Ast, accordo fatto: i contenuti e le reazioni, i lavoratori lasciano i presidi, domani assemblee e poi referendum

Dopo 24 ore di trattative, intorno alle 15 è arrivata la firma dell’accordo sull’Ast. A rivelarlo è il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova subito dopo la sigla di tutte le parti. L’accordo, che sarà sottoposto al vaglio dei lavoratori, attraverso il referendum, prevede  un piano di rilancio, sviluppo e ristrutturazione su quattro anni che si pone l’obiettivo di garantire almeno un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni.

Tra le altre previsioni, quella per le controllate Aspasiel, Sdf e Tubificio destinate a diventare business unit. L’accordo prevede anche la produzione di almeno 1 milione di tonnellate annue di acciaio fuso, investimenti per circa 150 milioni di euro fino al 2017, una politica commerciale diretta in tutta Europa, un contratto integrativo ridotto ma in parte compensato dalle maggiorazioni inalterate per le domeniche e le notti a 40 euro e il premio di produttività di luglio a 723 euro, la cassa integrazione ordinaria (e non straordinaria come ipotizzato in un primo momento dall’azienda)  fino a 400 persone, zero esuberi secchi, visto che su 290 previsti 305 hanno già accettato l’uscita volontaria incentivata con 80 mila euro lordi e 2 anni di mobilità.

In virtù della bozza d’accordo sono stati sospesi i presidi dello stabilimento di viale Brin ed è stato revocato lo sciopero.

Le reazioni del Governo

Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “La siderurgia in Italia è cruciale e e lasciatemi esprimere oggi la soddisfazione del governo perché è stata chiusa la vicenda Ast”.

“Sono estremamente soddisfatta dell’intesa raggiunta – ha detto il ministro Guidi – Nonostante le difficoltà di una trattativa che ha coinvolto il governo per molti mesi, siamo riusciti a siglare un’intesa che, sommata ai recenti accordi per la Ferriera di Servola e per la Lucchini, salvaguardia un settore, quello dell’acciaio, strategico per l’economia italiana”.

Il ministro ha ringraziato “tutte le parti e le istituzioni locali per il senso di responsabilità dimostrato in questo difficile confronto”. Un ringraziamento particolare per il supporto fornito è andato al Vice Ministro Claudio De Vincenti,al Sottosegretario Bellanova, al suo capo segreteria Andrea Battiston, a Paolo Onelli, Direttore Generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro e delle Relazioni Industriali e a Giampietro Castano, Responsabile Unità di Crisi del Mise.

“I punti salienti del documento – informa la nota del Mise – prevedono, tra l’altro, che Ast ritorni nel più breve tempo possibile a rivestire un ruolo di leader nei mercati nazionali e internazionali. A questo scopo, Ast propone un articolato piano industriale di rilancio, dall’orizzonte temporale di quattro anni, nell’ambito del quale si dovrà raggiungere, innanzitutto nei primi 24 mesi, l’equilibrio finanziario”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio in un twitter scrive che: “Dopo Piombino anche Terni. Imprese e lavoratori di nuovo insieme per la rinascita del paese. Il Governo sempre al loro fianco”.

Regione dell’Umbria e Comune di Terni, gli impegni presi dalle istituzioni locali

“È stata una vertenza durissima. Con il piano presentato da ThyssenKrupp a luglio il rischio era quello di un drastico ridimensionamento del sito siderurgico di Terni, un’infrastruttura essenziale per l’industria italiana e umbra, con impatti devastanti sull’occupazione diretta di Ast e dell’indotto”. È quanto sottolineano, a conclusione della trattativa, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Vincenzo Riommi.

“Fin dall’inizio – ricordano – Regione e Comune di Terni hanno sostenuto con forza la posizione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che con 45 giorni di sciopero si sono posti a tutela delle prospettive di sviluppo e del futuro di Ast e delle imprese dell’indotto. Ora, finalmente, grazie a questa intesa, i lavoratori e le organizzazioni sindacali del gruppo Ast, delle altre imprese dell’indotto, ma anche Terni e l’Umbria possono guardare al futuro con maggior fiducia”.

