Via libera al dissesto finanziario a Terni. Con quattro voti favorevoli e due contrari passa l’atto in commissione bilancio

TERNI – La prima approvazione di dissesto finanziario al Comune di Terni è passata in commissione bilancio. Ora si aspetta il giudizio che ne darà tra poco più di una settimana, il Consiglio comunale. Presente alla seduta anche il sindaco Leopoldo Di Girolamo. I voti favorevoli all’atto sono stati quattro (Pd più il presidente della commissione Sandro Piermatti)  mentre i contrari sono stati due (Enrico Melasecche e Thomas De Luca). Non ha partecipato al voto Francesco Ferranti (Forza Italia) uscito dall’aula al momento di esprimersi. Scatta subito la polemica dei 5 Stelle con De Luca che su Facebook posta un annuncio: «Il patto del Nazareno ternano è fatto. Forza Italia, in commissione, alza il badge e non vota sulla dichiarazione di dissesto». Le opposizioni, come prevedibile, si sono scatenate non solo contro l’amministrazione, ma anche contro i revisori dei Conti, rappresentati in aula da Fabio Castellani (presidente) e Nadia Beatrice Lidia Anastasi. Il sindaco Di Girolamo, nell’illustrare l’atto che darà il via libera alla procedura, ha ripercorso le procedure seguite e ricordato le cause del dissesto, già contenute all’interno della stessa delibera e della relazione contabile ad essa allegata, tornando a fare riferimento ad «elementi di criticità piuttosto costanti nel tempo». Dopo di lui, Castellani ha aggiunto che tra le ragioni dell’attuale situazione «c’è anche un controllo delle partecipate non ligio». «Negli anni precedenti – ha continuato – si sono creati degli squilibri contabili che hanno portato a riconoscere debiti fuori bilancio. Ma il piano di equilibrio finanziario per noi reggeva numericamente ed era l’ultima possibilità per l’ente. A questo punto però la procedura di dissesto è inevitabile».La dura risposta della minoranza non si fa attendere.  Melasecche (I love Terni) accusa «il sindaco di continua a non assumersi le proprie responsabilità», per Thomas De Luca (M5S), «il collegio avrebbe dovuto obbligare l’amministrazione a riconoscere i debiti fuori bilancio e a trovare la copertura dello squilibrio». In poche parole, secondo il pentastellato, i revisori – che hanno riconosciuto che senza i 7 milioni di euro di debiti fuori bilancio il Comune non sarebbe in dissesto – «avrebbero dovuto dissentire nelle proprie relazioni rispetto alla gestione dei conti degli ultimi anni». Non diversa la critica di Marco Cecconi (FdI): «Se i revisori avessero avvertito l’amministrazione rispetto al baratro verso cui stava andando  non saremmo arrivati a questo punto. Sono l’amministrazione e i revisori a portare sulle loro spalle la responsabilità del dissesto. E’ ora necessario che arrivi un commissario che apra i cassetti dell’amministrazione». Oltre a Franco Todini, de Il Cammello, a parlare è stato anche Francesco Ferranti (Forza Italia), il quale ha evidenziato che «il fallimento amministrativo e contabile ufficialmente conclamato ha origini politiche, che si ritrovano nelle continue lotte interne alle correnti di partito». Al momento del voto, l’opposizione a seguito dell’uscita del forzista Ferranti, si è scatenata e con ironia ha accusato ferranti di”inciuciare” con la maggioranza. La replica dell’esponente di Forza Italia è stata immediata: «La più alta forma di contrarietà all’operato di questa amministrazione è la non partecipazione alle votazioni, così da non creare le condizioni alla maggioranza di avere il numero legale in caso di défaillance. Forza Italia ritiene che questa amministrazione non sia più interlocutore credibile e per questo motivo non partecipiamo alle votazioni in commissione così da non essere partecipi all’eventuale mantenimento del numero legale e stesso comportamento terremo in consiglio comunale dove la maggioranza avrà così il doppio onere non solo di avere i voti ma anche il numero legale».

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