L’UMBRIA E LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

di Pierluigi Castellani

La notizia. che la Regione e l’Anci si siano incontrate per stimolare l’interesse dei comuni, delle popolazioni interessate e degli operatori economici al tema delle comunità energetiche rinnovabili, fa sperare che finalmente anche in Umbria si apra in tutta la comunità regionale l’urgenza di accelerare la transizione ecologica con la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’Umbria ha potenzialità ancora non del tutto esplorate; si pensi al fotovoltaico, all’eolico ed all’idrico. Si tratta di trovare un giusto equilibrio tra la difesa dell’ambiente e la necessità di autoprodurre in loco l’energia per il consumo delle famiglie e dell’imprese. Questo non solo è dettato dall’alterazione del clima dovuta agli effetti della produzione  eccessiva di anidride carbonica, che mette a rischio l’intero pianeta. C’è anche l’urgenza posta dall’aggressione della Russia all’Ucraina e dalla necessità ,che il nostro paese si liberi dalla dipendenza dal gas russo per calmierare il caro bollette che ne è disceso. Anche l’Umbria deve fare la propria parte per dare un contributo al paese, che si trova ad affrontare il tema dell’aumento del costo dell’energia come mai era avvenuto nel passato ed anche gli umbri possono rispondere positivamente all’appello dei tanti, che chiedono con forza, scendendo anche nelle piazze, un cambio di strategia nella produzione dell’energia con la messa al bando dei combustibili fossili. L’Umbria ha le sue potenzialità? Sì, basti pensare che se, come uno studio ci dice, nella sola Perugia si dotassero di pannelli fotovoltaici i capannoni industriali delle zone di Ponte Felcino, di Ponte San Giovanni e di S. Andrea delle Fratte si ricaverebbe energia per il consumo di 20.000 famiglie. Quanti sono in Umbria i capannoni dismessi o occupati anche solo parzialmente? Tanti, e quanti sono gli edifici pubblici, scuole ed altro, che possono essere dotati di pannelli fotovoltaici per l’autoconsumo ? Tanti ancora, ma anche in questo caso occorre che la regione si faccia promotrice di coordinamento e di stimolo, creando anche momenti di incontro sul territorio per attivare una partecipazione attiva delle popolazioni interessate. C’è poi la questione delle comunità energetiche rinnovabili; in questo caso è necessario un confronto diretto  con i consumatori di energia affinché si aggreghino e sfruttino questo nuovo strumento di intervento. Ma il presupposto è non solo un’attiva presenza della Regione e degli enti locali per coinvolgere tutti i soggetti interessati, ma che anche gli uffici della Regione e dei Comuni siano pronti a fornire il sostegno professionale e di consulenza ai cittadini. E poi c’è il tema non secondario delle norme e procedure da applicare. Se queste non sono chiare e semplici c’è il rischio che scoraggino chi intende intervenire ed investire in questo settore. Infatti il nemico peggiore sulla strada della transizione ecologica dell’Umbria è proprio la burocrazia con le tante macchinose procedure che finiscono per allontanare anche i più solerti. E’ bene quindi che si cominci dall’approccio di una collaborazione tra Regione e Comuni su questo tema, ma come in altre occasioni, anche in questa, alle buone intenzioni occorre far seguire i fatti.