Termina con una sfilata, alla Fondazione Perugia, OPEN LaB di Relegart

Una sfilata per mostrare quello che è stato creato durante il progetto OPEN Lab realizzato dalla cooperativa sociale RE.LEG.ART., con il sostegno di Fondazione Perugia, di Fondazione Italiana Accenture e Unicredit. Preziosa è stata anche la collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Ambientale Corso in Design, che ha studiato delle nuove linee di prodotto.

“Con OPEN LaB – affermano Silvia Romaniello e Loredana Zamponi rispettivamente Presidente e Vicepresidente della cooperativa – abbiamo desiderato legare il passato, l’esperienza, il mestiere, i progetti con il presente, i bisogni reali delle persone diversamente abili e il futuro, la nostra Arte che sposa l’Innovazione. Grazie ad Investiamo Sociale, abbiamo affrontato un trasloco in tempo di pandemia, abbiamo ospitato 8 ragazzi diversamente abili e ne abbiamo assunti 2 a tempo indeterminato. In collaborazione con UNIPG si è ideata e creata una nuova linea di borse e oggetti vari che presto saranno esposte e vendute anche nel nostro e-commerce”.

Il progetto Open Lab ha puntato sulla trasparenza e sull’innovazione. Per prima cosa, ha permesso alla cooperativa di esaudire un vecchio sogno: aprire il laboratorio – bottega in via Fausto Luciani, 31 a Castel del Piano. Un luogo aperto ed accessibile a tutta la comunità, permettendo così di continuare a perseguire la mission: fare inclusione sociale attraverso l’artigianato. In questo spazio, i clienti, i fornitori, i familiari possono vedere i ragazzi lavorare e interagire con loro sia al momento della produzione che nella fase di vendita e acquisto dei prodotti. Il secondo step è stato quello di rivisitare i prodotti stessi con un progetto innovativo, ricco di relazioni che si caratterizza per qualità dei materiali, sostenibilità, innovatività del design e inclusione sociale.

Gli studenti sono stati chiamati ad elaborare degli articoli in grado di interpretare i diversi livelli di sostenibilità che l’azienda incarna: una sostenibilità ambientale, che si esplicita con operazioni di upcycling, cioè offrendo nuova vita a pellami e tessuti di scarto; una sostenibilità di tipo sociale, che si realizza ideando accessori che le persone disabili siano in grado di gestire in autonomia, ed infine, una sostenibilità economica con azioni di design e marketing territoriale volte a proporre idee innovative che permettano di restare competitive sui mercati nazionali e internazionali.

Proprio a conclusione della conferenza, i ragazzi disabili, hanno presentato le nuove creazioni con una sfilata.

RE.LEG.ART. è una cooperativa sociale nata a Perugia nel 1981, per oltre 40 anni ha operato concretamente per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone di diversamente abili, superando con coraggio anche le difficoltà. Con Open Lab Relegart ha iniziato una nuova sfida con entusiasmo ed idee nuove.Hanno partecipato:

Edi Cicchi Assessore al Welfare del Comune di Perugia

“RE.LEG.ART. è una cooperativa storica, trasparente e dona opportunità a tanti giovani con

disabilità”.

Laura Perugini per la Fondazione Perugia si è congratulata per l’esito del lavoro.

Andrea Bernardoni presidente di Legacoopsociali.

“In un anno RE.LEG.ART. è riuscita a rispettare i tempi e gli impegni presi. Open LaB è un progetto pilota che va rafforzato e i presupposti ci sono. Open LaB deve essere un modello anche per altre imprese sociali”

Luigi Rigli per Unicredit

“RE.LEG.ART. è una realtà che produce oggetti di qualità e di valore, merita di essere sostenuta”

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Prof. Paolo Belardi

“Ringrazio il Prof. Antonio Picciotti per il suo lodevole impegno e sono orgoglioso sia per la socialità sia per il fatto che il Corso in Design del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, conta circa 700 studenti, e 30 dei quali hanno lavorato a stretto contatto con i ragazzi della coopertiva”.

La Prof.ssa Benedetta Terenzi per UNIPG

“Ringrazio la prof.ssa Maria Antonietta Sbordone e le dottoresse Ilenia Amato e Francesca Pucciarini, che sono state parte integrante del progetto”