid, e chiedono un rafforzamento del personale sanitario. Lordine del giorno era già stato discusso nella seduta del 10 novembre scorso; al termine della seduta odierna è stato respinto a maggioranza dalla commissione. 

In particolare, con latto i consiglieri impegnano lamministrazione comunale a intercedere presso la Regione Umbria affinchè lAssemblea Legislativa torni indietro sulla sua decisione di convertire, seppur in modo parziale e temporaneo, in struttura Covid la Rsa Casa dellAmicizia A. Seppilli, sita al terzo piano del Centro servizi Grocco, che riunisce una serie di servizi territoriali utili e necessari a larga parte della comunità perugina, bisognosa di quei servizi in modo assiduo o sporadico. Chiedono, inoltre, di intercedere presso la Regione Umbria affinchè lAssemblea Legislativa ponga rimedio alle principali criticità, mettendo in atto una serie di interventi immediati, a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato di personale e dal pieno rispetto della sicurezza di chi lavora.

Oltre al rischio che loperazione rappresenta per gli anziani attualmente ricoverati, -ha ricordato la consigliera Bistocchi nellillustrazione dellatto- va considerato che il Seppilli occupa solo un piano del Centro Servizi della ASL1, che ospita come già ricordato altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione delletà evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica delletà evolutiva. Si tratta di servizi destinati a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano lex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte; di nonni che spesso accompagnano i nipotini alle sedute di riabilitazione al posto dei genitori, impegnati al lavoro; e di tutto il personale medico (medici, fisioterapisti e logopedisti) che già attualmente è in numero assai ridotto rispetto alle esigenze del territorio. Pertanto, ha proseguito la capogruppo Pd, desta preoccupazione e perplessità la decisione della Regione Umbria di trasferire una struttura Covid nello stesso stabile, in quanto per molte famiglie questo tipo di servizio è fondamentale e già ora subisce fortissime limitazioni derivate dallemergenza sanitaria: visite e riabilitazioni rimandate o annullate, incontri diradati, lunghe attese. Occorre garantire il servizio e la sicurezza di questi bambini fragili, dei loro genitori, dei loro nonni, nonché di tutto il personale sanitario che di loro quotidianamente si occupa, e forse ingressi e percorsi separati potrebbero non essere sufficienti a evitare la contaminazione degli spazi e il rischio di infezione.

I proponenti hanno ribadito, inoltre, la mancata programmazione di una risposta sanitaria adeguata a questa nuova ondata di pandemia che -sostengono- ha fatto si che il sistema sanitario umbro si trovi di nuovo a fronteggiare una situazione di emergenza con forze insufficienti e con una carenza di medici e infermieri su tutto il territorio. 

Già nella passata seduta erano intervenuti sia familiari di bambini in cura presso la neuropsichiatria infantile della struttura, che sindacalisti, che avevano evidenziato come la scelta di fare del Seppilli un ospedale Covid fosse, a loro avviso, sbagliata e pericolosa. La discussione, tuttavia, si era chiusa con la richiesta degli stessi proponenti di ulteriori audizioni.

Alla seduta odierna sono intervenuti lAssessore alla  Salute e alle  Politiche Sociali  della Regione  Umbria, Luca Coletto,  il Direttore generale Salute e Welfare della Regione Umbria, Claudio Dario, il Direttore Sanitario ASL Umbria 1, Massimo DAngelo, la dott.ssa Vescarelli responsabile della struttura, il Sindaco Andrea Romizi, e di nuovo i rappresentanti sindacali (Vanda Scarpelli e Tatiana Cazzaniga per la CGIL, Mario Bravi e Luciano Campani per SPI CGIL, Michele Belladonna per la CISL, Giorgio  Menghini per FNP CISL,  Marco Cotone per  la UIL e per UILP UIL  Francesco  Ciurnella)  nonché , in rappresentanza dei familiari degli utenti della neopsichiatria infantile,  Stefania  Zucchini e Alessandro Riccini Ricci e degli anziani della residenza, Maria Rita Cruciani.

