Ragazzo muore dopo le chemio, i genitori di Alex ottengono una nuova indagine

La prima inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia era finita con un’archiviazione. Provvedimento che i genitori di Alex non hanno accettato chiedendo al Giudice delle indagini preliminare di riaprire il fascicolo. Ora, alla luce di una perizia fatta da medici legale nominati dalla famiglia, la Procura sembra orientata a riaprire il caso e fare nuove indagini. La vicenda riguarda la morte di Alex Mazzoni, 17 anni, deceduto all’ospedale Santa Maria della Misericordia tre anni fa. Alex venne ricoverato a febbraio del 2020 per una leucemia linfoblastica acuta a cellule b (non fulminante). Dopo le prime due chemio iniziò ad avere degli episodi di rettoragia. Si tratta di un particolare tipo di emorragia che interessa l’ano, definita come perdita di sangue rosso vivo dell’ano.  A quel punto le chemio vennero interrotte e poi riprese. Dopo un pò di giorni Alex ebbe un’emorragia imponente che causò la morte. Per la Procura del capoluogo umbro – che in un primo momento aveva iscritto nel registro degli indagati sette medici dell’ospedale –  non c’erano state però responsabilità da parte dei sanitari sulle cure fatte ad Alex. Una conclusione non accettata dai genitori del ragazzo che hanno nominato dei loro periti. Mentre per il perito della Procura, dottor Sergio Scalise Pantuso, le cure prestate dai sanitari del Santa Maria della Misericordia erano “adeguate”, per i periti nominati dalla famiglia del diciassettenne (Luisa Regimenti e Nicola Stefano) “sono emersi in modo inequivocabile degli errori medici in stretto nesso di causalità con il decesso di Mazzoni Alex, ignorati dal pubblico ministero”. Per i consulenti della famiglia “malgrado gli inquietanti episodi Alex non veniva sottoposto ad alcun esame endoscopico. Ciò avrebbe consentito di accertare senza ombra di dubbio da un lato l’emorragia in corso causata dalla mucosite e dall’altro di sospendere il chemioterapico”. Proprio alla luce della relazione prodotta dai familiari, sembra che la Procura della Repubblica abbia chiesto al Gip del Tribunale di Perugia di poter riaprire il caso.