Sanità tutto bloccato, i malati umbri non sanno a chi rivolgersi. La beffa del Cup.

Il rischio era così evidente che in tempi non sospetti lo abbiamo più volte denunciato. L’attività ordinaria degli ospedali umbri non riparte. Con il ritorno alla normalità la sanità dell’Umbria rischia l’overbooking , dopo tre mesi in cui ospedali e ambulatori hanno sospeso quasi tutte le attività, ad eccezione delle urgenze e cure non procrastinabili. Questa volta a rischiare non sono i pazienti Covid, ma malati che hanno la necessità di riprendere controlli e test. Tra i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere il percorso usuale di follow-up e controlli ci sono i malati oncologici. Ma un grande problema è anche quello degli screening preventivi. Per questo c’ è l’urgenza di una immediata riapertura dei servizi ordinari e tornare ad erogare prestazioni di ricovero e ambulatoriali. Invece in Umbria i tempi d’attesa si stanno prolungando. Già a fine aprile in Emilia Romagna e Veneto sono state preparate le linee guida per far ripartire l’attività ordinaria, infatti dal 28 aprile – solo per fare un esempio – da Piacenza a Rimini si è ritornati ad erogare prestazioni programmabili e non urgenti da parte del sistema sanitario pubblico, che erano state sospese  a causa dell’epidemia. Anche se l’emergenza non era finita molte regioni hanno guardato oltre – come era giusto fare –  e hanno organizzato la fase 2 anche in sanità, a tutela di tutti i pazienti. Così in molte regioni – già a fine aprile – si è tornati a garantire le attività rimandate: ambulatoriali, territoriali e di ricovero. E in Umbria ? E’ ancora tutto bloccato: effettuare prenotazioni al Cup resta un miraggio.  Scrive oggi ” La Nazione”  , in un articolo puntuale della giornalista Erika Pontini. L’Ospedale di Perugia è ancora a ranghi ridotti nonostante  che i malati Covid  non ci sono più. O forse uno. Come è possibile tenere la più grande struttura sanitaria dell’Umbria a metà regime – se va bene –  quando ci sono centinaia di malati “normali” che attendono una risposta. Fare una Tac , una Rx o altri esami di diagnostica è impossibile. Riporta ” La Nazione “: ” Il terminale del Cup – al quale è possibile accedere da Piazzale Europa, come dalle farmacie che effettuano il servizio – rimanda al mittente una risposta laconica, come solo un computer può dare. Non c’ è possibilità di prenotazione in alcuna struttura sanitaria: tutto bloccato fino a data da destinarsi “. Ma è tollerabile una vicenda di questo tipo in una regione che è stata sempre presa da esempio per la tempestività e qualità dei suoi servizi sanitari ? Siamo al paradosso, una situazione assurda, fuori dalla logica comune. Ma c’è di più: molti interventi chirurgici vengono trasferiti nelle cliniche private, dove si registra un vero boom di accessi. Anche alcuni pazienti  oncologici vengono curati ad esempio nella clinica privata di Monteluce. Il tutto in base all’accordo stipulato tra Regione e privati. In questa situazione paradossale c’ è chi come il Sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico che parla della necessità di interagire  con la Toscana , in particolare con gli ospedali di Nottola e Santa Margherita.  Insomma mentre l’attività ordinaria degli Ospedali umbri è sostanzialmente bloccata c ‘è chi inizia a guardare oltre i confini regionali. Il tutto mentre negli ultimi 11 giorni si è registrato in Umbria  un solo nuovo caso di positività al Covid-19, un asintomatico a Terni.