Alessio Romeo, fondatore di Face4Job

Alessio Romeo, ingegnere 39enne, è il fondatore e Ceo di Face4Job, un innovativo portale che incrocia domanda e offerta di lavoro. Palermitano, Romeo ha insediato a Terni la sua start up innovative che ormai ha piantato solide radici e deve proprio alla Regione Umbria la vittoria di un bando utile a far partire la sua azienda. E da lì ha ricominciato la sua scalata. Già, ricominciato.
Il suo, Romeo, è un caso di “cervello rientrato”, piuttosto che cervello in fuga. Un cervello che si è messo più volte in gioco.
Dopo la laurea, da siciliano “senza spalle coperte” ho vinto un concorso che a Firenze mi apriva prospettive molto interessanti per la carriera militare da ufficiale. Al primo colloquio di lavoro però ho lasciato l’Arma, per approdare alla Nuova Pignone, che nel frattempo era stata assorbita da General Electric. Ho trascorso un quinquennio tra Asia e Medio Oriente. Sono iniziati quindi i viaggi ed esperienze uniche già da giovanissimo. Il ritorno in Italia arriva grazie alla chiamata di un’altra importante azienda, per la quale dovevo svolgere il ruolo di assistente dell’amministratore delegato. Nel 2009 prendo poi in mano una start up hi-tech americana/indiana con sede a Roma del centro R&S. Così a 32 anni mi ritrovo dg di un’azienda da creare. Ho dovuto così strutturare tutta l’impresa, anche da direttore delle risorse umane, vivendo in modo diretto le dinamiche di tutti i possibili partner di supporto ai processi di recruiting, web e no, incluso quelle dei cacciatori di teste. Da qui nasce Face4Job. Nel tempo libero ho stilato il progetto, ho trovato i primi finanziamenti, ho vinto il bando della Regione Umbria e mi sono messo all’opera, lasciando un’azienda all’apice della carriera.

Che cos’è e come funziona concretamente Face4Job?
Parliamo innanzitutto di un portale (no dei comuni siti di annunci conosciuti) in cui, come primo step, si incontrano domanda ed offerta di lavoro per poi iniziare l’interazione tra le parti. L’algoritmo che favorisce il matching della ricerca è guidato da parametri che vengono pesati in maniera soggettiva, a seconda di quanto deciso dall’azienda che cerca. In Face4Job non giudichiamo nessuno e non ci sono intermediari che lo fanno: ci si mette in gioco in modo diretto giocandosi le proprie chance in prima linea. Il candidato che si iscrive fornisce una propria descrizione, anche rispetto ai talenti che lo contraddistinguono più di altri. L’azienda, in base a queste doti, sceglie e manda un questionario a cui il candidato può rispondere offline, quando vuole. C’è poi un questionario a cui rispondere in real time e quindi un incontro in diretta e live (video telefonata), sempre in Face4Job, tra datore di lavoro e candidato. Il servizio è totalmente gratuito per chi cerca lavoro, mentre per le aziende il primo costo arriva dopo averlo provato in versione demo, senza contratti e con comode ricariche anche congelabili. Un portale quindi per ogni esigenza, dalla micro alla grande impresa (quest’ultima può scegliere invece accordi flat a tempo).

E com’è il mercato del lavoro umbro e italiano, dal suo osservatorio privilegiato?
Non manca il lavoro, ma serve sintonizzarsi su nuove frequenze. Manca l’incontro moderno. Il lavoro è rete e intraprendenza, soprattutto dopo la crisi. Gli ultimi dati diffusi da Face4Job sono un’ulteriore conferma che c’è un mercato del lavoro in grado di rivitalizzare l’economia del nostro Paese. Ma va alimentato con scelte innovative e coraggiose, soprattutto con l’aiuto della rete, per uscire dagli schemi e puntare a una nuova cultura del lavoro. E’ necessario un cambiamento radicale in cui i vantaggi della disintermediazione si accompagnino a formazione ed orientamento oltre a nuove dinamiche nella relazione domanda – offerta. Abbiamo idee precise. Ci stiamo lavorando. Face4Job sarà in prima linea.

Spesso si dice che lo studio umanistico apra le porte della disoccupazione. E’ vero?
No. Lo studio umanistico apre le porte dello storytelling per esempio, che una delle nuove frontiere delle imprese. La rete è comunicazione. Piuttosto è il sistema delle università che andrebbe rispolverato.

Che cosa dovrebbe fare chi cerca lavoro oggi?
Prima di tutto un serio esame di coscienza, mettendo a fuoco i propri talenti e le proprie competenze. Fondamentale la conoscenza di una lingua. E poi per lavorare è necessario mettersi in gioco, i giovani troppo spesso cercano il lavoro dietro l’angolo.

Gli italiani sono un popolo di pigri?
Gli italiani spesso vivono di rendita, con molto assistenzialismo. Siamo molto creativi ma molto pigri. Dobbiamo guardare al digitale, lì è il futuro.

Se domani fosse chiamato a dare un consiglio a Renzi o addirittura diventasse ministro dove interverrebbe?
In primo luogo gli enti locali dovrebbero fare quello che abbiamo fatto con l’assessore Paparelli, cioè aprirsi al digitale. Il ministero ha accreditato anche Face4Job come soggetto privato idoneo a supportare Garanzia Giovani. E l’Umbria sarà una regione pioniera per l’ingresso di questa piattaforma nei centri per l’impiego. In più riterrei opportuna una revisione dei corsi di laurea. Non si possono formare persone che non lavoreranno mai. L’istruzione va riformata in base alle esigenze del mondo del lavoro: scuole e aziende devono camminare a braccetto.

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