La paura di vivere, e di andare, a Roma. Le stragi di Parigi hanno diffuso il panico. Ma sono giusti gli appelli alla tranquillità ‘’perché la protezione è piena’’.

Mi dicono alcuni amici: ‘’Vado a Roma per un appuntamento di lavoro. Non ti nascondo che un po’ di fifa ce l’ho… Cercherò di evitare la metropolitana, il Colosseo, piazza san Pietro….’’. L’ansia da terrorismo ormai ha coinvolto tutti: paura di frequentare gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, i presunti ‘punti sensibili’. E Roma, alla vigilia del Giubileo, è, come si sa, uno dei bersagli minacciati ufficialmente dall’Isis. Ci si muove con sospetto perché le stragi di Parigi ha lasciato il segno perfino negli animi delle persone in genere temperamentalmente più tranquille. Il clima che s’è determinato è questo. Certo, fanno bene gli esperti e i politici che si reputano assennati, a sollecitare ‘’la vittoria sulla paura’’. E magari a puntare l’indice contro ‘’gli speculatori sulla paura’’. E non sbaglia di sicuro il ministro degli Interni Alfano il quale, pur precisando che ‘il rischio zero non esiste’, diffonde messaggi sulla grande efficienza della nostra sicurezza.

Ed anche cosa buona l’irrobustimento della rete di protezione in tutte le zone della capitale. Non si può bloccare Roma come hanno fatti i belgi con Bruxelles ; però è davvero indispensabile consentirle di vivere, e di far vivere, con adeguati sensi di certezze. Arriveranno- dicono- milioni di turisti-fedeli. Benvenuti! E sia benedetto l’auspicio di farli girare senza problemi per la città.

Intanto è gradito il bollettino di tutte le forze di polizia che annunciano centinaia e centinaia di presìdi: con gli occhi attenti e i mitra spianati.

Le orecchie del mondo saranno, più di sempre, indirizzate su Roma. Che può diventare un ulteriore simbolo se- come speriamo- tutto si svolgerà senza…grattacapi.

RINGHIO

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