Umbria, test rapidi, stop ai privati . Sindacati contro, la Regione in silenzio e la Lega prende le distanze.

Il pasticcio è stato consumato. Ora è un ginepraio con tanto di imbarazzo e voglia di smarcarsi da una situazione complicata. Quello che sorprende è il testardo silenzio della Regione, nemmeno una parola uscita da Palazzo Donini. Che  l ‘iniziativa di qualche privato fosse inopportuna era chiaro sin dall’ inizio, così come è inopportuno che l ‘istituzione pubblica non  abbia nulla da dire. Un pò di imbarazzo all’interno della maggioranza c ‘ è, tanto è vero che i consiglieri regionali della Lega – in pochi minuti – hanno preso una posizione abbastanza netta : ” non agire fuori dalle norma , non è auspicabile agire fuori dallo schema fino ad ora seguito “. Anche l ‘opposizione è in silenzio, sul rapporto con i privati – nei giorni scorsi – si è sentito tutto e il contrario di tutto. Chi ha le idee chiare è però il Sindacato, da subito la Cgil è insorta. Prima ancora della opportunità, c ‘ è un problema ” etico e di sicurezza”; per la Cgil ” non è pensabile che i test rapidi per il coronavirus vengono fatti a pagamento in strutture private “. Cgil, Cisl e Uil hanno scritto alla Regione ma anche ai Prefetti di Perugia e Terni. Il privato che pensava di iniziare a lavorare da oggi si è difeso: ” Siamo in regola e non vogliamo lucrare sulla sciagura “. E’ comprensibile che il privato si faccia avanti, del resto l ‘impresa privata sta sul mercato e prova a conquistare spazi. Quello che non è comprensibile è il silenzio e l ‘immobilismo del pubblico, che ha il dovere di programmare e , non meno importante, controllare ciò che avviene.  E’ possibile che la Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanità – entrambi della Lega – non sapessero niente ? E’ possibile che i consiglieri regionali della Lega non avessero informato e chiesto ai loro vertici istituzionali cosa stesse succedendo ? Molti temono che sia solo l ‘inizio di una apertura al privato. Certo pensarla in un periodo così drammatico per la gente non sarebbe sicuramente una bella pagina per l ‘ Umbria. Nel frattempo i Carabinieri del Nas si sono presentati ieri al laboratorio che da qualche giorno stava pubblicizzando sui social il rapid test. Il privato fa il privato, è il pubblico che non fa il pubblico. Questo è esattamente il problema.