LA REGIONE PIU’ SICURA D’ITALIA

di Pierluigi Castellani

” La regione più sicura d’Italia”, così titolava il Messaggero Umbria del 14 luglio scorso. Questo riconoscimento del ministro Francesco Boccia alla nostra regione per come ha affrontato l’emergenza Covid  è stato certamente molto gradito ma solo parzialmente può essere accreditato all’attuale esecutivo regionale. La prima visita di un membro del governo Conte bis all’Umbria, ora governata dal centrodestra, è stata non solo l’occasione per un reciproco scambio di opinioni tra il governo nazionale e la presidente leghista Tesei, ma è giustamente servito  anche per fare il punto sulle questioni cruciali che interessano l’Umbria, ad iniziare dalle più importanti infrastrutture di cui necessita il miglioramento ed il completamento come il nodo di Perugia, la ferrovia Perugia Terni, la strada delle tre valli. Ma è stata soprattutto l’emergenza Covid  sotto i riflettori di questo incontro. Ed ha fatto bene il ministro Boccia ad avvertire -cito sempre da Il Messaggero – di non ritenere opportuno ” per un presidente di Regione di fare qualcosa che il Ministro della Salute sconsiglia”.  Forse alle orecchie della presidente Tesei queste parole saranno suonate come un monito a non seguire il suo capo partito nella  minimizzazione dei pericoli di una ripresa della diffusione del virus. come sta affermando nel confronto politico nazionale sulla  eventuale prosecuzione dello stato di emergenza. Infatti alla rivendicata autonomia da parte delle regioni corrisponde anche un’inequivocabile assunzione di responsabilità soprattutto nella tutela della salute dei cittadini. E’ stato già ricordato dal nostro giornale come il sistema sanitario umbro abbia potuto far fronte all’emergenza dovuta al coronavirus per una diffusa articolazione di presidi sul territorio che sono stati utilissime sentinelle per affrontare con tempestività ed efficienza l’emergenza. Questo è frutto di tanti anni di  sapiente ed oculata gestione che ha messo al riparo la nostra regione dai pericoli inaspettati, e di rilevante dimensione, che l’epidemia ha comportato. Come si sa questo non è avvenuto in altre regioni del nostro paese. Ed è di questa positiva eredità che la giunta presieduta dalla Tesei si è avvalsa e prima o poi per onestà intellettuale dovrebbe pur riconoscerlo dimenticando gli slogan elettorali all’insegna del ” liberiamo l’Umbria”. Ora occorre gestire  il presente e di questo tutta la responsabilità risiede sull’attuale esecutivo regionale. Si tratta di fornire agli umbri quelle risposte che durante il periodo dell’emergenza sono state accantonate e rinviate. Si pensi alle liste di attesa, al problema della pediatria dell’ospedale di Perugia, agli interventi sanitari che, seppur routinari, non hanno per questo meno importanza per la salute degli umbri come sta emergendo anche a proposito dell’ospedale di Pantalla. Se l’Umbria è stata  la regione più sicura d’Italia in questo frangente ora lo deve anche essere nel contesto più ampio dell’integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali. La vera questione da affrontare infatti è come assicurare, nella nuova situazione,  di mantenere ed accrescere quella sicurezza sociale da cui dipende la qualità della vita , l’integrazione e la pace sociale di cui gli umbri fino ad ora hanno goduto.