Coronavirus, Regione contro il Governo: “Fateci fare da soli “. La Tesei e Coletto all ‘attacco, il virus del regionalismo.

Più i giorni passano e più cresce la tensione, anche quella politica. Lo stesso Matteo Salvini alcuni giorni fa, in una intervista rilasciata a Libero, era andato all ‘attacco del governo sull’emergenza Covid-19, sostenendo che “il potere centrale ha vacillato mentre le regioni hanno risposto bene “. Da quel giorno alcuni Governatori del Nord hanno iniziato ad avanzare una serie di richieste, se non accettate pronti a fare da soli. Il Presidente Attilio Fontana dichiarava che la Lombardia era pronta ad andare oltre le ordinanze del governo, i deputati e consiglieri regionali lombardi della Lega chiedevano di “demandare alla regione il potere di assumere improcrastinabili decisioni ” , il Presidente del Veneto Luca Zaia firmava una ordinanza con la quale disponeva la chiusura  dei negozi alimentari aperti di domenica. ” Non ritiro l’ordinanza – ha dichiarato ieri Zaia –  per me resta fino al 3 aprile, a meno che il governo reiteri un nuovo decreto “.  Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha provato a gettare acqua sul fuoco ricordando che in una situazione drammatica come questa ” non ci possono essere maggioranza e opposizione, destra e sinistra, regioni e governo. Dobbiamo solo tutti insieme lavorare per proteggere le persone e superare l’emergenza” . Un ” fai da te” di alcuni Presidenti, frutto soprattutto della riforma del titolo V della Costituzione, che ha toccato punte inimmaginabili in una situazione drammatica come quella che gli italiani stanno vivendo. Una sorta di tana libera tutti , dove i cosiddetti governatori si sono prodotti nelle più varie ordinanze. Alcune annunciate, altre promulgate e poi riviste; un caos normativo e uno scontro tra governo e Presidenti che si è colorato di politica. Naturalmente anche la governatrice dell’Umbria Donatella Tesei , dopo un inizio francescano, non ha voluto essere da meno. Aveva iniziato il 15 febbraio scorso a Foligno, intervenendo alla presentazione della candidatura di Valeria Alessandrini, leghista in corsa per un seggio a Palazzo Madama. A testa bassa definì “paradossale” l’atteggiamento del governo che , di fronte all’emergenze del paese ” si fa fatica a comprendere “. Quattro giorni fa, durante la seduta del Consiglio Regionale, ha bocciato  il decreto del governo “Cura Italia” affermando che ” non va nella direzione di far ripartire il paese”. Ieri è stata la volta dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto che , senza mezze parole , ha detto che ” la politica nazionale rallenta i tempi di consegna dei ventilatori acquistati, e in gran parte già pagati, dai donatori. Il Governo deve essere chiaro: o requisisce e ci consegna quanto dovuto, o ci permette di agire in maniera autonoma. Ad oggi non abbiamo ricevuto risposte esaustive in tal senso “. L ‘Umbria sembra, quindi, allinearsi ai colleghi del Nord e sarebbe pronta, come la Lombardia, a fare da “sola”. Un cambio di marcia repentino, sicuramente imprudente. L ‘Umbria da sempre ha affrontato e superato le grandi emergenze con l’aiuto e la solidarietà di tutti, dal volontariato alle istituzioni locali e nazionali. L ‘Umbria non è la Lombardia, non ha le risorse pubbliche e private del Veneto, e la sua dimensione non è sufficiente per affrontare una emergenza come questa. Attenzione perchè il virus del regionalismo, soprattutto in momenti drammatici, è assai pericoloso.