La simulazione Covid fino a luglio: lo studio segreto e i timori degli esperti

I modelli seguiti in questo periodo di pandemia sono stati diversi, non solo epidemiologici. Anzi il più delle volte è stato preso in esame un modello matematico-epidemiologo, con previsioni quasi sempre azzeccate. Oggi viene pubblicato sul Corriere della Sera uno studio del professore Stefano Merler, il matematico-epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler che fa i conti per l’ Istituto superiore di sanità e il Ministero della Salute. L’ ultimo RT rilevato sui casi sintomatici , riferito al periodo tra il 31 marzo e il 13 aprile, è di 0,81. È la base di partenza. Ebbene lo studio prevede delle ipotesi considerate da tutti molto attendibili. Se l’Rt cresce a 1 , cosa probabile a seguito delle riaperture, di qui al 15 luglio dovremmo continuare a fare i conti con 200/300 morti circa al giorno. Se sale a 1,1 il rischio è naturalmente maggiore. Ci sarebbe un aumento costante. Altra simulazione illustrata da Merler. Se il riavvio fosse stato rimandato al 12 maggio i decessi giornalieri avrebbero potuto essere la metà: 100. È la cosiddetta incidenza  dei nuovi casi giornalieri che trascina con sé inevitabilmente una percentuale di morti. Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna,, infatti, arrivare a 50 casi alla settimana ogni 100 mila abitanti. Ritardando le riaperture, che incidono sull’innalzamento della curva di infezioni, tra 15 giorni avremmo avuto un numero di partenza dei contagi più basso, con l’ovvia conseguenza di un minor numero di morti in prospettiva. Ecco perché il premier Mario Draghi ha parlato di ” rischio calcolato”.  Anche per questo alcuni esponenti del CTS avrebbero preferito riaprire a Maggio con un’incidenza più bassa. Il timore è che essendo ancora elevata la curva dei contagi, possa ricrescere in fretta. Ma, giustamente, in questo caso la decisione di Draghi è stata una scelta politica che tiene conto delle esigenze del Paese, che non sono solo sanitarie. Certo la scelta ” calcolata” di Draghi tiene conto anche della scommessa fatta dal governo sull’ abbassamento della letalità del virus grazie alle vaccinazioni in corso. Grazie ai vaccini infatti il Covid sta uccidendo meno e a un certo punto diventerà paragonabile all’ influenza stagionale. In questo senso una prima data ipotizzata dall’ Ispi è quella di fine giugno. Ma è tutto legato al ritmo con cui procede la campagna vaccinale. Ma molto dipenderà dai comportamenti individuali, altrimenti i rischi sono ancora alti.