IL TEVERE PIU’ LARGO

di Pierluigi Castellani

“Il Tevere più largo”, così titolava Giovanni Spadolini un libro , che raccoglieva le sue riflessioni all’indomani della elezione a Papa di Giovanni XXIII. Spadolini auspicava, si era all’inizio degli anni 60 del secolo scorso, una più chiara separazione dei poteri tra Stato e Chiesa. La sua origine mazziniana-repubblicana lo portava a considerare una netta distinzione delle funzioni e degli obbiettivi delle due istituzioni che avevano sottoscritto i Patti Lateranensi nel 1929. Ora la nota diplomatica con cui il Vaticano chiede una revisione del disegno di legge Zan sulla omotransfobia sembra aver riacceso quella temperie. Da un latto i laici più radicali e rigidi e dall’altro gli ambienti cattolici più ostili al dll Zan. Forse la soluzione sarebbe stata più semplice se non si fossero riaccese le tifoserie di entrambe le parti. Infatti sarebbe bastato qualche ritocco alla legge con l’accordo di tutti, rinviando così con qualche correzione di chiarimento sui punti controversie il provvedimento alla Camera per una veloce approvazione definitiva del testo ed in questo modo evitare la inconcludente, esasperata e temuta “navetta”. Questo sembrava possibile all’indomani delle raccomandazioni espresse dal Cardinal Bassetti, presidente della Cei, ma ora c’è chi nel fronte opposto denuncia, ad alta voce, una presunta ingerenza del Vaticano ,che lederebbe le prerogative  del Parlamento. E’ certo che con la revisione del concordato del 1984 sembrava definitivamente chiusa la breccia di Porta Pia e sanata ogni divergenza tra Stato e Chiesa. Naturalmente nessuno crede che il Tevere si allargherà talmente da far saltare tutti i ponti che consentono di attraversarlo, ma è certo che va recuperato quello spirito di collaborazione che la revisione concordataria aveva sugellato. Si esprime in questo senso con chiarezza Gennaro Acquaviva, allora consigliere di Bettino Craxi presidente del Consiglio, che intervistato dal Corriere della Sera del 23 giungo dice:”..andava evitato il ricorso ai canali diplomatici. Il Concordato rivisto nel 1984 si basa su un principio novissimo , nei rapporti tra Stato e Chiesa. La collaborazione…..Sarebbe stato meglio sedersi intono a un tavolo, discutere il testo ddl Zan ed evitare un confronto formale”. Il Tevere , credo, comunque non si allargherà.