Dis…corsivo. Perugia, calcio e nostalgia

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti |

Si avvicina “Perugia 1416” e, quasi a contendere la scena al tentativo del capoluogo di fare la prima “prova costume”, tutti in calzoncini per il “Festival del calcio e dello sport”! Francamente, non si capisce se la Perugia tanto avara di smancerie stia faticando di più a mettersi in nobili braghe quattrocentesche o a mostrare polpacci e stinchi tra Corso e Fontana dietro a un ninnolo di pallone. Sono, tutte e due, operazioni alle quali la gente di Perugia è notoriamente restia, ma adesso, da qualche anno, si è scoperto che dribblando storia e tradizioni, presente e attualità, si può andare commercialmente in rete come mai era accaduto nei secoli passati.

Senza tornare a parlare di “Eurochocolate”, la madre di tutte le commercializzazioni, possiamo vederne gli effetti esplosivi anche nel “Festival del calcio e dello sport”: stessa matrice ideativa, stesso retroterra culturale, stesso disarmante potere di occupazione-lampo della scena. “Perugia 1416” ha avuto una gestazione lenta e faticosa? Ecco il bar dello sport che si mette su in quattro e quattr’otto. La rievocazione di Braccio scatena polemiche? Ecco il calcio che mette d’accordo tutti, juventini, milanisti e, scusate perugini. Il Quattrocento ha bisogno di sfarzo e di acconciature? Allo sport, quando non si pratica ma si parla soltanto, basta uno studio televisivo, attrezzato addirittura per strada, o un teatro, e si parte, si cazzeggia e si sogna.
Con il sogno, però, bisogna starci attenti, bisogna essere aperti alle sue manifestazioni non sempre gioiose. Nel caso del “Festival del calcio e dello sport” il sogno sa tanto di ricordo, di memoria inappagata, di nostalgia. Inevitabile, del resto, in una città capoluogo che non riesce a riportare la squadra di casa in Serie A e che, dunque, condisce la pietanza, già del suo malinconica, del bar dello sport e di “Giochi senza frontiere” con l’olio buono della nostalgia per i tempi lontani del Santa Giuliana e per quelli più recenti di Luciano Gaucci, magari dimenticando i ruderi del Gioco del Pallone, lungo la scala mobile e nella Piazza del Circo.
“Perugia, calcio e nostalgia” ci avverte, insomma, che i creativi commerciali del capoluogo stanno invecchiando, si accontentano di un bar di provincia per non farsi schiacciare dal rimpianto per Rivera e il subbuteo. Coraggio, “Perugia 1416”, forse tu, così lontana e fuori tempo, puoi accendere meno rimpianti del calcio.

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