Terni, documento politico della maggioranza. E le opposizioni chiedono un consiglio comunale straordinario

TERNI – “Una settimana di passione, anche se ci prepariamo al Natale e non a Pasqua”. E’ la battuta che circola alla vigilia di una settimana impegnativa per il Comune di Terni. Il presidente Mascio ha convocato il consiglio comunale prenatalizio per l’approvazione della vendita delle farmacie e del piano riaggiornato. Una maratona natalizia, che arriva anche dopo la riunione di martedì sera, quando a vedersi sono stati sindaco, giunta e maggioranza. All’ordine del giorno la discussione di un documento politico, chiaro e netto per alcuni, eccessivo e pretenzioso per altri che la buttano là: “Si scrive che in un anno siamo chiamati a fare quello che non siamo riusciti a fare il tre”.

Al di là delle polemiche, dipingendo un quadro abbastanza complesso, traccia quali saranno i punti su cui Palazzo Spada sarà chiamato ad intervenire nei prossimi mesi. In primis l’area di crisi complessa, il Piano ambientale strategico e tutti gli investimenti legati alla mobilità. Un vero programma di fine legislatura che in molti chiedono sia partecipato e condiviso non solo con le forze politiche, ma soprattutto con le associazioni di categoria. E intanto, con tutta questa carne al fuoco, viene anche il dubbio che Di Girolamo possa essere intenzionato ad andare avanti e non mollare la fascia tricolore. A Terni la fine naturale della legislatura è per il 2019 e il rischio è che, con dimissioni troppo tardive del sindaco, ci si trovi a vivere un anno di commissario. Tutta una questione di tempistiche dunque, per agganciare o meno la finestra elettorale.

Intanto però la navigazione non promette bene. Quasi tutte le opposizioni chiedono una seduta straordinaria del consiglio comunale per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Lo chiedono i consiglieri di M5S, I Love Terni e Paolo Crescimbeni. “Si è quindi proceduto contestualmente invitando il Sindaco, la Giunta comunale e i dirigenti, ognuno per la propria competenza, a produrre le proposte di delibera ai sensi dell’art.194 del Tuel oggetto della ricognizione straordinaria, nonché a mettere a disposizione tutta la documentazione al consiglio comunale in tempo utile per deliberare entro il 31 dicembre 2017”.

“Affrontare la questione entro la fine di questo anno – prosegue la nota –  è indispensabile, non possiamo più esitare! Il 31 dicembre 2017 infatti, così come è stato confermato anche dalla dirigenza in commissione è termine improrogabile dopo il quale potrebbero scattare conseguenze devastanti, oltre al commissariamento dell’Ente, anche i funzionari e dirigenti che hanno commissionato le spese, seppur quelle dovute, potrebbero vedere recapitarsi richieste di pagamento da parte dei creditori, anche in virtù degli accordi transattivi firmati senza deliberazione del consiglio comunale”.
“Per questo – concludono i consiglieri firmatari – riteniamo che deliberare sui debiti fuori bilancio sia un atto di responsabilità nei confronti dell’intera comunità e confidiamo in tutte le persone di buona volontà in seno all’Ente al fine di ottenere la maggior disponibilità possibile per evitare ulteriori conseguenze disastrose per tutti noi”.

Sulla questione è intervenuto con una nota anche il consigliere Marco Cecconi (FdI, “L’urgenza di discutere in Consiglio comunale della reale situazione debitoria di Palazzo Spada e delle effettive opzioni di ripiano che la giunta si appresterebbe a mettere in campo – scrive Cecconi – è direttamente proporzionale alla grandissima confusione ingenerata da un’Amministrazione che naviga a vista, sballottata di qua e di là dalla propria incapacità e, non a caso, anche da continue bocciature”.
“Alcuni bubboni come la questione spinosissima  di certi debiti fuori bilancio in particolare – continua il consigliere d’opposizione – incancreniscono di rinvio in rinvio”.  “È per questo che, già dalla settimana scorsa, ho presentato un atto di indirizzo affinché il sindaco e la giunta facciano immediata chiarezza sui debiti, ma anche – per affrontare la questione nella sua interezza – sull’attualità o meno del Piano di riequilibrio attualmente sub judice, magari sostituito in tutto o in parte da un ricorso al Fondo di rotazione che comporterebbe per i cittadini conseguenze devastanti in termini di inasprimento della pressione fiscale. E condannerebbe la città alla paralisi ed all’impoverimento sotto tutti i punti di vista”.

 

 

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