La ricetta di Giorgio Mencaroni per curare le “sei piaghe dell’Umbria”

“Sei le principali piaghe da curare con costanza e attenzione per cogliere nell’arco del prossimo decennio l’obiettivo, ambizioso ma possibile: rendere l’Umbria il luogo ideale dove poter vivere e fare impresa. E queste piaghe possono essere curate anche alla luce di importanti potenzialità che l’Umbria possiede e di altri punti di forza che può vantare”. E’ l’opinione del presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, che in questi ultimi due anni ha riservato agli umbri commenti positivi e ottimisti sulla tenuta del sistema umbro e sulle scelte fatte negli ultimi tempi. Quello di Mencaroni sembra più un programma di governo di lunga durata, da consegnare ai vertici delle istituzioni umbre e ai vertici delle associazioni di categoria. Un elenco di cose che, a suo parere, farebbero dell’Umbria una Regione pilota, sostenibile e innovativa. Secondo Mencaroni, il “modello umbro deve basarsi più sul software che sull’ hardware, nel senso che va innalzata la qualità dei processi e dei prodotti, rendendoli tecnologicamente più avanzati, più che puntare su complessi di industria pesante”. Queste le sei piaghe: ” l’isolamento a causa dell’insufficiente dotazione infrastrutturale nel sitema della mobilità e dei trasporti”; la “scarsità di investimenti privati in ricerca e sviluppo (R&S)”; “il livello di digitalizzazione delle imprese sotto la media nazionale, anche se non di moltissimo”; la “bassa domanda di figure qualificate”; il “decremento demografico e invecchiamento della popolazione”; “il costo del credito, più elevato rispetto alla media nazionale”. Di fronte alle sei piaghe anche importanti punti di forza: “il posizionamento, con una percezione ancora molto solida, di regione verde, poco popolata e con un alto livello di qualità della vita; l’attrattività delle splendite aree interne; le potenzialità assicurate dall’ottimo grado di istruzione medio, soprattutto femminile; la possibilità di rigenerazione di immobili, anche di pregio, a prezzi ragionevoli”. “L’Umbria – osserva Mencaroni – è un territorio fertile per sperimentare dei modelli di riqualificazione di siti industriali dismessi basati su attività di specializzazione economica, che abbiano al loro cemtro sostenibilità e innovazione”.