“La straordinaria azione di lotta dei lavoratori, la loro generosa mobilitazione, la loro profonda compostezza e quella di tutta la collettività di Terni – che ha potuto godere di un sostegno forte e convinto di tutta la comunità regionale -, il ruolo fondamentale svolto da tutte le organizzazioni sindacali che con determinazione, ma anche con un alto senso di responsabilità hanno condotto il negoziato con l’azienda, hanno permesso – proseguono – che venisse scongiurato il rischio di un inaccettabile ridimensionamento dell’Acciaieria di Terni”.

“La Regione ed il Comune di Terni – sottolineano Marini, Di Girolamo e Riommi – sono state in questi mesi accanto ai lavoratori ed hanno sostenuto con convinzione le loro ragioni perché eravamo e restiamo convinti che la difesa delle Acciaierie significava difendere non soltanto il posto di lavoro di quanti erano minacciati di licenziamento, ma soprattutto la prospettiva di sviluppo di tutta la regione e del paese intero”.

“Con forza, in questi difficili mesi – dicono ancora -, abbiamo cercato di offrire il nostro contributo, mettendo a disposizione anche un importante pacchetto integrato di strumenti e risorse finanziarie,  affinché il negoziato – pur in momenti di grande tensione e di dialogo a volte difficile – potesse proseguire nella ricerca di una intesa che desse le opportune garanzie affinché il sito siderurgico di Terni potesse continuare a rappresentare un asset strategico per l’industria umbra e nazionale”.

“Il sistema di interventi che la Regione Umbria ha messo a disposizione – rilevano – prevede in primis risorse per almeno 5 milioni di euro finalizzati al sostegno degli investimenti sull’efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale delle produzioni”.

“Con le risorse dei fondi strutturali europei – aggiungono – abbiamo assunto l’impegno di sostenere con specifici programmi strumenti ed iniziative gli investimenti, l’innovazione, la qualificazione delle imprese dell’indotto. Per i lavoratori di queste ultime, ci siamo impegnati su iniziative per rafforzarne le competenze e la qualificazione al fine di favorirne la continuità occupazionale e il reimpiego presso le aziende subentranti in esito a procedure di appalto. Sempre per i lavoratori prevediamo, qualora necessario, modalità concordate di gestione degli ammortizzatori sociali”.

Dal punto di vista del miglioramento delle condizioni insediative e della logistica del territorio “intendiamo procedere rapidamente alla realizzazione della bretella San Carlo – Prisciano, ed al completamento della base logistica di Terni anche con riferimento alla realizzazione del collegamento ferroviario con la rete ferroviaria RFI”.

“Insieme al Ministero dello Sviluppo Economico –  riferiscono i rappresentanti delle istituzioni – stiamo assumendo tutte le iniziative utili per il finanziamento del completamento della superstrada Orte-Civitavecchia”.

Marini, Di Girolamo e Riommi ringraziano “il Governo per il ruolo attivo svolto nella vertenza a cominciare dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, per aver considerato Ast una delle grandi vertenze del Paese e questione di interesse nazionale. Un grazie particolare – proseguono – al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi che in prima persona, unitamente al sottosegretario del Ministero del Lavoro Teresa Bellanova, al vice ministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Del Rio, ha condotto in prima persona la difficile trattativa interloquendo in prima persona con il ‘board’ di ThyssenKrupp ed il vertice di Ast, mantenendo sempre aperto il dialogo con l’azienda e con le organizzazioni sindacali anche nei momenti più difficili in cui la situazione sembrava precipitare, dando il suo contributo sostanziale ai contenuti fondamentali dell’accordo ed alla positiva soluzione della vertenza”.

