Saldi, anche in Umbria si parte il 2 luglio: tutti i consigli per ottimi affari

Il 2 luglio anche in Umbria, come in quasi tutte le regioni italiane, torna l’appuntamento con i saldi estivi, che dureranno 60 giorni, fino al primo settembre. Secondo le stime dell’Ufficio studi della Confcommercio, per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro, pari a 88 euro pro-capite, per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro.”Questi saldi – dichiara il presidente di Federmoda Umbria Confcommercio, Carlo Petrini – ma ci aspettiamo comunque un aumento delle vendite sia pure modesto, rispetto all’anno scorso”. Le aspettative di Petrini sono giustificate dalla tipologia dell’offerta che il consumatore avrà a disposizione. “E’ una offerta di grande qualità – spiega – e soprattutto di stagione, freschissima, perché ormai da tempo i negozi si sono evoluti e sono gestiti in modo molto diverso rispetto al passato, con merce assortita in continuazione. I fondi di magazzino non esistono più. Il saldo oggi è sempre un’occasione, è sempre garantito”. Per fare ottimi affari il presidente di Federmoda Umbria dà un altro suggerimento: “E’ importante rivolgersi alle imprese di vicinato, ai propri negozi di fiducia, perché il rapporto di continuità garantisce ulteriormente la qualità di quello che si acquista e il valore dello sconto”. Sconto la cui entità è a sua volta un elemento indicativo importante: ” Una diminuzione del prezzo del 20-30-50% – sottolinea Petrini – è applicata normalmente ai prodotti di stagione, se si va oltre il consumatore deve essere consapevole che ciò che compra non è all’ultimo grido. Così come è importante sapere che, data la partenza dei saldi ad estate appena iniziata, su capi ancora molto attuali e che hanno un forte utilizzo nelle settimane a venire – come costumi, t-shirt, short, sandali, camice di lino – si troverà applicato uno sconto inferiore rispetto al prodotto venduto in primavera”. Un’altra ragione per cui i saldi estivi potranno rappresentare una vera opportunità è il fatto che il generale aumento dei costi lascia prevedere una crescita dei listini delle prossime collezioni.