Ad aprire gli interventi è stato lassessore alla Sanità della Regione, Luca Coletto, che ha rivendicato la correttezza delle azioni messe in campo. La realtà dei fatti -ha detto- è che stiamo affrontando una pandemia e lo stiamo facendo in maniera lineare e trasparente nel rispetto delle norme di gestione della patologia.Lassessore ha, quindi, invitato a evitare strumentalizzazioni. Ciò che serve -ha concluso- sono lucidità, rapidità di esecuzione e coesione, per il raggiungimento dellobiettivo comune di sconfiggere il coronavirus limitarne i danni con gli strumenti che abbiamo.

Il Direttore Dario ha, quindi, spiegato che rispetto alla prima ondata di pandemia, nella quale la diffusione del virus era sostanzialmente legata da una discesa di focolai dal nord Italia, la seconda è stata invece caratterizzata da una parcellizzazione e diffusione di focolai e contagi al rientro dalle vacanze soprattutto dei giovani, prima nelle comunità dei giovani stessi e quindi nelle famiglie. Il virus si muove con le persone -ha precisato- e laumento del contagio è proprio dovuta allaggregazione e ai contatti stretti. In questa seconda fase, peraltro, è chiara limportanza degli asintomatici nelle dinamiche di contagio.Arrivando al tema della seduta, Dario ha anche spiegato che il coinvolgimento di strutture per anziani e soggetti fragili si è fatta sentire molto di più che nella prima fase, proprio perché la diffusione del  contagio stesso ha reso ancora maggiormente rischioso il contatto dallesterno. In Umbria si sono avuti 300 casi positivi circa su 900 ospiti delle Rsa. La stessa Rsa Seppilli è stata una delle prime strutture che, nonostante tutte le attenzioni, ha visto un primo contagio. Proprio per questa prima contaminazione, come ha riferito lo stesso Direttore generale, gli ospiti sono stati spostati in altre strutture per proteggerli dal rischio di contagio. Sono stati, quindi, avviati percorsi di Rsa Covid con 118 posti letto, che hanno riguardato non solo il Seppilli, ma anche strutture di Spoleto, Pantalla, e Ternano. Lindividuazione di strutture per anziani a bassa intensità e post acuti -ha spiegato ancora il dott. Dario- è diventato uno dei capisaldi per la salvezza di questi pazienti, che se portati in ospedale potevano veder aumentare il rischio di contagio, per cui si è scelto di ospedalizzarli solo in presenza di un aggravamento delle condizioni.

Ancora più nel dettaglio è entrato il Direttore Sanitario della Asl Umbria 1 DAngelo, che ha tenuto a sottolineare come il Covid sia una patologia complessa che racchiude diversi livelli di cura, che vanno dalla terapia intensiva alla semi intensiva, fino alla degenza ordinaria. Ma vi è una fase importante -ha precisato- del ripristino delle condizioni in cui il paziente ha bisogno di una post ospedalizzazione, per la quale risultava necessario trovare una struttura che consentisse una cura a bassa intensità e un livello assistenziale di prossimità. Al Seppilli siamo intervenuti in maniera puntuale, tutto è stato progettato per un livello di gestione unica, unattività confinata rispetto al corpo di fabbrica, completamente separata, per quanto riguarda il cibo, i rifiuti, gli operatori con sorveglianza sanitaria specifica, un percorso specifico, insomma una compartimentazione assoluta rispetto al resto dellarea, per cui non si ravvisa alcun rischio per i soggetti che siano allesterno.