“Dall’altro lato, in queste settimane abbiamo aperto un confronto con i parlamentari e le istituzioni europee che continuerà per poter garantire nella dimensione delle politiche industriali comunitarie un ruolo sostanziale dell’industria siderurgica per lo sviluppo del nostro paese e dell’Europa intera. Tutti – concludono Marini, Di Girolamo e Riommi – hanno svolto con impegno, rigore e serietà la loro parte per favorire una intesa che mirasse innanzitutto a salvaguardare un pezzo fondamentale e strategico, quale è l’Ast di Terni, per l’industria siderurgica nazionale, e con essa l’occupazione e l’economia di una intera regione”.

Le reazioni dei sindacati

L’ipotesi di accordo è il risultato di una trattativa “durissima”. Ha commentato il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. “Abbiamo raggiunto un finale positivo e importante, dopo 25 ore di no-stop e quattro mesi di vertenza. Abbiamo scongiurato licenziamenti e cassa integrazione straordinaria”.

Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, parla di buon accordo “perché ha cambiato radicalmente il piano industriale: si prevedono investimenti su quattro anni, due forni attivi e un milione di tonnellate d’acciaio. Non ci sono licenziamenti ma solo uscite volontarie e sono anche tutelate le condizioni di lavoro perché si sono mantenuti aspetti salariali importanti”.

Il segretario generale della Ugl Metalmeccanici, Antonietta Vicaro, sottolinea come “finalmente abbiamo raggiunto un’intesa che gestisce le uscite su base volontaria e che garantisce i lavoratori su tutti i punti più importanti di questa estenuante trattativa: oltre alla volontarieta’ degli esodi, il piano quadriennale, il milione di tonnellaggio di colato e i due forni sono confermati, c’è la clausola contrattuale per la gestione degli appalti e giuste tutele sull’integrativo”.

Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, ha riferito che i sindacati si impegnano “a monitorare semestralmente presso il Mise l’attuazione del piano” e “verificheremo il rispetto degli impegni assunti da ThyssenKrupp”.  Secondo quanto riferito dalla Uilm, l’accordo prevede “elementi migliorativi, a partire da una produzione minima di acciaio colato pari a 1 milione di tonnellata su base annua ed un programma di investimenti (100 Milioni si euro), per aumentare l’efficienza dei due forni fusori e con un potenziamento della rete commerciale,attraverso la divisione Tk Materials, per consentire l’incremento di questa soglia minima di volume produttivo,se le condizioni di mercato lo consentiranno (impegno a sviluppo mercato nazionale e mediterraneo)”. E’ previsto anche l’incremento delle produzioni a freddo (si punta,in prospettiva, a 700.000 tonnellate annue), anche con il completamento della nuova linea a freddo (investimento pari a 20/30 milioni di euro).

I sindacati territoriali fanno sapere “domani si terranno le assemblee informative sui contenuti dell’ipotesi di accordo che comunque sarà messa a votazione tramite referendum nei giorni prossimi. L’ipotesi di accordo, frutto di giorni di mobilitazione e negoziato, recepisce parti significative delle proposte fino ad oggi sostenute dalle Organizzazioni sindacali e dai lavoratori. I contenuti del nuovo Piano e quanto sottoscritto saranno illustrati nelle assemblee informative che partiranno dalla giornata di domani. A fronte dell’intesa raggiunta, sono sospesi da subito i presidi alle portinerie ed è revocato lo sciopero a partire dalle ore 6 di domani 4 dicembre“.

Le reazioni politiche

“Oggi è una bellissima giornata per tutta l’Umbria. La più bella da quel 31 luglio quando tutti insieme scongiurammo l’invio di 537 lettere di licenziamento ai lavoratori dell’Ast di Terni. Da quel giorno abbiamo iniziato una trattativa estenuante, per salvare le acciaierie, consapevoli che era in gioco il futuro della città di Terni e la sopravvivenza di tutta l’economia regionale”. Così, in una nota, il segretario del Pd Umbria Giacomo Leonelli.  “Abbiamo organizzato assemblee – ha detto Leonelli – abbiamo partecipato a manifestazioni anche se ‘sconsigliati’, abbiamo agevolato l’incontro alla Leopolda tra il nostro segretario Matteo Renzi e i lavoratori dell’Ast, al quale ho partecipato personalmente; abbiamo passato le notti a consultare siti internet e ad attendere sms con buone notizie dal Mise. In poche parole, il Partito Democratico dell’Umbria ci ha messo la faccia, dal primo minuto al 90esimo, tempi supplementari compresi. Sapevamo che era rischioso. Perché se tutto fosse naufragato, come ad un certo punto sembrava più che probabile, il contraccolpo sarebbe stato pesantissimo.  Ma questo è il nostro ruolo. Questo è il ruolo del Pd. Dalla parte dei cittadini e dei lavoratori dell’Umbria. Voglio pensare che questa sia la vittoria dell’Umbria migliore”. “Dopo questo fondamentale risultato, da domani – conclude Leonelli – saremo ancora al lavoro, con rinnovato impegno, su situazioni altrettanto complicate per l’Umbria, su tutte quella che interessa i lavoratori della ex Antonio Merloni”.

