2021, UN ANNO DIFFICILE

di Pierluigi Castellani

Mentre è iniziato l’iter parlamentare per l’approvazione della legge di bilancio il 2021 si avvia a cedere il passo al nuovo anno. Molti ancora sono i problemi irrisolti anche se il paese rimane nella solida guida del premier Mario Draghi. E mentre il presidente del consiglio si caratterizza sempre più come l’uomo del fare i partiti sono distratti dalle quotidiane beghe di una politica, che stenta a riassumere in sé la capacità di guida del paese. Infatti mentre c’è chi si occupa di garantire l’Italia di fronte all’Europa e al mondo i partiti si azzuffano su questioni che sembrano distogliergli dai veri interesse dei cittadini. Non voglio certamente aggiungere acqua al serbatoio dell’antipolitica , né tanto meno accedere a suggestioni qualunquistiche. Ma è una reale constatazione, che i partiti appaiono più interessati a parlare di Quirinale o della data delle prossime elezioni anziché concentrarsi a dare alla legge di bilancio una coerente impostazione per la ripresa del paese, lasciando così la responsabilità di questo compito tutta a chi guida il governo. Si assiste infatti ad una continua gara ad intestarsi questo o quella misura del governo , cercando di piantare continuamente bandierine identitarie, come se ogni tessera del mosaico non debba essere coerente con il disegno complessivo del mosaico medesimo. E quindi mentre si pensa con preoccupazione per alcuni, e con speranza per altri, ad eventuali elezioni anticipate, ci si dimentica che in ogni caso per giungere a quell’appuntamento è necessaria una revisione, se non una completa riscrittura, della legge elettorale, la definizione di nuovi eventuali collegi elettorali e la modifica dei regolamenti parlamentari. Non sfuggirà a nessuno che senza queste cose andare alle elezioni sarebbe difficoltoso e ridurrebbe di parecchio l’ omogeneità della rappresentanza di un paese lungo e frastagliato come l’Italia. Si correrebbe il rischio che parti di paese non possano essere rappresentate nel nuovo parlamento stante la drastica diminuzione del numero dei parlamentari. Ci fu chi, in questo caso il PD, si acconciò a votare questa diminuzione, dopo aver votato contro nel primo passaggio previsto per ogni revisione della Costituzione, avendo ottenuto la garanzia che si sarebbe poi giunti ad una nuova legge elettorale. Ci sono infine questioni tutt’ora non risolte, e per le quali si prevede un rinvio, come la riforma delle pensioni, la legge sulla concorrenza , una nuova legge sulla governance della Rai, senza dimenticare, che anche la riforma della giustizia manca dell’approvazione definitiva da parte del parlamento. Allora di queste cose chi si occupa mentre si avvia ad una tormentata conclusione questo anno, un anno che ancora desta notevole preoccupazione tra i cittadini perché il paese non è fuori dalla pandemia come si sperava? Con  i no vax che ancora monopolizzano la protesta ogni sabato della settimana, il timore per il diffondersi di questa nuova variante del virus, denominata omicron, l’incertezza per il futuro nonostante la forte ripresa dell’economia, sarebbero molti i problemi a cui i partiti potrebbero applicarsi se vogliono ridare dignità, come merita, alla politica ed alle sue forme di democrazia, tra le quali spicca la rappresentanza parlamentare. Di queste cose le forze politiche dovrebbero occuparsi. C’è ancora tempo per riguadagnare l’attenzione di cui hanno goduto nel passato.