Le mosse della regione, i diktat della Lega e l’assenza dei moderati. Le difficolta’ del Pd e il silenzio di Morroni.

Il più scettico ai diktat della Lega, fatti propri dalla governatrice Donatella Tesei, è sicuramente il vicepresidente Roberto Morroni. Da sempre con Forza Italia, anche nei momenti più difficili, avrebbe fatto a meno di entrare in collisione con il Governo nazionale e , se fosse dipeso da lui, quella lettera dei governatori del centro destra non l ‘avrebbe firmata. La regola è quella del buon senso: nei momenti drammatici non ti metti a litigare con tutti. Certo non è nelle sue corde aprire uno scontro con gli alleati, per lui vale il pensiero più volte espresso da Silvio Berlusconi che tiene alta la bandiera dell’opposizione ” seria e responsabile”. Dentro di sé la pensa come il suo leader ” I sovranisti  non fanno il bene dell’ Europa”. Quindi non ci sarà nessun match nelle prossime settimane ma stare sulle barricate contro il governo per lui , a lungo andare, diventa un peso forte. Per ora nessun urto particolare anche perché in Consiglio regionale è solo e i numeri non gli consentono di fare manovre azzardate. Magari, assicura qualcuno che lo conosce bene, sta a guardare come finirà il match Salvini-Meloni , Lega e Fratelli d ‘Italia ormai sembrano andare in forte competizione, sia nelle iniziative a Palazzo Cesaroni che nei toni a livello nazionale. Con la Lega sempre più sulle barricate contro il governo e Fdi che in piazza ci va  solo per 15 minuti davanti a Montecitorio. Ma non c ‘ è solo questo nelle vicende del centrodestra in Umbria. La coalizione che governa l ‘ Umbria è ormai appiattita su posizioni estreme con i moderati costretti a soccombere su tutto. E questo , con il passare dei mesi, sta diventando un problema serio per la stessa maggioranza. Per quanto tempo i liberali moderati del centro destra umbro potranno continuare ad avere la peggio ? Ad arrendersi ad ogni iniziativa radicale e intransigente dell’alleato più importante della coalizione ? Quale sarà  il limite ultimo, il segno oltre il quale non si può andare ? Ecco sono tutte queste le domande alle quali un giorno Roberto Morroni dovrà comunque trovare delle risposte. Non altro perché è l ‘unico moderato di Palazzo Cesaroni che può – per le capacità politiche che possiede – ristabilire un equilibrio diverso in questo centro destra umbro. Sul versante dell’ opposizione le cose non vanno molto meglio. I civici sono scomparsi , il Pd non incide quanto dovrebbe e il Movimento 5 Stelle non sembra più efficace come una volta. Le forze di opposizione, fatta qualche eccezione,  sembrano andare ormai in ordine sparso sia nelle iniziative che nella strategia. La coalizione che si è presentata alle elezioni si è rotta subito, i civici si sono divisi anche tra di loro e le proposte fin qui fatte dal Pd sono leggere e per niente efficaci. Sembra di rivedere quanto è successo nei cinque anni passati a Palazzo dei Priori. Il finale lo conosciamo tutti, Romizi trionfa con oltre il 60%.