L’europarlamentare del Pd, Enrico Gasbarra scrive che “L’accordo raggiunto ridà futuro all’Ast di Terni, ai dipendenti che con tenacia e tanti sacrifici hanno portato avanti insieme alle rappresentanze sindacali una vertenza molto difficile dando a tutti una lezione di grande dignità e d’amore per il proprio lavoro, la propria professionalità e per la storia delle acciaierie. Decisivo è stato il ruolo del governo Renzi che con grande determinazione è riuscito a salvare l’occupazione e a rilanciare l’industria siderurgica svolgendo anche sul tavolo europeo un lavoro determinante – conclude Gasbarra – per Terni, l’Umbria e l’intero settore che è strategico per il nostro Paese”.

“Il salvataggio dell’Ast di Terni è un’ottima notizia e premia lo sforzo compiuto in questi mesi da Governo e parti sociali per scongiurare la chiusura difendendo l’occupazione e rilanciare la produzione”. Lo afferma Filippo Taddei, responsabile economia e lavoro del Pd. “E’ peraltro una grande soddisfazione personale anche in virtù degli impegni assunti dopo la mia visita agli impianti nelle settimane passate”.

Il Pd di Terni sottolinea come “dopo tanti mesi di trattative, preoccupazione, pesanti battute d’arresto, unite ai grandi sacrifici dei lavoratori e al forte gioco di squadra delle Istituzioni e dei Sindacati locali, possiamo finalmente tornare ad essere fiduciosi grazie alla firma siglata al MISE sull’ipotesi di Accordo per l’AST e le controllate Aspasiel, Sdf e Tubificio. Dopo un’estenuante trattativa e mobilitazione, l’ipotesi recepisce parti significative delle proposte sostenute attraverso un piano di rilancio, sviluppo e ristrutturazione su quattro anni, nessun licenziamento e l’impegno di un percorso per garantire la tutela anche dei lavoratori delle ditte terze. Adesso, l’ultima parola ai lavoratori delle Acciaierie, ai quali siamo vicini dall’inizio di questa difficilissima vertenza che tanto ha scosso la nostra comunità”.

Il Partito Democratico di Terni, quindi, ritiene fondamentale e positivo il lavoro svolto che sarà utile per gestire una fase difficile per l’intero settore siderurgico. Consapevoli dell’estrema delicatezza del momento, siamo grati a tutti coloro che hanno permesso al sito siderurgico ternano di proseguire ad essere un’eccellenza della nostra economia.

Il Partito di Terni c’è ed auspica che in seguito alla completa esecutività dell’Accordo, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Governo continuino a tutelare con sempre maggiore impegno tutti i processi di riorganizzazione e ristrutturazione necessari attraverso un sostegno concreto e un monitoraggio costante che garantisca il futuro di Ast e dei suoi lavoratori allo scadere dei quattro anni previsti.

