IL GOVERNO APPESO A UN FILO

di Pierluigi Castellani

Sembra quasi di assistere ad una sorta di cupio dissolvi da parte dellla maggioranza di governo giallo rosso, quasi che i 5 Stelle e quel che rimane del centrosinistra avessero una non confessata propensione al suicidio. Il governo sta in una specie di sospensione senza sciogliere  nessuno dei nodi ancora irrisolti, mentre la pandemia rallenta ma non quanto poteva sperarsi e la campagna di vaccinazione, la più massiccia  del secolo qualcuno ha rilevato, è iniziata ma durerà fino all’inizio del prossimo autunno e il paese teme per la sua ripartenza.” Al governo resta una sola scelta – ammonisce Romano Prodi dalle pagine de Il Messaggero del 2 gennaio – cambiare rotta, respingendo le mille disparate proposte che arrivano da amici, nemici e falsi amici e concentrando l’azione sulle poche grandi decisioni che spingono la crescita e varare le riforme che ne condizionano la messa in atto”. Eppure Matteo Renzi sfida Conte, se si presenterà in aula come ha annunciato durante la conferenza stampa di fine anno, a trovarsi una maggioranza, mentre il Presidente del Consiglio sembra sempre più arroccarsi con le sue rigidità a Palazzo Chigi senza dare le risposte che Italia Viva attende. E per disattivare la minaccia di Renzi PD e i 5Stelle non trovano di meglio che evocare lo spettro delle elezioni anticipate. Quanto durerà questo gioco sulla pelle del paese ? Non è dato saperlo. Giocare con le elezioni anticipate si rischia poi di provocarle davvero ed allora che cosa succederà ? Ha provato ad immaginarlo Mattia Feltri su Huffingtonpost del 1° gennaio: “Secondo le simulazioni, con gli attuali sondaggi e il premio di maggioranza, la destra può coltivare l’ambizione di intascarsi il 66 per cento dei parlamentari e col 66 per cento -udite udite- qualsiasi governo si riscrive la Costituzione con un marameo”. Ed aggiunge: ” è particolarmente surreale che il governo nato per rimediare ai pieni poteri invocati da Salvini abbia ideato lo strumento per consegnarglieli col fiocco”. Ed eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, aggiungiamo noi. C’è qualcuno nell’area che ha sorretto fino ad ora il Conte 2 che può davvero volere questo? Ci rifiutiamo di crederlo. Senza contare che la futura ipotetica maggioranza di centrodestra potrebbe contare anche sulla riduzione drastica dei parlamentari senza che la nostra democrazia possa dotarsi di una nuova legge elettorale e di quei pesi e contrappesi che fanno parte di una ipotizzata riforma costituzionale. Due questioni ambedue promesse ed attese, ma ancora ferme in parlamento per la poca convinzione fino ad ora dimostrata dai 5Stelle. Così Salvini farebbe avvicinare l’Italia a quella “democrazia illiberale” evocata dal suo sodale ungherese Orban. Questo malaugurato scenario è per ora solo un ‘ipotesi. Auguriamoci che questi pochi giorni che ci separano dalla ripresa del 7 gennaio portino ad un qualche positivo approdo.