DIS…CORSIVO. CAPITALE: SONO ARRIVATI GLI ESAMI!

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Non finiranno mai, ma un giorno hanno inizio, hanno avuto inizio. Gli esami per il titolo di Capitale europea della cultura 2019 sono cominciati, in tutta Italia, lo scorso 3 ottobre, sabato. La prima città in cui i commissari si sono recati è stata Cagliari. In linea con lo stile molto compassato della gente sarda, un comunicato assai laconico di “duerighe.com” riferisce che “il 3 ottobre sono arrivati in città i tre Commissari Europei incaricati di valutare la candidatura, accompagnati da due referenti del Ministero dei Beni Culturali. Sono stati accolti in Cattedrale dall’Arcivescovo monsignor Arrigo Miglio, dal Sindaco Massimo Zedda e dall’Assessore regionale ai beni culturali Claudia Firino. La loro visita è passata dall’antico e affascinante Quartiere Castello a Is Mirrionis percorrendo il viale Buon Cammino, proseguendo al lungo mare Poetto, Molentargius con i suoi fenicotteri rosa e il Borgo Sant’Elia”. Super visita o mini tour che sia stato, il percorso ha avuto un senso proprio nel rendere tangibile l’obiettivo della candidatura: il margine che viene posto al centro, il superamento delle linee di confine, siano esse socio-culturali, temporali o spaziali.

E così, i commissari, dopo l'immersione nel “Casteddu 'e susu”, si sono spinti fino a Molentargius, sito post industriale individuato come potenziale punto da rivisitare in chiave culturale e moderna e hanno fatto tappa anche al Poetto, “perché si sappia che è la spiaggia urbana più lunga d’Europa e che il nuovo Lungomare è al centro di un progetto di riqualificazione da parte del Comune”.

“Perché si sappia”: davvero Cagliari è così modesta nei suoi propositi di partecipazione agli esami, davvero non si attende altro che far sapere e mettere agli atti della commissione un compito ben svolto?

Non altrettanto sobri, lunedì 6, dovrebbero essere stati gli abitanti e le autorità di Lecce, stando a quanto riferisce il sito on line de “La Gazzetta del Mezzogiorno”: “E festa è stata. L’entusiasmo è riuscito a sconfiggere persino la pioggia ed a far uscire qualche timido raggio di sole, ieri pomeriggio, per il passaggio dei commissari europei. Le previsioni erano pessime. Così che, ieri mattina, quando la pioggia non lasciava speranze, è stato necessario attuare il 'piano B', facendo ricorso ai siti al chiuso per le manifestazioni d’accoglienza alla giuria internazionale. I commissari sono stati travolti dalle proposte, soprattutto quelle musicali. Un’energia che ha contagiato in primis il sindaco Paolo Perrone, il quale ha ballato la pizzica davanti all’istituto 'Galilei-Costa', dove è stata allestita la 'Casa della musica'. Le danze sono state aperte, però, da Nandu Popu (dei Sud sound system), poco prima, al Politeama, dove, davanti a centinaia di sostenitori - in prima fila amministratori locali e tanti studenti - ha intonato 'Casa mia, terra mia', composta per l’occasione, insieme all’orchestra Ico Tito Schipa.

La full immersion nel centro storico è partita da Porta San Biagio. Motivo di richiamo, la tavolata allestita in strada con piatti della tradizione salentina ma anche specialità delle numerose etnie presenti in città da anni. Poi, in giro con il trenino turistico.

La prima tappa dei commissari europei è stata, però, la visita nel quartiere Leuca, dove dal 2009 è in corso il programma di 'Rigenerazione urbana', un percorso di riqualificazione strutturale di strade e spazi pubblici con il diretto coinvolgimento dei residenti. Un laboratorio aperto, fatto di scelte urbanistiche condivise, ma anche di incontri, dibattiti, mostre e feste di quartiere con tanto spazio per la creatività. Un processo di rigenerazione voluto dall’amministrazione comunale con il concorso di ben 24 associazioni.

Ultima tappa dell’itinerario in città, le Manifatture Knos, trasformate in un cantiere vero e proprio, con i muratori intenti a lavorare la pietra leccese. L’edificio in costruzione, spiega un grande cartello, è 'reinventare Eutopia', lo slogan che ha accompagnato due anni di costruzione della candidatura di Lecce2019. Un cantiere variopinto, vociante, pullulante di varia umanità quello che ha accolto la commissione europea, forse sopraffatta - anche qui - da tanta concentrazione di 'arte convergente, tecnologia, ambiente', come recita il grande poster all’ingresso delle Manifatture”.

E per fortuna che Lecce ha dovuto adottare il piano di riserva: non oso immaginare che festa sarebbe stata quella col piano principale pienamente dispiegato! Una parte, però, di esso dev'essere stata attuata se si pensa a quella tavolata per strada e a quei muratori intenti a lavorare la pietra leccese che solo qualche benedetto raggio di sole del sud, uscito provvidenzialmente in aiuto, ha permesso ai commissari di vedere. Forse il rito propiziatorio del sindaco alle prese con la pizzica ha compiuto il miracolo.

Martedì 7 è stata la volta di Matera. Qui, però, il tempo si è comportato esattamente al contrario rispetto a Lecce: tutto bene al mattino, tranne una fastidiosa pioggerella, un diluvio nel pomeriggio, in mezzo una coreografia, se possibile, ancora più roboante di quella leccese.

