“Birra Perugia” medaglia d’argento all’European Beer Star 2015

PERUGIA – Birra Perugia si conferma ai massimi livelli qualitativi e conquista la medaglia d’argento all’European Beer Star 2015 di Norimberga. Il prestigioso riconoscimento, assegnato alla Golden Ale, va ad arricchire il palmares del birrificio umbro, già vincitore di un oro nel 2013 e del Primo posto al concorso Birra dell’Anno, con la Calibro 7, tra le American Pale Ale.

Tornando all’European Beer Star, si tratta di una delle competizioni più importanti a livello mondiale, capace di mettere a confronto più di 1500 birre provenienti da 40 paesi differenti, tutte giudicate da una severa commissione di oltre 100 esperti che assaggiano i campioni “alla cieca”. Il concorso si tiene ogni anno in Germania, così come la premiazione che è avvenuta a Norimberga, l’11 novembre.

“E’ una soddisfazione immensa – fanno sapere da Birra Perugia –. Tornare a ritirare un premio tanto importante in Germania non ha prezzo, specie in considerazione della medaglia d’oro, arrivata con la stessa birra appena due anni fa, e dell’altro clamoroso riconoscimento avuto dalla Calibro 7 nel febbraio scorso. E’ un momento magico per il nostro birrificio, anche se i premi non sono certo un punto di arrivo ma una grande spinta per fare sempre meglio. L’aver restituito alla città il suo birrificio ci rende fieri; il fatto che le nostre birre siano considerate tra le più buone del mondo ancor di più! E poi tutto questo succede in una data importantissima, proprio nell’anno in cui festeggiamo i 140 dalla fondazione del birrificio storico, nel 1875. Un’impresa per noi, insomma, ma soprattutto per la città e la regione che trovano un’altra eccellenza a livello internazionale e, perché no, un nuovo prodotto tipico”.

Un passo indietro sulla storia di questo progetto di successo è d’obbligo. La prima Fabbrica Birra Perugia vede la luce nel 1875 con sede in alcuni locali del centro cittadino. Si tratta dunque di uno dei primi birrifici sorti in Italia, insieme ad altri marchi storici come Wuhrer a Brescia, Forst a Merano, Dreher a Trieste, Peroni a Roma, Paszkowski a Firenze. In quegli anni l’azienda aveva sede in alcuni locali di palazzo Silvestri, nella centrale via Baglioni, vicino ai depositi di neve ubicati nei sotterranei della Rocca Paolina e utilizzati all’epoca come primordiali frigoriferi per la maturazione e la conservazione della birra, fatta in appositi fusti di rovere. La birra alla spina si spillava con impianti in legno di ciliegio, raffreddati con il ghiaccio, mentre la distribuzione veniva fatta grazie a carretti trainati da poderosi cavalli maremmani. Non di rado le consegne alla drogheria – ristoro della stazione ferroviaria e alle poche osterie di Fontivegge venivano effettuate con un carretto a mano. Un viaggio di ben 5 chilometri!

Nei primi del Novecento la fabbrica raggiunse una produzione significativa e la birra veniva distribuita su tutto il territorio dell’Italia centrale. La sede venne così trasferita nei più ampi locali di via Oradina (oggi via Bartolo) che si estendevano attraverso le cantine che dal teatro Turreno si spingevano fin sotto piazza Piccinino.

Un’impresa leggendaria, tra le più importanti della birra italiana della seconda metà dell’Ottocento, culminata con l’acquisizione da parte di un grande gruppo industriale e la relativa cessazione del marchio, alla fine degli anni Venti. Un oblio durato per quasi 90 anni e interrotto di recente, grazie al nuovo e avvincente progetto di questi giovani, moderno ma dal cuore antico.

 

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