Covid Umbria, l’identificazione degli asintomatici e un piano tamponi incrementato. Come far fronte all’impennata dei casi positivi.

In Umbria, come nel resto del Paese, nelle ultime tre settimane il numero di persone positive al test per il coronavirus è aumentato di giorno in giorno fino ad arrivare a 267 contagiati che attualmente sono in cura. Dall’inizio della pandemia gli umbri che hanno contratto il virus sono 1.784, con 80 vittime. La ripresa virale è stata alimentata da comportamenti di socializzazione diffusi prevalentemente tra giovani e da casi di importazione. Più persone si incontrano e più aumenta la probabilità di infettarsi, è successo a chi ha frequentato luoghi affollati e discoteche senza adottare precauzioni. Ora anche in Umbria abbiamo raggiunto lo stesso numero di casi che leggevamo durante il lockdown . Questa ripresa della trasmissione presenta però delle differenze rispetto a quanto abbiamo visto durante i mesi di febbraio, marzo e aprile. La maggior parte delle persone infette in Umbria sono giovani in grande maggioranza asintomatici e con sintomatologia lieve. Sono , infatti, soltanto 11 le persone ricoverate negli ospedali umbri, di cui uno in terapia intensiva. Numeri assai contenuti che in qualche modo danno ragione  a chi argomenta che il virus sia mutato, si sia indebolito e diventato ” più buono”. Ma c’è anche un’altra verità: nella fase attuale, consapevoli che le persone infette possano essere asintomatiche o presentare una sintomatologia lieve, si eseguono test a persone che prima sarebbero state trascurate e quindi i dati sono molto più rappresentativi della reale trasmissione del virus. Anche l’osservazione che l’età media si sia abbassata è in parte dovuta al fatto che gli anziani hanno adottato comportamenti molto prudenti per evitare la trasmissione e allo stesso tempo le case di riposo sono oggetto di misure molto più rigorose. Ma ora bisogna fare attenzione perchè la ripresa delle attività lavorative e l’inizio delle scuole, nonché l’inizio della stagione autunnale, inevitabilmente creeranno interazioni tra persone che il virus utilizzerà per diffondersi, denuncia il Professor Andrea Crisanti , ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, con un passato all’Università di Perugia. E’ quindi fondamentale tenere l’attuale equilibrio dei numeri il più basso possibile, perchè se si raggiunge la soglia di rottura, con il numero dei casi che eccede la capacità di risposta del sistema sanitario, l’unica opzione disponibile rischia di essere il lockdown. L’identificazione degli asintomatici è la sfida più importante che abbiamo davanti per evitare che i casi aumentino vertiginosamente fino al punto di rottura. L’identificazione sistematica degli asintomatici attraverso l’uso massiccio e mirato dei tamponi può essere la chiave del successo anche in Umbria che si è mantenuta in questi mesi su livelli molto più bassi rispetto a quelli promessi e annunciati. E’ questa la vera urgenza che deve indurre i vertici della sanità umbra a incrementare la capacità di fare tamponi.