Leggiamo su “Gravinalife.it”: “Il clima è stato clemente solo in mattinata consentendo ai cinque membri della commissione europea in visita a Matera di godere appieno del silenzio della Murgia e del panorama del Belvedere. Qui il sindaco, Salvatore Adduce, e il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, hanno accolto la delegazione della giuria che assegnerà il titolo a capitale europea della cultura per il 2019.

'Sono molto contento della vostra presenza qui a Matera, perché la nostra città per essere davvero scoperta ha bisogno di essere vissuta e non solo raccontata – ha dichiarato il sindaco Adduce – mi auguro che questa breve permanenza possa servire a dare un assaggio di quello che la città può ancora raccontare e mostrare perché possiate avere la voglia di tornare qui da abitanti temporanei e viverla insieme a noi'.

Successivamente, i membri del Comitato Matera 2019, Paolo Verri, Joseph Grima e Rossella Tarantino, hanno accompagnato la delegazione sull'altopiano murgico. Qui, mentre i commissari gustavano succo di melograno serviti in bicchieri in pietra, Pietro Laureano ha illustrato la storia della città e le ragioni per cui i Sassi di Matera e il parco della Murgia materana sono diventati Patrimonio mondiale dell'umanità. Subito dopo, la giuria ha avuto modo di mettere letteralmente le mani in pasta e cimentarsi nella realizzazione di pane e biscotti all'interno di un laboratorio tenuto da un'artista bulgara in un panificio del rione Piccianello.

Intorno alle 13.40 i commissari sono stati ospitati a pranzo da cinque famiglie materane per poi giungere intorno alle ore 15 in via Ridola per l'incontro tanto atteso con la cittadinanza materana.
Qui è stata riservata loro un'accoglienza di tutto rispetto. Presenti con la fascia tricolore tutti i sindaci dei comuni che sostengono la candidatura di Matera, oltre ai numerosi rappresentanti lucani, anche il sindaco di Altamura, Mario Stacca, e l'assessore alla cultura di Gravina in Puglia, Laura Marchetti.
Emozioni crescenti quando al cospetto della giuria allineata sulla scalinata di Palazzo Lanfranchi, è giunto il corteo festante dei camminanti partiti da ogni angolo della Basilicata, con i loro simboli rurali e con il Rumìt in prima fila, a mostrare all'Europa che esiste anche l'entroterra della regione che sostiene fortemente la candidatura. Da lì via Ridola si è trasformata in una festa, con gruppi di musica folk a stimolare spontanei balli e girotondi a ritmo di tamburelli e tarantelle.
Nel frattempo i delegati hanno avuto modo di visitare Palazzo Lanfranchi, la mostra dedicata a Pasolini e le mostre permanenti del museo, condotti da una guida d'eccezione, la Soprintendente Marta Ragozzino.

A questo punto il clima sfavorevole ha trasformato quella che era una leggera pioggerellina in un violento acquazzone che ha costretto i membri della giuria a proseguire la visita della città verso Piazza Sedile al riparo da ombrelli. Le tappe successive sono state l'ex ospedale San Rocco, piazza Vittorio Veneto, il palombaro lungo, e poi ancora Casa Cava, dove erano in corso laboratori musicali dell'Onyx ma anche corsi di coderdojo per insegnare ai bambini la programmazione al computer.
Penultima sosta l'area del complesso del casale dove la delegazione ha trovato una mongolfiera appena gonfia e all'interno della quale uno degli organizzatori del Matera Balloon Festival ha spiegato l'iniziativa che sta per partire a Matera a sostegno della mobilità sostenibile. Dopo una pausa sul terrazzo di Madonna delle virtù e San Nicola dei Greci, passando attraverso gli uffici della Fondazione Matera – Basilicata 2019, la delegazione ha raggiunto la Casa di Ortega dove è stata accolta dal mondo delle istituzioni e delle imprese.

Le 7 ore di Matera sono terminate alle 19 in punto. I giudici, ringraziando Matera hanno dichiarato: 'Non sappiamo se Matera vincerà il titolo di Capitale Europea della Cultura ma sicuramente merita il titolo di città accogliente e creativa' ”.

Un posto rilevante, nella presentazione, l'ha avuto la cultura materiale, nei suoi costitutivi aspetti gastronomici: è curioso pensare i compassati commissari bere succo di melograno in bicchieri di pietra, impastare pane e biscotti su istruzioni di un'artista bulgara, sedere a tavola, per il pranzo, da cinque famiglie materane. Lo schieramento dei sindaci e l'arrivo dei “camminanti” partiti da ogni angolo della Basilicata non hanno avuto, invece, lo stesso esito propiziatorio della pizzica danzata dal sindaco di Lecce: nel pomeriggio, camminando con qualche impaccio sotto gli ombrelli, la presentazione di Matera sembra si sia dovuta accontentare di un più prosaico mini tour (o super visita) alla maniera di Cagliari, mongolfiera a parte. Stando alla cronaca, Matera avrebbe già meritato il titolo di consolazione di “città accogliente e creativa”.

Cos'è, finora, la visita dei commissari: un viaggio nell'eterno folclore meridionale, la verifica della risposta corretta agli input che vengono dal nord dell'Europa in termini di “capitale” e di “cultura” o la versione mediterranea di quegli input tanto difficili da tradurre alla periferia dell'Impero?

La commissione d'esame, intanto, risale lo stivale: appena sarà passata anche per l'ultima tappa, scriverò un'altra cronaca con le verifiche fatte a Siena, a Perugia e a Ravenna.

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