Indennità di trasferta ai consiglieri regionali durante il lockdown: scoppia la polemica.

Avrebbero continuato a prendere l’indennità di trasferta nonostante la maggior parte delle attività fossero svolte a distanza, come nel resto del Paese in lockdown per l’emergenza Coronavirus. E così i consiglieri regionali sono finiti al centro di polemiche che con il passare dei giorni si fanno sempre più aggressive. L’accusa è che, mentre l’Italia combatteva la pandemia di Covid-19 , i membri delle assemblee legislative regionali usufruivano delle indennità erogate per le trasferte, ovvero dei rimborsi per gli spostamenti tra la propria residenza e la sede del Consiglio. Una cifra forfait che chi è eletto come consigliere percepisce tra le voci della propria retribuzione. Le Regioni, compresa l’Umbria, prevedono in genere rimborsi a forfait per i trasferimenti senza tener conto di chilometri percorsi e carburante consumato. Monta la polemica in tutta Italia con l’accusa di aver continuato a prendere il rimborso spese per gli spostamenti malgrado che i lavori dei Consigli e Commissioni per più di due mesi, quasi tre, siano stati fermi a causa del lockdown. In Toscana i Cinque Stelle hanno chiesto di sospendere i pagamenti mentre il Presidente del Consiglio il Pd Eugenio Giani , attuale candidato per il centrosinistra alla guida della Regione, ha chiesto ai colleghi di devolvere l’indennità in ” atti di liberalità”. In Piemonte i consiglieri sono tornati in Aula solo a luglio: il il forfait da 3.500 euro non è stato modificato. In Friuli Venezia Giulia la Procura della Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sul rimborso delle trasferte ai consiglieri regionali mentre in Abruzzo durante la fase di lockdown la Regione ha deciso di ridurre l’indennità del 10%. Anche in Umbria il Consiglio Regionale è rimasto chiuso per oltre due mesi durante l’emergenza Coronavirus, con i Consiglieri che hanno continuato a percepire l’indennità per gli spostamenti dalla residenza alla sede di Palazzo Cesaroni. In Umbria la quota è fissa, contempla i rimborsi a forfait per i trasferimenti senza tener conto del carburante consumato. E’ una quota forfettizzata che è garantita a coloro che provengono da città distanti da Perugia: 1000 euro per chi risiede a 80 chilometri di distanza tra andata e ritorno e 1.500 euro per chi sta sopra gli 80 chilometri. Insomma cifre variabili per provenienza, con i consiglieri residenti a Perugia che non prendono alcuna indennità. A Palazzo Cesaroni c’è chi propone di restituire l’indennità presa per destinarla a scopi sanitari e chi, invece, chiede di trasferirla su un fondo per le famiglie povere. Qualcuno propone un vero e proprio ultimatum: o li ridate, o facciamo i nomi.