Tesei scrive ai Sindaci per ulteriori restrizioni: mini zone rosse ? L’illusione di due settimane

La Presidente della Regione dell’Umbria, dopo aver protestato con il governo sulle troppe restrizioni, ora sollecita l’Anci ad una ” immediata valutazione ” insieme ai primi cittadini dei territori in cui c’è una elevata incidenza di casi settimanali di Covid. Il tutto per ” individuare una serie di iniziative territoriali temporanee, in aggiunta alle limitazioni regionali e nell’ottica  del perseguimento del principio di massima precauzione, allo scopo di ridurre le occasioni di contagio”. Dopo due settimane di oscillazioni della curva epidemiologica la governatrice dell’Umbria decide di prendere l’iniziativa anche alla luce dei brutti dati di questi giorni. Secondo quanto comunicato dalla Sanità regionale, infatti, mentre da un lato la pressione dovuta al Covid nelle strutture ospedaliere è attualmente ” sotto controllo”, dall’altro lato si registra una situazione di diffusione del virus ” particolarmente difforme nelle due province e puntiforme all’interno delle stesse”. Per questo la Presidente Tesei ha già sentito il Prefetto di Perugia Armando Grandone. Il tutto con l’auspicio di ” trovare una risposta condivisa dei Comuni maggiormente interessati, pur nell’autonomia di valutazione dei Sindaci, e, ovviamente, fermo restando la massima collaborazione delle Asl locali, del Commissario all’emergenza Covid e della Sanità regionale tutta”. L’iniziativa della governatrice arriva nel momento in cui tutta la regione rischia di finire in zona rossa con conseguenze drammatiche per tutta la comunità. La situazione epidemiologica dell’Umbria vede una grande differenza tra le province di Perugia ( 234 positivi per 100 mila abitanti) e Terni (69,8 positivi per 100 mila abitanti). Lo ha detto lo stesso direttore regionale alla Sanità Claudio Dario: ” Ci troviamo di fronte a variazioni sui singoli comuni e aree della regione che sono significative”.  Purtroppo le constatazioni della Regione arrivano con forte ritardo . Infatti la situazione è diversa tra i vari territori delle due province da almeno 10 giorni, con alcuni comuni che da due settimane presentano livelli di contagio assai importanti.  Quelli a maggior rischio sono Deruta (741 contagi ogni 100 mila abitanti) , Perugia (350 contagi ogni 100 mila abitanti), Marsciano (414), Magione (304), Foligno (238), Gubbio (240) e Città della Pieve (246). A questo punto il rischio da scongiurare è quello di non costringere tutta la Regione a stare in zona rossa “E per farlo – sottolinea l’assessore Coletto – servono provvedimenti locali “. Le mini zone rosse, per capirci. Così nel momento in cui diverse regioni passano al giallo – con grandi benefici per bar e ristoranti – l’Umbria rischia il rosso e si ritrova con ulteriori restrizioni.