Coronavirus, pronto a settembre il vaccino. Fine aprile i test su 500 volontari sani, il ruolo dell ‘Italia.

Tra pochi giorni partiranno dei lotti per l’ Inghilterra, dove inizieranno i test su volontari. Si prevede di rendere utilizzabile il vaccino a settembre anche se alcuni esperti sono molto cauti riguardo ai tempi, condizionati dalla necessità di produrre milioni di dosi. L’ agenzia del farmaco europea, anche di recente ha parlato di un anno per arrivare a un prodotto disponibile in quantità sufficiente. Quello che è certo che su una cinquantina di vaccini in fase di elaborazione, uno dei più lanciati sembra essere proprio quello studiato in un laboratorio di Pomezia, in provincia di Latina. L ‘Azienda italiana Advent-Irbm e lo Jenner Institute della Oxford University, centro di ricerca ai primissimi posti a livello mondiale, hanno annunciato che a fine Aprile inizieranno i test sub 550 volontari sani. L ‘amministratore delegato di Irbm, Piero Di Lorenzo, dichiara che alcune dosi potranno essere disponibili già a settembre in uso compassionevole, vale a dire prima delle autorizzazioni delle agenzie del farmaco, procedura che che può essere attivata in situazioni di emergenza, quando c ‘ è l’evidenza che un farmaco può funzionare, non è dannoso e mancano strumenti terapeutici e di profilassi per cercare di intervenire sull’epidemia. Il primo impiego riguarderà il personale sanitario e le forze dell’ordine. Comunque occorre tanta cautela, i fallimenti vanno messi in conto. Quello che fa però ben sperare è che in questo caso ci sono tutte le premesse di serietà. Lo stesso direttore del centro malattie infettive dell’ Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza afferma che il ” vantaggio del  progetto di Pomezia è di poter sfruttare una piattaforma già utilizzata per il vaccino anti-Ebola “.  Si tratta di un vettore virale preso dalle scimmie, innocuo per l ‘uomo, capace di esprimere la proteina Spike e di indurre una risposta immunitaria. La Spike permette al virus di attaccare le cellule di rivestimento di bronchi e polmoni, l ‘obiettivo è di far produrre anticorpi neutralizzanti del virus.