Recovery Umbria, scoppia la polemica: ” Libro dei sogni”. La strigliata di Romizi a Melasecche

Un risveglio pieno di critiche e contestazioni quello di oggi per la presidente Tesei e la sua giunta regionale. Dopo i sogni della notte e una narrazione affrettata e poco convincente, sono arrivati i primi smarcamenti sulla proposta dell’Umbria presentata al Governo sul Recovery plan, che proprio oggi, arriva all’esame del Consiglio dei ministri. Proprio Umbria Domani aveva sollevata diverse perplessità sul documento illustrato dalla stessa Tesei che assomiglia più ad un elenco della spesa senza capo né coda. Sembra più un assemblaggio di progetti, spesso in contraddizione tra loro. Una operazione priva di visione, lontana dalle reali necessità dell’Umbria e poco credibile appena supera il casello di Orte per raggiungere Roma. Serve ben altro e soprattutto una visione per ricostruire l’economia umbra devastata dalla recessione. Quello che sorprende è il silenzio, ad esempio, di Confindustria Umbria oppure la totale solitudine con la quale Palazzo Donini ha approvato il Pnrr in fretta e furia.  In ritardo, senza partecipazione vera e in assenza di una idea centrale.  Così come è inspiegabile la marginalità del Consiglio Regionale ormai impegnato a discutere soltanto di interrogazioni, interpellane e mozioni. Ovvero il vuoto politico  più assoluto. Che Dio ce la mandi buona ! E’ la frase pronunciata questa mattina da un consigliere regionale di Palazzo Cesaroni.  ” Un libro dei sogni, che sarà bocciato dal Governo a cui poi la giunta regionale darà la colpa. Una straordinaria occasione andata perduta”, ha urlato questa mattina Vincenzo Sgalla, segretario regionale della Cgil dell’Umbria. Un elenco della spesa, con progetti presi nei cassetti della Regione – alcuni datati e archiviati –  e con ipotesi che non tengono conto della strategia messa a punto dal governo e da Bruxelles che si regge principalmente su due pilastri: la digitalizzazione e la transizione ecologica. Per la Tesei e i suoi è fondamentale per il futuro dell’Umbria investire sulla città del cinema a Terni, sulla ciclovia del Tevere ( solo per fare alcuni esempi) piuttosto che puntare su un nuovo modello di sviluppo a partire da una riconversione industriale nei territori che sono alla canna del gas. ” Non è stato condiviso nulla ! – sottolinea ancora Sgalla –  Ci hanno chiamato il giorno prima in videoconferenza per chiederci: vi piace ? Non ha senso, non deve piacere, deve funzionare”. Non si può perdere questo treno, ha ricordato a Foligno il Ministro dei Trasporti e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, aggiungendo ” che si tratta della più grande iniezione di investimenti da tantissimi anni a questa parte”.  Il Ministra ha ricordato ” la necessità di andare verso un nuovo modello di sviluppo, sempre più sostenibile per l’ambiente”. Va in questa direzione la proposta umbra ? Sicuramente non si nota. ” Occorrono progetti – ha aggiunto sempre Giovannini a Foligno –  capaci di creare occupazione, di immettere nuovo personale specializzato nelle stazioni appaltanti e riorganizzare le città con nuove politiche urbane” . Esattamente l’opposto di quello che propone l’Umbria. Insomma, poche sono le idee e per di più confuse. La conferma arriva dalla strigliata del Sindaco di Perugia Andrea Romizi sulla vicenda del Nodino di Perugia, la variante di 7 chilometri che dovrebbe collegare Collestrada a Madonna del Piano. Per far perdere la pazienza al sin troppo mite Romizi  ce ne vuole. Ci è riuscito l’estroso assessore regionale Enrico Melasecche,  che in quasi due anni di giunta regionale ha battuto il record ” degli annunci”. In realtà Romizi si è rivolto a nuora (Melasecche) perché suocera (Tesei) intenda. ” Sono dispiaciuto – ha detto il Sindaco di Perugia – per l’approccio della Regione e dell’assessore Melasecche su un tema così importante per la città. Sembra infatti che il progetto riparta senza che vi sia stata una adeguata interlocuzione con le istituzioni interessate. Non è serio riprendere in mano questa progettazione senza dare la possibilità alle amministrazioni e alle comunità locali di esprimersi sulla validità. Si tratta di una fuga in avanti che non ci conduce sulla via corretta”.  Affermazioni  e giudizi che bocciano pesantemente la giunta regionale e i modi, per lo meno discutibili, di alcuni membri della stessa impostati all’improvvisazione.