Kit sierologico, alcune regioni iniziano da sole. L ‘ Umbria aspetta il governo.

Fare presto, partire in pochi giorni per avere una fotografia realistica. A due mesi dall’avvio dell’epidemia in Italia occorrono risposte urgenti. Per capire soprattutto quante persone sono entrate in contatto col virus senza sviluppare i sintomi della malattia. Ecco quindi in arrivo uno studio epidemiologico  con i test rapidi sierologici, quelli che permettono di sapere se una persona possiede gli anticorpi di difesa contro il Sars-CoV-2 perché  magari è  stato contagiato ma non ha avuto conseguenze cliniche, quindi non se ne è accorto. Stamattina è  stato pubblicato il bando per raccogliere le offerte delle Aziende produttrici dei kit. I test sierologici rappresentano un elemento chiave per la ripartirà del paese. Il governo  intende stringere i tempi e i test saranno fatti su un campione ristretto di popolazione, 200.000 persone di tutte le età  e aree geografiche. L ‘ Umbria potrebbe stare dentro a questo campione, i presupposti ci sarebbero e la dimensione aiuta a rendere l ‘ analisi affidabile. È  anche una speranza perché  per ora la Regione dell’Umbria non ha fatto scelte. Altre regioni però  sono andate avanti, hanno preso soldi dai propri bilanci e stanno acquistando i kit sierologico. La vicina Toscana ne ha già  fatti 80.000, in un programma di 140.000 verifiche su medici,infermieri, Rsa e forze dell’ordine. In totale saranno eseguiti dalla Regione Toscana 400 mila test. Il Veneto è  pronto a partire con 70 mila test, il Lazio con 300 mila, a partire dai 60 mila su sanitari e forze dell’ ordine. Il tutto servirà per capire come si è  mosso il virus, ci sono infatti tanti contagiati sommersi. Ora si spera davvero che il governo nazionale inserisca l ‘ Umbria nel campione, anche per evitare un vuoto che con il passare del tempo si farebbe pesante.