DIS…CORSIVO. NON È MAI TROPPO TARDI

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Il tradizionale “Processo storico” che dal 2009, per iniziativa del Rotaract Club Perugia Est, ha portato sul banco degli imputati Grifonetto Baglioni, il colonnello Schmid per le stragi del 20 giugno 1859, Ottaviano Augusto per il Bellum perusinum, Cesare Borgia e il brigante Cinicchia, quest’anno vedrà come imputato, domenica prossima 23 novembre, Braccio da Montone.

La scenografia è quella della Sala dei Notari, come da confacente tradizione. Ugualmente consolidata è la formula del processo, con Sergio Sottani in veste di pubblico ministero, Franco Libori difensore di Braccio e un collegio giudicante di tutto rispetto che, dopo il verdetto del pubblico espresso con biglie bianche e nere, emetterà la propria sentenza secondo la legge.

Fin qui la notizia. Ciò che, di più, quest'anno colpisce dell'appuntamento con la storia e con la legge è la coreografia annunciata prima dello svolgimento dell'udienza. Mi sembra di ricordare che, a parte i costumi d'epoca indossati dagli interpreti durante le passate edizioni del processo, Perugia, il suo centro, non abbiano mai conosciuto una rievocazione dei quadri storici di riferimento, con tanto di figuranti e torneo d'armi. Questa cosa, invece, accadrà con grande sfarzo domenica prossima, fra le tre e le cinque del pomeriggio, allorché un corteo storico di oltre 250 figuranti in abiti d'epoca accompagnerà Braccio, come nel 1416, a prendere possesso della città di Perugia dopo la vittoria riportata dal condottiero, a Sant'Egidio, contro Carlo Malatesta, che poneva i suoi servigi a favore dello Stato della Chiesa. Non solo: ci sarà anche spazio per una ricostruzione, che si annuncia come curata fin nei minimi dettagli, del fatto d'armi. Intorno alla Fontana maggiore, ai piedi della scalinata che sale alla Sala dei Notari, mimeranno lo scontro schiere di armati, con tanto di tamburini, sbandieratori e, soprattutto, arcieri, provenienti da Marche, Umbria e Toscana.

A pochi giorni dall'inaugurazione della mostra dedicata a Machiavelli, Perugia conosce dunque un revival quattrocentesco che, unito a quello cinquecentesco allestito a palazzo Baldechi, è motivo di stupore e fa porre la domanda se siamo di fronte a una serie di casualità o a un'incipiente programmazione culturale del tipo di quelle che a Perugia non si sono mai viste.

Viene fatto di riflettere: non è mai troppo tardi, sia che si tenti a caso la sorte sia che si cerchi di svoltare, di intraprendere consapevolmente la strada delle rievocazioni in costume di cui, tranne Perugia, molte città umbre si sono arricchite da tanti anni, da decenni.

Molti elementi depongono a favore della casualità perché non dirlo? E perché, anche, non provarlo, dato che siamo nell'atmosfera di un processo con tutti i crismi?

La prima prova della casualità è che l'evento non ha vita autonoma, ma si pone sulla scia di un format a base giuridica che, già di per sé, ha connotati di specchiata originalità, anche se è dominato da ferree regole processuali e dibattimentali che, di loro, non hanno nulla di spettacolare, se non la crudezza e la crudeltà dell'amministrazione della giustizia, con quadri mentali di oggi che si sovrappongono inevitabilmente alle ragioni della storia. A ognuno il suo gusto, con una nota di riguardo per chi cerca di occupare, in ogni caso, spazi lasciati liberi da altri format culturali.

Molto legata questa, è la seconda prova, quella della temporalità prefissata all'evento dal calendario che fa svolgere il “Processo storico” sempre a fine d'anno, prima di Natale, quando Natale ancora non impazza per le strade di Perugia e le festività non procedono pur cariche di crisi commerciale. Eventi così ricchi di colori e ridondanti di costumi come quello di domenica prossima non si tengono in pieno inverno, ma tra primavera e estate, al massimo in autunno. Dopo, nonostante il successo che mi viene di augurare in ogni senso, non hanno senso perché esposti all'inclemenza meteorologica e non si sa a quale turismo con qualche numero di consistenza non proprio locale da mettere nel carniere.

Ancora, ispirato da un'onda di casualità si rivela l'evento perché deve dividere la scena con una sequenza di eventi che ha pescato, negli anni passati, anche nell'Ottocento e nell'epoca romana, con una capatina in casa Baglioni. Non sapendo ancora quale sarà l'imputato del processo del 2015, viene di pensare che il Braccio di quest'anno finisca per essere una tessera fra le tante che opportunamente il Rotaract va disponendo sulla scena.

E qui, dunque, sta il punto. Mentre un'associazione può e deve gestire in maniera del tutto autonoma e originale lo spazio della propria progettualità, una città nel suo insieme - la comunità e il Comune - può e deve impegnarsi per progettare i tratti fisionomicamente pregnanti della sua storia, facendo con ciò delle scelte per il suo futuro.

Quando Assisi, ad esempio, ha puntato tutto sul Calendimaggio, pensate che non abbia dovuto fare delle rinunce alla sua età romana? Perché Perugia, che ha spedito tutta la sua natura etrusca in periferia, a Ponte San Giovanni, non riesce a fare una scelta di campo vera a favore del suo Quattro-Cinquecento? E pensare che, quando si tratta di fare delle mostre con opere di quei secoli, non è seconda a nessuno. Fino alla noia. Allora perché, quando si tratta di mettere in carne ed ossa, corpetti alabarde, i personaggi di quelle epoche, è così recalcitrante?

La maggior parte degli eventi in costume, in Umbria, sono nati perché c'è stata la passione popolare di intere generazioni di tamburini e di arcieri. Non è possibile che Perugia, quando aveva un popolo di perugini nei suoi rioni, non abbia mai avuto il gusto di associarsi per ricreare culturalmente turisticamente qualcosa di meno casuale del corteo e del torneo per Braccio che ci sarà domenica! Non è mai troppo tardi, d'accordo, ma ormai come fare per portare un evento, grande, a luglio, anniversario della battaglia di Sant'Egidio? C'è la forza per farlo, per strappare qualcosa allo strapotere di Umbria Jazz o, se si scegliesse ottobre, di contrapporsi a Eurochocolate?

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