 

LA CRONACA DELLA GIORNATA DI OGGI

“Ast, a un passo dall’intesa”, lo ha detto poco prima delle 13 la Fim nazionale. Un’intesa che sembra essere alla stretta finale a cui si è arrivati con la maratona no stop. Dopo una lunga nottata di trattativa le parti sono ancora intorno al tavolo a incasellare tutti i tasselli di una sempre più vicina intesa. A metà mattinata si è tenuta una riunione ristretta tra il ministro Guidi, i sindacati nazionali e l’azienda. La titolare del dicastero allo Sviluppo economico ha cercato di tirare le somme per arrivare alla stretta finale. Al termine del confronto l’amministratore delegato Lucia Morselli si è messa al telefono con la Thyssenkrupp per verificare la possibilità di arrivare alla stretta finale. Il ministro Guidi, che nel frattempo si è allontanata per un’audizione al Copasir, rispetto alla trattativa ha detto che “stiamo avanzando”.

La maratona al Mise, cominciata ieri pomeriggio è ancora in corso. All’alba pare che si stia lavorando alla stesura della bozza, forse finale, del accordo. La volontà di arrivare a stringere su un accordo ha fatto sì che il negoziato andasse avanti no stop.  Sul tavolo della discussione nella nottata ci sono stati alcuni punti su cui azienda e sindacati hanno mostrato le loro distanze.

Uno dei nodi è la clausola di salvaguardia delle ditte terze, una clausola in cui si tutelano gli addetti delle ditte terze che dovessero perdere gli appalti con l’Ast. I sindacati insistono sul punto, ma per l’azienda la richiesta non sarebbe ricevibile. Il secondo punto riguarda la cassa integrazione. Per un numero di dipendenti fino a 400 unità, l’azienda avrebbe chiesto la Cig straordinaria per due anni in considerazione per la perdita, in seguito al lungo sciopero, di alcune commesse. I sindacati fanno muro. “Per noi questo argomento non è sul tavolo – ha spiegato il segretario nazionale Uilm, Mario Ghini – perché l’azienda ci ha detto due settimane fa che, raggiunti i 290, non ce ne sarebbe stato bisogno e eventuali cali di produzione si possono gestire con la cig ordinaria”.  Pare che all’alba l’azienda abbia ceduto, “accettando” l’ordinaria.

Sembra, invece, che l’azienda abbia fatto delle aperture sui salari, pare infatti che sia disposta a mettere altri soldi arrivando vicina agli 11 milioni di euro chiesti dai sindacati. Superata invece, come da previsione, la partita degli esuberi. Gli esodi volontari sono stati di poco superiori alla quota dei 290 tagli indicati dall’azienda.

LA CRONACA DELLA GIORNATA DI MARTEDI’

La giornata decisiva è arrivata per l’Ast è arrivata: governo, sindacati, azienda e istituzioni locali cercheranno di arrivare ad un accordo. Al Mise si tiene nel pomeriggio quello a cui tutti guardano come l’incontro conclusivo. Dopo i “passi in avanti” fatti venerdì scorso e riconosciuti dalle varie parti, in particolare sul fronte degli esuberi e sul prolungamento del contratto dell’appalto ad Ilserv, la trattativa torna a concentrarsi, principalmente, su contratto integrativo e clausola di salvaguardia di tutte le ditte terze. L’eventuale accordo passerà, comunque passare al vaglio dei lavoratori attraverso un referendum in fabbrica.

Sul fronte degli esuberi, l’amministratore delegato Lucia Morselli oggi dirà se, come previsto, è stata raggiunta la quota di 290 esodi incentivati che di fatto azzerano la questione degli esuberi.

Intanto il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, dice di aspettarsi “che finalmente questa situazione davvero incresciosa trovi una soluzione. L’acciaio ha reso grande questo Paese, siamo competitivi a livello mondiale – ha concluso Furlan – guai a noi, come sistema paese, a perdere questa produzione di qualità”.

LA LUNGA MARATONA

ORE: 15.30 Il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, prima di entrare al Mise ha detto di sperare che “oggi si possa mettere la parola fine alla vertenza Ast on piena soddisfazione delle pareti. Stiamo chiudendo una vertenza molto lunga, dopo molte giornate di lotta che hanno avuto dei costi per i lavoratori e per l’impresa”. Secondo Bellanova, a favorire la conclusione del tavolo, c’è il fatto che la questione dei licenziamenti è superata dal momento che non sono stati fatti licenziamenti forzosi ma uscite con volontarie con incentivi.

