A Palazzo Cesaroni la riunione del gruppo di lavoro “Better regulation” della Calre. La presidente Porzi: “La valutazione delle politiche rende gli amministratori informati”

PERUGIA – “Introdurre nelle politiche pubbliche le tematiche della ‘Better regulation’ servirà a renderci degli amministratori informati, in grado di produrre scelte e decisioni che siano incisive e decisive”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, ha aperto a Perugia, a palazzo Cesaroni, la prima riunione del gruppo di lavoro da lei presieduto e intitolato “Better regulation and policy evaluation” della Conferenza delle Assemblee legislative europee (“Calre”).

Dopo l’introduzione della presidente Porzi, dedicata a “Obiettivi e strumenti per la valutazione a livello regionale”, sono stati affrontati i temi come “La valutazione quale elemento essenziale delle politiche europee in materia di Better regulation”, “La partecipazione del Parlamento europeo nel processo di valutazione delle politiche europee”, “La valutazione di impatto territoriale delle politiche e delle direttive dell’Ue”, “Il Comitato europeo delle regioni, strategie per la valutazione dell’impatto territoriale”.

I lavori si sono conclusi con la sessione aperta dedicata al “Confronto tra le diverse esperienze europee”.
Nello specifico – riferisce un comunicato della Regione Umbria – i relatori hanno spiegato che la “Better regulation” consente un’analisi di impatto dei provvedimenti prima della loro adozione, per costruire regole più efficaci e meno costose. Le attività di valutazione “ex ante” ed “ex post” permettono poi di misurare il valore aggiunto europeo per rendere più appropriata ed efficace l’attività del Parlamento europeo il Parlamento europeo, realizzando un dialogo continuo tra Regioni e Parlamento europeo, per attuare politiche che siano realmente vicine alle comunità locali. E in questo processo è stato sottolineato che le Assemblee legislative svolgeranno sempre più un ruolo di protagonista.

La presidente Porzi – prosegue il comunicato – che è anche uno dei sette delegati italiani in seno al Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (“Ccre”), ha inoltre evidenziato che “la qualità della legislazione rappresenta un fattore chiave per la competitività e lo sviluppo economico e una condizione essenziale per agevolare l’esercizio dei fondamentali diritti di cittadinanza e di rappresentanza”.
“La crucialità del tema – ha evidenziato – è riaffermata anche dall’operato delle istituzioni, nazionali ed europee, che stanno sempre più dedicando attenzione alla necessità di una migliore regolamentazione impostando in quest’ottica e su tale base il loro lavoro e la loro evoluzione. Anche le istituzioni regionali dovranno adeguarsi, impostando su questa prospettiva il lavoro”. “Migliorare la qualità della legislazione di un Paese o di una Regione – ha concluso Porzi – significa rivolgere lo sguardo all’esterno dei palazzi istituzionali ed instaurare processi trasparenti ed inclusivi, affinché le scelte politiche che ognuno di noi è chiamato ad assumere possano essere prese in maniera più consapevole”.

Efisio Espa (docente di Analisi di impatto della regolamentazione presso la Scuola nazionale dell’amministrazione-Presidenza del Consiglio dei ministri) ha affermato che “una policy definita dalla Unione europea si rivela estremamente complessa poiché si rivolge a 28 Paesi diversi, quindi si rende necessario un severo filtro analitico, vale a dire un’analisi di impatto dei provvedimenti prima della loro adozione, anche per costruire regole più efficaci e meno costose: questa è la Better regulation. In questo processo divengono attori importanti anche le assemblee legislative, al fine di ridurre la complessità dell’intreccio tra decisioni pubbliche e ambiente di destinazione e di riferimento delle policy”.
Josephine Rebecca Vanden Broucke (Head of European Council Oversight Unit, Directorate for impact assessment and European added value) ha osservato che “facciamo valutazioni del valore aggiunto europeo per aiutare il Parlamento europeo a identificare le aree dove sarebbe vantaggioso avere un’azione comune europea o un maggiore coordinamento delle politiche europee esistenti nell’ordine giuridico degli stati membri.

Questo avviene tramite valutazioni ex ante sulle politiche europee, sui programmi di spesa e sugli accordi internazionali. Con le valutazioni ex post valutiamo retrospettivamente l’efficacia delle legislazioni o delle politiche europee e qui entriamo in ciò che riguarda le singole regioni europee. C’è un progetto, ancora da approvare, che prevede l’organizzazione di un dialogo continuo tra Regioni e Parlamento europeo”. Per Beatrice Taulégne (Direzione del Comitato europeo delle Regioni), “identificare il valore aggiunto delle politiche europee è un’esigenza, come anche l’impatto delle ricadute.
Siamo all’inizio di una fase in cui si valuta l’importanza delle politiche europee a livello regionale, per la prima volta vengono fatte valutazioni di impatto a livello territoriale.
Quindi è importante rafforzare i legami fra le varie istituzioni. Stiamo andando sempre più verso la realizzazione di politiche che siano realmente più vicine alle comunità locali, un processo su cui giocano un ruolo importante, e lo sarà sempre di più, le Assemblee legislative”.
Sono inoltre intervenuti Santa Brancati (segretario generale della Regione Campania), Ilaria Dal Zovo (Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione), Filippo Monaco (vice presidente Assemblea legislativa Molise), Nicolas Tzanetatos (deputato Parlamento della Vallonia).

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