LEALE COLLABORAZIONE O SCONTRO PERMANENTE ?

di Pierluigi Castellani

La faticosa gestazione dell’ultimo decreto del presidente Giuseppe Conte evidenzia ancora una volta come la competenza concorrente in materia di salute di Stato e Regioni sia fonte di difficoltà e di conflitto. Quando la pandemia che ci affligge sarà passata  e sarà solo un brutto ricordo occorrerà che il parlamento e le forze politiche affrontino la questione in modo sgombro da pregiudizi e da barriere ideologiche. Ne va la tenuta del paese e la salvaguardia delle nostre istituzioni soprattutto nei momenti difficili in cui potrebbe essere messo a rischio lo stesso impianto della nostra democrazia. Al momento però qualche considerazione in proposito va fatta. Preso atto che anche il governo in alcuni casi poteva essersi  mosso prima e per tempo non può non essere sottolineato il comportamento ondivago delle regioni, anche se per la verità non tutte. Infatti a volte dal reclamare maggiore autonomia (la cosiddetta autonomia differenziata) sono passate a chiedere che fosse il governo nazionale a prendere le decisioni più drastiche ed impopolari. Lo si è visto in questi ultimi giorni. Pur constatando, che la virulenza del contagio è diversamente distribuita sul territorio nazionale, viene  comunque reclamato a gran voce l’intervento uniforme su tutto il territorio nazionale del governo centrale. Potrebbe nascondersi dietro questo atteggiamento un sottile giuoco politico: essendo le regioni a maggioranza governate dal centrodestra, che, almeno nelle ricorrenti esternazioni di Matteo Salvini, mostra  forte contrarietà ai coprifuoco ed ai lockdown, si vorrebbe che fosse il governo a mettere la faccia sui provvedimenti impopolari in modo poi da lasciare l’opposizione libera di sposare le proteste che nascono nelle piazze. E’ evidente che questo non è un modo corretto di governare. Si dimentica spesso che alla reclamata autonomia ed all’esercizio del governo corrisponde la diretta assunzione di responsabilità. E governare significa fare scelte che garantiscano a tutti i diritti riconosciuti dalla Costituzione e tra questi ci sono, tra i primi, il diritto alla salute ed anche il diritto per le nuove generazioni di non vedere compromesso con scelte avventate e non lungimiranti il loro futuro. Per questo il Capo dello Stato infaticabilmente con continui richiami all’unità nazionale e con la sottile moral suasion esercitata nei confronti dei responsabili delle istituzioni  nazionali e regionali cerca in tutti i modi di mettere al riparo il paese da irreparabili scontri istituzionali. Ma un paese come l’Italia non può solo affidarsi alla carismatica figura di un Capo di Stato come Sergio Mattarella deve anche garantirsi un impianto istituzionale che non dia adito a fraintendimenti e a perenni conflitti. Basti anche pensare al continuo martellamento di Matteo Salvini sui ritardi che il governo avrebbe accumulato in materia di salute pubblica dimenticando che nelle  regioni risiede direttamente la responsabilità dell’organizzazione sanitaria sul territorio e di provvedere con assunzioni alle necessità che le strutture sanitarie hanno di personale sia medico che sanitario. Agli umbri infatti, che nelle ultime consultazioni elettorali hanno votato in maggioranza per il centrodestra, non sarà sfuggito che solo proprio in questi i giorni sono stati pubblicati i bandi per l’assunzione di questo personale. Ci auguriamo tutti che passi presto questa emergenza pandemica, ma nessuno potrà dimenticarsi di quanto è necessario fare per non trovarsi più in situazioni simili di incertezza e di conflittualità.