Nel corso dellincontro è stato anche mostrato un video amatoriale in cui la responsabile della struttura mostrava i diversi ambienti, percorsi, metodologie di accesso e misure di sicurezza adottati a garanzia della sicurezza della struttura, che tuttavia, secondo i proponenti, i familiari e i rappresentanti sindacali intervenuti non è stato in grado di rispondere a tutte le domande e di sedare le preoccupazioni espresse. Apprezzato, invece, dal vice Sindaco Gianluca Tuteri, che se da un lato ha detto di considerare legittime le preoccupazioni dei cittadini, dallaltra ha giudicato ineccepibile la soluzione adottata dalla regione per fronteggiare il virus e la psicosi che si diffonde insieme ad esso. Ha invitato, tuttavia, ad una comunicazione più adeguata, ben fatta, perchè -ha detto- solo così riusciremo ad affrontare la situazione, riducendo la psicosi che tutto ciò sta ingenerando.

Perplessità, invece, sono state nuovamente sollevate dalla signora Zucchini, in rappresentanza dei familiari dei bambini della Neuropsichiatria infantile, che ha ribadito la necessità di sapere se altre strutture siano state valutate prima di scegliere di convertire il Seppilli in struttura Covid. Il punto chiave -ha aggiunto- è linformazione, non sono state date chiare informazioni su questa conversione. Nel sito della Regione, in cui ci sono dati dettagliati, i pazienti del Seppilli e di altre Rsa non compaiono, non sappiamo quanti sono. Questo ci allarma. Non mi sento rassicurata -ha proseguito- da quanto detto e mostrato e per questo chiedo di non aggravare la situazione di tante famiglie che vivono già una situazione di ansia, non solo le famiglie dei bambini ma anche degli anziani residenti, tutte persone fragili che già vivono notevoli difficoltà.

Un invito ribadito dalla signora Cruciani, che a nome dei familiari degli anziani della residenza ha espresso grande preoccupazione. A sollevare la questione, con la petizione sono stati i familiari dei bambini, ma non dimentichiamo che gli anziani sono i soggetti più fragili, troppo spesso invisibili. Noi familiari ci sentiamo impotenti di fronte a un decisione che riteniamo presa con superficialità. Confido, quindi, che si possa tornare indietro su questa decisione.

In risposta il Direttore Dario, sottolineando il senso di responsabilità con cui tutti gli operatori del settore sanitario, a qualsiasi livello hanno operato e stanno operando, si è detto concorde sulla necessità di una informazione più adeguata, invitando tutti alla medesima attenzione, evitando uninformazione superficiale, allusiva, addirittura fraudolenta. Rispetto alla prima ondata abbiamo imparato molto, -ha spiegato- abbiamo strumenti diagnostici più potenti ed efficaci, abbiamo imparato a proteggerci nelle strutture sanitarie, abbiamo imparato che negli stessi edifici. ponendo grande attenzione agli impianti di climatizzazione e alla separazione fisica, è possibile gestire in sicurezza molte delle attività, ecco perché anche nella strutture ospedaliere riusciamo in parte a mantenere attività di ricovero per altre patologie e ambulatoriali.Lo stesso DAngelo ha aggiunto che, grazie alla compartimentazione che è stata effettuata nella struttura del Seppilli, non vi è possibilità di trasferimento dellagente patogeno da un ambiente allaltro, mentre allesterno dellarea, se viene garantito il distanziamento, non vi sono rischi, per il potere di diluizione del virus che permette di non raggiungere la causa infettante. Sia lo stesso DAngelo che la dott.ssa Vescarelli hanno, quindi, spiegato che il subitaneo intervento, nel momento in cui sono stati evidenziati i casi positivi della residenza, con il trasferimento di alcuni pazienti in ospedale e lisolamento totale di coloro che potevano essere trattenuti allinterno della struttura, ha evitato il diffondersi del contagio e anzi ha reso possibile il rientro dei pazienti negativizzati nella struttura stessa. Nella struttura -ha aggiunto Vescarelli- tutto è stato ristrutturato e sono state messe in atto procedure specifiche. La Rsa Covid segue le procedure del livello di cura intermedio, ospitando pazienti positivi che hanno superato la fase acuta e sub acuta e non hanno la possibilità di un rientro a domicilio in sicurezza. Stiamo anche lavorando con i servizi sociali del Comune per garantire ai pazienti il percorso adeguato una volta rientrati al domicilio.

