AstraZeneca sopra i sessant’anni: benefici maggiori dei rischi. In Umbria quasi 33 mila dosi inoculate

Per il vaccino AstraZeneca saranno privilegiate le fasce di età sopra i sessant’anni. L’agenzia europea ha chiarito un nesso con rari casi di trombosi ma i benefici sono maggiori dei rischi. “Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino”, ha detto il presidente del Cts Franco Locatelli.  Il direttore dell’Aifa Magrini ha ricordato che ” su 600 mila trattati con due dosi di AstraZeneca nessuno ha mostrato eventi trombotici”. L’Ema ha constatato che la maggior parte dei casi segnalati si è verificata in donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione. ” Fattori di rischio specifici non sono stati confermati”, ribadiscono dall’autorità europea per i medicinali. Insomma, i benefici continuano a prevalere. Il rischio di mortalità per Covid-19 è molto più grande del rischio di mortalità da questi effetti collaterali che sono davvero molto rari. La frequenza dei casi di trombosi è difficile da valutare, riferiscono gli esperti dell’Ema, ma la cifra è di circa 1 caso su 100 mila, forse anche più. Lo stesso presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, ha precisato che ” esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue”. Poi aggiunge: ” Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100 mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20 milioni di vaccinati”. Il nuovo cambio di fascia anagrafica serve per accelerare la vaccinazione degli anziani, ”  l’AstraZeneca è un buon vaccino e contribuirà a mettere in sicurezza le persone più fragili”, dicono da Palazzo Chigi. Ora le Regioni dovranno aggiustare la campagna vaccinale che a febbraio aveva puntato proprio su AstraZeneca per proteggere la fascia 18-55 anni.  Il traguardo delle 500 mila dosi al giorno è ancora lontano, ma il generale Figliuolo si mostra sicuro che non ci sarà alcun impatto sul piano vaccinale. In Umbria fino adesso sono state vaccinate con AstraZeneca 32.445 persone, di cui 20.185 donne.  Si tratta della prima dose in quanto la seconda può essere somministrata dopo 12 settimane dalla prima. Gran parte delle dosi sono state inoculate al personale scolastico (18.359), il resto ad operatori sanitari e personale delle Rsa. Circa 4 mila sono state somministrate ad altre categorie, scatenando anche in Umbria un mare di polemiche.