ORE: 15.45 L’auspicio di arrivare a un accordo è stato espresso anche dal segretario nazionale della Fim, Bentivogli, prima di raggiungere il tavolo della trattativa. “Da affrontare oggi – ha precisato Bentivogli – il salario aziendale, le garanzie per i lavoratori delle ditte di appalto e l’eventuale automatismo dei licenziamenti dopo 24 mesi. E’ stata una lotta impegnativa – ha concluso – merita che siano raccolti i risultati”.

ORE 18 I sindacati nazionali sono in riunione con l’azienda  e le istituzioni. Si starebbe affrontando la questione della clausola di salvaguardia dei lavoratori dell’indotto. La trattativa, seppur in un clima di distensione, starebbe procedendo lentamente tanto che qualcuno ipotizza tempi molto lunghi prima di arrivare a una conclusione.

ORE 18.30 Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, in una pausa della trattativa fa sapere che  “è stato raggiunto il numero di esuberi volontari richiesto dall’azienda: 290 persone usciranno infatti con l’esodo incentivato, quindi è stato risolto il problema dei licenziamenti, ora resta il nodo salariale ma speriamo di essere in dirittura di arrivo, crediamo che ci siano gli elementi per chiudere”. Il tema del salario resta dunque il nodo delicato su cui, continua Palombella “la trattativa non sarà semplice ma ci sono i margini per chiudere”.

ORE 18.50 Spunta l’ipotesi di cassa integrazione per mancanza di ordinativi. La richiesta dell’azienda sarebbe fino a 400 unità.

ORE 20 Da fonti sindacali arriva la conferma che l’azienda vorrebbe procedere alla cassa integrazione straordinaria per i prossimi 2 anni per la perdita di alcune commesse. La trattativa dunque è ancora complessa e proseguirà nella notte nonostante sia stato raggiunto il numero di esodi volontari richiesti dall’azienda, addirittura si parla di un numero di esodi volontari di poco superiori ai 290 esuberi ipotizzati.  Ci sarebbero invece alcune aperture per quanto riguarda l’integrativo aziendale, mentre l’azienda rifiuterebbe la clausola di salvaguardia per le aziende dell’indotto, una clausola in cui si tutelano gli addetti delle ditte terze che dovessero perdere gli appalti con l’Ast.

ORE 21.30 Il ministro Guidi a tu per tu con l’amministratore delegato Morselli. Il confronto avviene in un momento in cui la trattativa pare essere in stallo sulle questioni della cassa integrazione e sulla clausola di garanzia per i lavoratori delle ditte terze.

ORE 00.30 I sindacati nazionali, territoriali e le istituzioni stanno analizzando il testo del possibile accordo per fare le loro valutazioni e apportare eventuali correzioni.

ORE 5.45 “Dopo 15 ore di no-stop passi avanti ma azienda lentissima ad aprire su nodi clausola sociale, salario e rinuncia a Cigs”, scrive su tweet il segretario della Fim, Marco Bentivogli.

ORE: 9.30 Il ministro Guidi sta incontrando i sindacati nazionali e l’azienda. Con tutta probabilità sta cercando di tirare la somma.

ORE: 11.20 Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, l’amministratore delegato, Lucia Morselli, sta al momento verificando telefonicamente con la casa madre tedesca ThyssenKrupp la proposta dei sindacati “per avviare la stretta finale” del negoziato.

ORE: 11.45 Il ministro Guidi, che nel frattempo ha lasciato il tavolo della trattativa per partecipare a un’audizione al Copasir, interpellata sullo stato della trattativa ha detto che “stiamo avanzando”.

ORE: 12.50 La Fim Cisl nazionale in un tweet scrive che si è “A un passo dall’intesa”.

ORE 13.20 è ripresa la trattativa dopo una sospensione per consentire alle parti di fare il punto. Si procede verso quella che sembra la volata finale.

ORE 15 C’è la firma della bozza di accordo.