Berlusconi e l’Umbria, il legame con Assisi e don Gelmini: a Gubbio creò la scuola di formazione

La telefonata al cancelliere tedesco Schroeder  per salvare l’acciaieria di Terni, dopo settimane di lunga lotta sindacale, resterà uno dei momenti più significativi che hanno legato Silvio Berlusconi all’Umbria. Era il 2004, la governatrice dell’Umbria era Maria Rita Lorenzetti, e in ballo c’era il magnetico di Terni dopo l’arrivo della multinazionale Thyssenkrupp. Berlusconi, insieme alle istituzioni umbre, si spese per superare quella vertenza e garantire all’Ast di continuare nella sua storia industriale. La notizia della scomparsa dell’uomo che fu imprenditore di successo, inventore della televisione privata, presidente e fondatore di Forza Italia nonché il presidente del Consiglio che più a lungo ha guidato il nostro Paese durante la Seconda repubblica, è arrivata inattesa anche in Umbria. Ora è il momento del cordoglio ma anche quello dei ricordi. “Berlusconi era lontanissimo dalle mie idee, tuttavia ha rappresentato una pagina importante della storia italiana”, ha commentato proprio la Lorenzetti. L’ex governatrice dell’Umbria era riuscita a conquistare la stima di Berlusconi anche grazie alla sua “amicizia” con Gianni Letta. Ma sono state diverse le vicende che hanno portato Berlusconi a occuparsi del cuore verde d’Italia. Una terra che ha sempre raccontato di apprezzare molto, al punto di sceglierla per crearci – a Gubbio – la scuola di formazione politica di Forza Italia. Assisi era nel cuore del presidente, soprattutto per il suo legame a San Francesco. “L’ho incontrato appena dopo la mia elezione a sindaco – ricorda Stefania Proietti – e mi confessò che trovava la nostra città stupenda. Mi riservò tanti complimenti”.  Anche nel suo ultimo viaggio in Umbria, nel 2019 per le elezioni regionali, Berlusconi si era recato nella città serafica per raccogliersi in preghiera sulla tomba del Santo. Quel giorno visitò mezza Umbria per dare il suo personale contributo alla campagna elettorale del centrodestra. Restando ad Assisi, nel 2002, nelle vesti di premier, accolse papa Wojtyla. Una delle due prime visite istituzionali, come capo dell’opposizione, risale al 1997, in occasione del terremoto che colpì Foligno, Colfiorito e la stessa Assisi. In Umbria Berlusconi spesso veniva anche in segreto per trascorrere dei giorni di relax, come quella volta che trascorse un intero weekend nel centro Mességué. ” Una persona dotata di una carica di umanità fuori dal comune”, così lo ricorda oggi Marc Mességué. Ma un legame speciale Berlusconi lo ebbe con la Comunità Incontro di Amelia e in particolare con il suo fondatore, don Pierino Gelmini. Per gli 80 anni del sacerdote partecipò alla sua festa e gli donò un assegno di 5 milioni di euro per contribuire al recupero dei giovani caduti nella tossicodipendenza. “Un uomo di grande generosità sempre vicino ai più deboli. Più volte il presidente Berlusconi è venuto a fare visita alla nostra comunità, non sempre erano visite ufficiali. Le sue parole erano sempre per i ragazzi”, ricorda il responsabile della struttura “Molino Silla”, Giampaolo Nicolasi.  Nel 2005 fu inaugurato a Lamsai, in Thailandia, un istituto scolastico professionale che don Pierino decise di intitolare proprio a Silvio Berlusconi, in virtù della donazione che Berlusconi fece per aiutare i bambini vittime dello tsunami. L’ex presidente del Consiglio provò anche ad acquistare una villa in Umbria: prima a Castel Ritaldi dove aveva visitato una grande tenuta; poi a Pila di Perugia. Entrambi gli affari però non trovarono una conclusione positiva. Adesso si aprono molti scenari anche in Umbria dove Forza Italia non vive momenti felici.  Si teme una fine rapida del partito con una fuga in tutte le direzioni, chi al centro, chi verso Fratelli d’Italia. Soprattutto a Perugia dove in molti si chiedono se Forza Italia reggerà. La maggior parte è convinta che Fi non sopravviverà a Berlusconi, forse confluirà in Fdi. Per ora ci sono solo domande e, soprattutto, un grande vuoto. Il sindaco di Perugia e coordinatore regionale di Forza Italia, Andrea Romizi, dopo aver sottolineato la grande umanità di Berlusconi, spiega che la sua scomparsa “lascia molto più di un vuoto, ci mette al cospetto di una nuova fase storica e politica che dovremo affrontare con responsabilità e coraggio”. E questa è l’unica cosa che mette d’accordo tutti.