SIAMO CERTI CHE AGGRESSIONI, INSULTI E SASSATE ROVININO L’IMMAGINE DI MATTEO SALVINI?

Insulti e sassi contro Matteo Salvini, il leader leghista che sta trasformando un partito da prefisso telefonico nella terza forza della politica italiana. Negli ultimi giorni i suoi blitz in Umbria, in Toscana, nelle Marche, in Liguria, hanno scatenato piccole insurrezioni più o meno presuntamente popolari.

E gli ‘’antiLega’’ hanno frettolosamente concluso che ‘’mischiarsi con Salvini significa…macchiarsi’’. Valutazione politica più che legittima. Ma attenti, però, a non godere, quasi incitando, per le chiassose manifestazioni contro questo giovanotto (è coetaneo dell’altro Matteo, il Renzi) che gira l’Italia proclamandola necessità di maggiori sicurezze, sociali ed economiche: attenti perché è fin troppo palese che ogni chiassata, magari violenta, rivolta al capo del leghismo, è, in fondo in fondo, un subliminale (mica tanto…) spot pubblicitario a favore di un signore che va cercando la platea (televisiva e no) anche con la consapevolezza che quel tipo di ‘’rumore’’ gli giova e non poco.

La cassa di risonanza è calcolata nei disegni di chi accanitamente la va inseguendo.

Basta uno sguardo ai sondaggi per intuire che, di settimana in settimana, il polverone urlante, o addirittura sassaiolo, incrementa la popolarità di chi subisce quel tipo di ‘’aggressioni’’.

Lui, il Salvini, dopo ogni ‘’assedio’, si affretta ad andare in Tv per osservare, col più candido dei sorrisi, che ‘’i dissenzienti hanno l’arma del voto contrario e, nel caso delle trasmissioni televisive, del telecomando’’. Come dire, seraficamente, ‘’ chi non mi vuole, rivolga i propri consensi ad altri, oppure cambi programma’’. Replica ineccepibile, siamo franchi. Chi è ‘’anti’’ può farla propria: la utilizzi. E si astenga dal ‘carosello pubblicitario’ di chi è ansioso di schivare un sasso e di guadagnare qualche voto in più.

RINGHIO

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