LE TASSE E IL DIETROFRONT DELLA MELONI

di Pierluigi Castellani

Sostiene Vincenzo Visco nel suo ” La guerra delle tasse” ( Laterza, 2023), che attraverso i sistemi fiscali si creano blocchi sociali e quindi alleanze politiche. E se è vero che ” i dati ufficiali – sempre Visco – pubblicati annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, lavoratori autonomi e imprese individuali sono responsabili di quasi la totalità dell’evasione fiscale e contributiva del nostro paese ” è evidente allora quale sia la scelta, che la Meloni e tutta la sua maggioranza abbiano fatto quando hanno sconfessato il viceministro Maurizio Leo sospendendo il decreto, già pubblicato in GU,  che prevedeva l’introduzione di una nuova versione del redditometro. Non che il redditometro, già provato nel passato, sia risolutivo ai fini della lotta all’evasione, tanto che Ruffini, capo dell’Agenzia delle Entrate, l’ha definito uno strumento “residuale” ai fini di scovare gli evasori. Ma la grande contrarietà mostrata da tutto il centrodestra, in primis Salvini e Tajani, finanche ad evocare lo spettro del grande fratello che spia gli italiani nella loro intimità, rivela l’atteggiamento di condiscendenza, che questa destra ha nei confronti dell’evasione fiscale, cioè di una colossale sottrazione di risorse a danno dello stato, premiando così i contribuenti disonesti a danno degli onesti, di coloro che assolvono diligentemente al dovere di contribuire alle spese per la comunità come del resto  fanno i lavoratori dipendenti ed i pensionati per i quali le imposte vengono trattenute alla fonte. Con questo atteggiamento la destra invia un messaggio negativo al paese rinunciando a condurre in modo conseguente  una seria lotta all’evasione fiscale, non allarmando tutti coloro che da questa lotta avrebbero da perdere. E poiché questo avviene in un periodo preelettorale sembra che in questo modo  si voglia realizzare un vergognoso scambio politico. La polemica innescata dalla destra nei confronti di un provvedimento elaborato da un membro del governo,  oltretutto appartenente al medesimo partito della premier,  dimostra il fatto ,che evocando il grande fratello, si ignora che le transazioni elettroniche sono già tutte tracciate e già in possesso dell’Agenzia delle Entrate e quindi l’eventuale strumento del redditometro rimane davvero “residuale” e solo utile  a scovare coloro,  che del tutto ignoti al fisco mostrano una capacità di spesa non giustificabile. Ed allora perché tutto questo clamore ? Quindi una riflessione sulla vera volontà di combattere l’evasione da parte di chi ci governa va fatta. Altrimenti come potremmo pensare di realizzare una vera equità fiscale ignorando una parte considerevole di contribuenti, che non emergono e si sottraggono al dovere civico di contribuire alla spese generali dello stato, che – ricordiamolo – sono welfare, sanità , scuola , sicurezza e sviluppo del paese. Altrimenti l’obbiettivo del pagare tutti per pagare meno rimane una non raggiungibile chimera.