DIS…CORSIVO. ELECTION MAY

DIS…CORSIVO. ELECTION MAY

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Votare a maggio è di buon auspicio. Preparare il voto nelle fredde giornate d’inverno è senz’altro cosa più molesta, per la nebbia e la neve che s’alternano, poniamo, fino ai giorni della merla.

Da fine gennaio in poi, invece, per quanto crudo possa essere stato l'inverno, i preparativi per il voto cominciano a rasserenarsi, il clima diventa mite, le giornate meno tediose per il buio precoce che ci si lascia alle spalle, il rapporto fra uomini e donne inizia a risentire dei caldi aliti dei venti d'aprile.
Ecco, allora, risuonare in ogni contrada i versi di Poliziano: “Ben venga maggio / e 'l gonfalon selvaggio! Ben venga primavera, / che vuol l'uom s'innamori”. Tradotto per la contemporaneità: “Election May”, più accattivante del prosaico “Election Day”. Quello delle elezioni non è un giorno qualunque, riassume in sé tutta l'atmosfera, carica di rinascita, del mese di maggio. L'uomo torna a innamorarsi della politica e le reca in dono l'albero del maggio, che in questo caso è rappresentato dalla legge elettorale.
Ben si addice alla legge elettorale la trasfigurazione nel “gonfalon selvaggio” del suo tormentato iter, che da molti mesi si snoda in Umbria e non sembra mai raggiungere la completezza legislativa. “Madonna politica” attende, in maggio, uno stendardo ricco di colori e di fronde rinvigorite, carico di passione e scintillante di voti augurali: il “gonfalon selvaggio”, appunto. Lo avrà? I legislatori umbri saranno capaci, alla fine, di portare in dono e in trionfo un “gonfalone” all' “Election May”? O, quel “gonfalone”, è ancora, e chissà per quanto tempo ancora, così “selvaggio” da essere impresentabile a “Madonna politica”?
La passione, oggi, sembra tiepida e rude appare il tessuto legislativo dell'albero elettorale del maggio. In compenso, i corteggiamenti sono cominciati. Poliziano li situa in maggio, il mese per eccellenza degli ardori e degli entusiasmi, ma a quanto pare le schermaglie amorose si stanno già manifestando. Non devono ingannare i toni aspri del dialogo all'interno di centro destra e di centro sinistra sotto cui si nascondono: è questo il prezzo che sia l'uno che l'altro schieramento devono pagare, al loro interno, per arrivare a formare il fronte elettorale da sistemare sul campo di maggio. Una volta superata questa fase, costituite le schiere, la tenzone non potrà essere più fermata. Allora, i toni aspri saranno rivolti dal centro destra al centro sinistra e viceversa, non più, come adesso, in pieno inverno, all'interno dei rispettivi fronti. Lì regnerà amore e concordia, e uomini e donne s'ispireranno a vicenda per fare melodioso l'ambiente: “e voi, donzelle, a schiera / con li vostri amadori, / che di rose e di fiori / vi fate belle il maggio, / venite alla frescura / delli verdi arbuscelli. / Ogni bella è sicura / fra tanti damigelli, / ché le fiere e gli uccelli / ardon d'amore il maggio”.
La rappresentanza di genere! E come potrebbe arrivare il maggio, l' “Election May”, senza una folla di donzelle in grado di mostrare il volto più bello della festa elettorale? Poliziano, però, avvertiva di non volere convocare, per maggio, donne particolarmente superbe e altere, come spesso sanno mostrarsi i “damigelli”, perché gli elettori, i loro fans, potrebbero ritrarsi dietro ad atteggiamenti politici femminili privi di grazia: “Ecco che i dolci amanti / van per voi, belle, in giostra: qual dura a lor si mostra / farà sfiorire il maggio”. Gli amanti sono gli elettori, la giostra il turno elettorale, il maggio, infine, il risultato stesso: non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro.
Eppure qualcosa ancora c'è, e non riguarda solo l'Umbria, ma tutta l'Italia. Maggio, rispetto alla data finora messa in conto, sposta più in là l'appuntamento elettorale di quel tanto – o di quel poco – che serve alle intenzioni dei perfezionisti del “gonfalon selvaggio” di dare vita alla più utile legge possibile per vincere la giostra. Ciò che uscirà fuori dal Parlamento nazionale sarà molto importante per dare basi credibili alle leggi elettorali dei singoli territori regionali, ma la rigogliosità dei “gonfaloni” locali non dovrà avere nulla da invidiare al maggio che sarà piantato a Roma. Siamo o non siamo la Regione verde per eccellenza?

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