Sanità Umbria, che fine faranno gli 869 operatori sanitari assunti per l’emergenza Covid ?

“La Giunta Tesei spieghi come intende stabilizzare il personale sanitario che ha prestato servizio durante l’emergenza Covid, finora coinvolto a tempo determinato, alla luce delle difficoltà economiche in cui versa la sanità umbra, palesate dal direttore regionale della sanità Massimo D’Angelo”. Lo chiedono, con un’interrogazione a risposta immediata, i consiglieri regionali del Pd Simona Meloni, Tommaso Bori, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli. I quali auspicano che venga anche fatta ” la ricognizione della platea dei soggetti del Servizio sanitario regionale che potrebbero beneficiare della procedura, suddivisi per Asl e Aziende ospedaliere”. I consiglieri del partito democratico spiegano che “il Governo nazionale ha individuato nella legge di bilancio 2022 le procedure di stabilizzazione a tempo indeterminato, che riguarda il personale del ruolo sanitario e degli operatori socio-sanitari che abbiano maturato al 30 giugno 2022 almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022, alle dipendenze di un ente o azienda del servizio sanitario. La procedura di stabilizzazione può trovare applicazione dal primo luglio 2022 al 31 dicembre 2023, in coerenza con il paino triennale dei fabbisogni  di personale e nel rispetto dei limiti generali di spesa per il personale degli enti e aziende del servizio sanitario nazionale”.  Lazio, Liguria, Puglia, Piemonte e Calabria hanno già avviato il percorso per la stabilizzazione del personale sanitario che ha maturato i requisiti. Gli esponenti del Pd concludono sottolineando che in Umbria ” su 976 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid, i precari sono complessivamente 869 di cui 163 medici, 389 infermieri e 317 altro personale”. Con l’accordo raggiunto tra Regione e sindacati a giugno 350 contratti Covid dei lavoratori precari della sanità dell’Umbria sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2022. Secondo la federazione Cimo-Fesmed, il sindacato dei medici dirigenti, in Umbria mancano 285 dottori, di cui 69 primari. Concludono i consiglieri regionali di opposizione: ” Sarebbe dunque da considerare prioritaria la stabilizzazione dei lavoratori della sanità assunti con contratto a tempo determinato durante l’emergenza Covid anche per rispondere alle esigenze delle Aziende sanitarie e ospedaliere dell’Umbria, oltre che  a riconoscere il lavoro svolto incessantemente da due anni. Stabilizzazione che aiuterebbe a rafforzare la sanità territoriale, la qualità della sanità umbra e la sua capacità di risposta ai bisogni di salute della cittadinanza”.