Anche Alessandro Riccini Ricci, in rappresentanza delle famiglie che usufruiscono dei servizi del Grocco, ha tenuto a ribadire le preoccupazioni, dovute -ha detto- anche alla capacità di programmazione che non c’è stata prima.Ha fatto, quindi, appello al Sindaco perché si faccia carico delle richieste che vengono dalle famiglie, data la condizione particolare del Grocco.

Riposta che è arrivata seduta stante da parte del Sindaco che ha tenuto a sottolineare come da subito anche lamministrazione comunale ha raccolto tante preoccupazioni, manifestazioni di disagio, sia degli utenti che degli operatori, e si sia subito messa in contatto con la Asl che ha fornito le rassicurazioni, che oggi ci sono state date in maniera puntuale. La preoccupazione resta, -ha detto Romizi- ma credo che per tutti ci debba essere anche un affidamento alla professionalità dei dirigenti e degli operatori sanitari.Il Sindaco ha invitato, quindi, a una maggiore dialettica, che in situazioni di emergenza spesso viene sacrificata alla necessità di assumere decisioni in tempi stretti, e a una adeguata e continua informazione. Rispetto allutilizzabilità di altre strutture in città Romizi ha richiamato il recente Piano di salvaguardia della regione, nel quale ha auspicato che possano essere date risposte adeguate anche sul versante degli organici.

Critici i consiglieri di opposizione, che hanno confermato la necessità di capire se si sia fatto abbastanza per cercare delle alternative e per evitare i rischi di contagio. Il capogruppo IPP, Fabrizio Croce ha ribadito come il problema vero, ancora senza risposta, sia quello della promiscuità allinterno della struttura, nella quale vi sono categorie fragili da salvaguardare.

Stessa obiezione anche dal capogruppo Giubilei, per il quale contrariamente a quanto assicurato dai vertici della sanità regionale e della Asl, la promiscuità c’è e, proprio per questo, la scelta della regione è una scelta ad alto rischio.

Anche per Zuccherini (Pd) c’è stata una sottovalutazione della situazione e una mancata programmazione, che ha portato a scelte non partecipate e condivise con le altre istituzioni e i cittadini. Un invito a tornare indietro è stato, quindi, fatto dalla consigliera IPP Maddoli: Le vite degli anziani non valgono di meno. -ha detto- Hanno il diritto a essere tutelati. È necessario mettere in sicurezza gli anziani, gli operatori e i pazienti dei servizi con le loro famiglie.

Daltro lato, il capogruppo Lega Mattioni ha richiamato i colleghi a non far finta di non aver compreso quanto è stato spiegato dai responsabili riguardo alla sicurezza della struttura. 

Concordi i rappresentanti sindacali -Bravi (Spi Cgil), Ciurnella (Uil Pensionati) e Menghini (Fnp Cisl)- nel ribadire come, a loro avviso, si tratti di una scelta sbagliata, sulla quale è necessario tornare indietro per evitare quello che è successo in Lombardia nel corso della prima ondata.

Critica, infine, rispetto agli interventi dei rappresentanti della Regione anche la capogruppo Pd Bistocchi, che ha chiesto di mettere in votazione latto, considerata esaurita la sua discussione, ma non il problema. Sommare fragilità a fragilità è sbagliato, -ha concluso- non ascoltare le preoccupazioni dei cittadini è sbagliato, esprimere solidarietà al personale sanitario e poi non fare nulla è sbagliato.” 

Al termine della discussione, con 10 voti contrari (maggioranza) e 5 favorevoli (opposizione) lordine del giorno è stato respinto dalla commissione.