Amianto, 137 immobili da bonificare in Umbria

PERUGIA – La questione amianto entra prepotentemente nell’agenda di Palazzo Cesaroni con le audizioni della Seconda commissione, presieduta dal consigliere Eros Brega. Sono stati ascoltati il direttore delle Attività Ispettive del ministero del Lavoro, Paolo Pennesi e il presidente dell’Osservatorio nazionale Amianto Ezio Bonanni. Ad aprire i lavori è stato il presidente Brega, che ha sottolineato gli obiettivi della fase di audizioni: “evitare che l’amianto sia un ammortizzatore sociale e arrivare ad una legge regionale”.

Il quadro tracciato dal dottor Pennesi è stato con luci e ombre. “Sul Piano nazionale amianto la spinta è allentata – ha detto – al livello di Governo è stato istituito un Comitato Interistituzionale ma siamo in attesa della designazione dei rappresentanti degli amministratori locali. In Umbria è stata effettuata una mappatura che individua 137 immobili a rischio e che andranno bonificati. Tre le aree di concentrazione più importanti: le Grandi officine di Foligno, il polo di Narni della Sgl e quello di Terni della Thyssen”. Su input del presidente Brega si è parlato degli “atti di indirizzo” ministeriali, provvedimenti tesi a garantire il riconoscimento dell’esposizione all’amianto, indipendentemente dalla necessità del provarlo, come avvenuto con Taranto, Genova e Piombino. Pennesi ha ricordato che gli ultimi atti di questo periodo sono stati emanati nel 2001 – 2002 per lo stabilimento di Torino, mentre la Thyssen ha scelto di non applicare questo provvedimento a Terni, nonostante qui ci sia maggiore produzione e laminazione.

pennesiA chi sollevava interrogativi sul perché, Pennesi ha ricordato che gli atti di indirizzo ministeriali sono stati applicati ed emanati in seguito ad istanze sollevate dalla parti sociali e dai sindacati. Quindi, il non detto è che da Terni nessuno avrebbe lavorato per metterlo in evidenza. Tutti si sono trovati sulla stessa lunghezza d’onda, da Silvano Rometti a Claudio Ricci a Raffaele Nevi. Andrea Liberati (M5S) ha detto: “Nessuno indugi su questa situazione. Il problema è che spesso non abbiamo contezza di questo dramma: solo a Terni c’è un eccesso del 160 per cento di mesoteliomi rispetto alla media nazionale”. Sull’eventualità dei prepensionamenti da applicare a Terni, emersa dalle parole del senatore Rossi, Liberati ha interrogato Pennesi che ha risposto: “Idea emersa ma mai arrivata a definizione”. “Il quadro che emerge – ha detto Andrea Smacchi – è quello di un ruolo aziendale e delle parti sociali, in cui spesso è prevalso l’aspetto privatistico rispetto a quello pubblicistico. Se è così anche le comunicazioni fatte sono preoccupanti. Da oggi bisogna capire, al di là delle manifestazione, come agire sul fenomeno”.

Importante anche la testimonianza dell’avvocazione Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. “Di fatto l’Umbria è stata discriminata per una scelta politica e sindacale. Il ministero del Lavoro ha l’obbligo di trattare i lavoratori allo stesso modo per la salute e la pensione. Affermare che nella Thyssen di Torino c’è stato amianto fino al 2003 e a Terni fino al 1992 significa sottrarre ai lavoratori anni in più sui luoghi di lavoro”. Per l’avvocato Bonanni in questo modo si lede un diritto costituzionale, quello della salute. Da Francesconi, presidente regionale Ona, il richiamo affinché non ci siano “morti di serie A o di serie B”.

 

 

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